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prova niente. E io le dirò che, prima di credere alle donne che dichiarano di sentire repugnanza per l'amor fisico, bisogna aspettare di vederle in presenza di un Ottavio di Malivert. E siccome ho cominciato con le storielle, eccone subito un'altra.

      Personaggi: Lui e Lei. Lui faceva la corte a Lei. Dicendo corte, non adopero un'espressione molto propria, perchè essa implica l'idea d'una certa tal quale disinvolta leggerezza, poco compatibile con la passione vera. E Lui amava Lei appassionatamente. Era un uomo d'affari; ma, giovanissimo ancora, le cifre ed i conti non gli avevano tolto il bisogno e la capacità d'un puro affetto. Lei non era alle prime armi; anzi molto sinceramente soleva dire che con i grandi lavoratori, con gli artisti, con tutta la gente che ha poco tempo da perdere, non bisogna eccedere nella resistenza. Tuttavia, quanto più era abituata a cadere, tanto più aveva bisogno di dimostrare agli altri ed a sè stessa che solo l'irresistibile slancio dell'anima determinava le sue molteplici cadute; quindi, benchè disposta, per dirla col gergo legale, ad affrettare i termini, pure recitava la commedia del sentimento e allontanava il momento della capitolazione. Ciò le riusciva tanto più facile, quanto più sincero era l'amore che il giovane le portava. Non sapeva costui adoperare se non il linguaggio della più devota e disinteressata passione; e le confessava la passione sua con tanti riguardi e scrupoli, che ella temette veramente d'essersi mostrata troppo crudele e d'aver tolto ogni ardire a quel poveromo parlandogli troppo del cielo, delle stelle, delle anime erranti e degli angelici sponsali. Pensò dunque che le convenisse scendere un poco verso terra perchè egli non dimenticasse che entrambi erano di carne.

      E infatti, quando, senza offrirgli nulla, ella gli suggerì l'idea di prendere tutto — arte della quale ogni donna è maestra — egli tentò, delicatamente, timidamente, di prendere non tutto, ma qualche cosa; proprio in quel punto, pensando che un ultimo conato di resistenza non era fuori di posto, ella si ritrasse, come crucciata.

      [pg!38] Una parte degli uomini sono brutali per paura di parer timidi; l'altra parte sono timidi per paura di parer brutali. Il nostro eroe apparteneva a questa seconda categoria. Lasciò pertanto a mezzo i suoi tentativi ed implorò perdono, giurando che non le avrebbe chiesto nulla, mai più, pago e superbo della felicità di saperla, con l'anima, sua.... Però, com'è naturale, la visione di ciò che avrebbe potuto ottenere se ella non fosse stata tanto severa gl'impedì di continuare a contentarsi della troppo spirituale comunione; e violentemente combattuto dai nuovi desiderii e dal timore di mancare alla data promessa e di offendere la creatura amata, un bel giorno prese una decisione che le dimostrerà fino a che segno egli fosse sincero e starei per dire ingenuo nella sua passione: fece le valige e partì.

      Imagini adesso lo stupore e la contrarietà della dama! Ella s'era dunque mostrata tanto inumana da spingerlo a quel passo estremo? Più esaminava la propria condotta, più si persuadeva di no. Aveva opposto, è vero, qualche difficoltà, ma — Dio buono! — soltanto per non essere confusa con quelle donne che non ne oppongono per professione. Allora?... Che il suo adoratore fosse talmente innamorato da perder di mira il fine ultimo dell'amore, ella non poteva capire; nessuno aveva spinto con lei il rispetto fino a questo segno; neppure quando, più pura, ella ne era veramente degna. Allora?... Allora?... Del resto, egli aveva fatto, sì, un primo ed unico tentativo; ma con tanta fiacchezza, come per darle il tempo d'interromperlo. Allora?... Allora?... Allora?...

      Ma ella avrebbe presto ottenuto la spiegazione dì quella condotta! Prima di partire, il troppo rispettoso e obbediente amatore le aveva lasciato una lettera nella quale, con adeguate parole, le diceva che non l'avrebbe più riveduta, che fuggiva non reggendo al tormento di dover stare dinanzi a lei come dinanzi a un'imagine; ma che viceversa avrebbe portato l'imagine di lei nel cuore, sempre, fino alla morte. Ella gli rispose con poche parole, semplici, ma molto eloquenti: «Non [pg!39] è permesso lasciare una donna così, dopo averle tolto la pace dell'anima. Tornate subito e venite a spiegarvi. Dopo, farete quel che vorrete.» E per evitare altri equivoci aggiunse: «Vi aspetterò a casa mia, il giorno tale, all'ora tale; ci sarò per voi solo.»

      Egli tornò. E il giorno tale, all'ora tale, si presentò da lei. Il cuore gli batteva così forte come se gli si volesse schiantare, i suoi occhi guardavano senza vedere; e con la gola strozzata il poveretto non sapeva come avrebbe potuto dire una sola parola. Aveva creduto di non più rivedere l'amata, e adesso era sul punto di trovarsela accanto. Che cosa dirle? Doveva confessarle il disperato dolore sofferto nel prendere la risoluzione disperatissima, il vuoto che gli s'era fatto intorno lontano da lei, l'orrore d'una vita alla quale era mancato a un tratto ogni scopo?... Ma se egli sentiva di dover dire queste cose, le sue labbra erano suggellate; e appena la vide, appena strinse la mano che ella gli tendeva, non potè più dominare la commozione: due lacrime gli spuntarono sugli occhi. Allora, senza tante storie, ella gli buttò le braccia al collo, esclamando:

      — Ma dunque?... Perchè?... Perchè partire? Perchè lasciarmi?... — e come meglio gli venne fatto, rispondendo agli abbracci ed ai baci di lei, egli disse tutto quel che aveva nel cuore. Allora il duetto divenne un a due di passione impetuosa e trionfante che avrebbe riscosso gli applausi della platea, se simili scene si rappresentassero in pubblico; ma nel momento che il tenore doveva metter fuori la nota più acuta, sentì mancarsi improvvisamente la voce e fece quel fiasco che, secondo Stendhal, è, alle prime rappresentazioni, troppo frequente. Tuttavia, se la commozione gl'impedì di sfoggiare i suoi mezzi, più tardi, calmatosi, egli tornò a disporne.... e da quel giorno la coppia felice restò legata dal più dolce nodo.

      Passò del tempo, e col tempo, come accade di tutte le cose di questo povero mondo, la passione di lui cominciò a intepidirsi, ma restò sempre forte il desiderio. Poichè egli era sincero, la cosa fu manifesta; [pg!40] mentre ella, che avea finto prima, continuava con eguale facilità a fingere dopo e a non giurare se non sopra l'immateriale connubio dell'anime. Egli voleva farle riconoscere che anche l'altro ha del buono, ma tutto era inutile.

      — No, — sentiva rispondersi, — non mi parlare di ciò; mi fai male. Per noi donne esistono soltanto le ragioni del cuore e dell'anima; ci rassegniamo al resto non potendo fare altrimenti; ma se voi foste capaci d'intenderci, come saremmo felici!...

      Allora egli replicava:

      — Perchè mai dunque mi richiamasti, quando partii?

      — Perchè non si lascia una persona amata nel barbaro modo col quale tu mi lasciasti! Perchè volevo vederti un'ultima volta!

      Egli dunque disperava di farle riconoscere ciò che, nel suo intimo, colei doveva riconoscere indubbiamente; quando una volta, discorrendo del passato, si decise a domandarle una cosa della quale era curioso, ma che aveva taciuta perchè non lusingava il suo amor proprio. La domanda era questa: che cosa aveva ella pensato la prima volta che erano stati insieme, quando, nel provare il duetto d'amore, sul più bello gli s'era abbassata la voce?... Ella si mise a sorridere, ma non volle dir niente; e l'altro dovette insistere un pezzo prima di sentirsi rispondere:

      — Pensai.... pensai che tu non ne avessi molta....

      Egli reprimeva un trionfale scoppio di risa. Dunque, mentre era fuggito per troppo rispetto, per troppa obbedienza, per troppo amore, torturandosi all'idea di averla perduta, d'averla voluta perdere, ella aveva creduto.... che cosa?...

      — Che cosa credesti, dunque?...

      Candidamente ella rispose:

      — Eh! dissi tra me: è dunque scappato perchè non può cantare!...

      [pg!41]

       Indice

      Io le ho riferito nella mia precedente lettera, cara ed ostinata amica, un fatto il quale dimostra come le donne che giurano soltanto sull'amore-sentimento restino male quando temono di doversene unicamente appagare. La protagonista della mia storiella, spettatrice della momentanea debolezza dell'amico suo, non pensò già, come sarebbe stato naturale e come infatti era, che questa debolezza dipendesse dalle morali commozioni che, secondo voleva dare a intendere, le importavano sopra ogni cosa; ma andò invece fino a sospettare che fosse indizio d'una troppo frigida costituzione! Mi vuol ella concedere che questo sospetto rivela il disinganno

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