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      SUDDIVISIONE GENERALE DEI DIALETTI

      […]

      II. Suddialetti del Valligiano Italo-Svizzero

      1° Intragnino e CentoValli

      2° Di Val Lucernone/Onsernone

      3° Di Val Maggia e Lavizzara

      4° Di Val Verzasca e Riviera

      5° Di Val di Vedro

      6° Il Bellinzonese e del Piano di Magadino

      7° Il Mesolcino e il Calanchetto

      8° Il Poschiavino

      9° Il Bregaglino

      10° Il Leventino

      11° Il Bregnasco

      12° Il Parlar di Monastero (Müstair)

      III. Suddialetti del Lombardo Milanese

      1° Il Milanese

      2° Il Brianzuolo

      3° Il Pavese

      4° Il Verbanese

      5° Il Comasco

      6° Il Lariense

      7° Il Luganese e Mendrisiotto

      8° Il Basso Valtellinese (da Chiavenna a Sondrio e Ponte)

      9° L’Alto Valtellinese (da Ponte a Bormio, Valfurva e Livigno)21

      Anche in questa redazione – lo testimonia la descrizione contenuta nelle pagine successive del codice – le varietà alpine del Ticino e del Grigioni (il Leventino, il Bregnasco, il Bregaglino, il Poschiavino, il Mesolcino e Calanchetto) sono percepite come dei linguaggi misti di italiano e romancio. Per questa ragione sono assimilati da una parte al parlar di Monastero e dall’altra giustificano, e contrario, l’inclusione di una varietà romancia fra i dialetti italiani della Svizzera: a segno di come in questa classificazione la componente geografico-amministrativa sia preponderante su quella strettamente linguistica. A tale proposito, sarà sufficiente citare la succinta descrizione del Suddialetto leventino compresa nell’abbozzo dell’opera:

      Il suo vernacolo è retico-romanzo misto di lombardo, conseguenza naturale della sua posizione geografica per un lato, e de’ suoi rapporti commerciali ed ecclesiastici per l’altro, accorrendo molti de’ suoi valligiani a Milano alla cui diocesi è soggetta la Valle, e trafficando i più colla Svizzera Tedesca.22

      Oltre alla classificazione schematica citata sopra, alcune informazioni supplementari sulla suddivisione dei dialetti lombardi, e nello specifico svizzero-italiani, si ricavano nella seconda parte del codice T 40 inf., dove è impostata la struttura della Dialettologia italiana. Nel capitolo dedicato al Dialetto Valligiano Italo-Svizzero (cc. 114-158), strutturato sull’impronta dello schema trascritto sopra, è inclusa un’introduzione (cc. 114-115) nella quale si leggono alcune notizie sulla geografia di questa famiglia linguistica. Dalle prime righe, CherubiniCherubiniFrancesco informa della considerevole varietà dei vernacoli parlati in queste valli alpine e prealpine, comprese nel territorio delimitato

      a) a ponente dai monti che dividono le Valli Intrasca, Canobbina, ecc. dalla Valle d’Ossola

      b) a settentrione dal S. Gottardo, dal S. Bernardino e dai monti sovrastanti all’estrema Engadina

      c) a levante dalla Valcamonica, dalla Valtellina e dal Tirolo

      d) a mezzodì dalla riva meridionale estrema del Lago Maggiore e dai monti che dividono il Canton Ticino dalla provincia di Como.23

      Seguono delle notizie storiche, totalmente svincolate dalla questione linguistica, che contestualizzano e preparano gli approfondimenti sulle dodici varietà che sarebbero dovuti seguire nell’opera:

      1°. La Leventina era soggetta al Cantone di Uri. Nel rapporto ecclesiastico dipende anche oggidì dall’Arcivescovato di Milano.

      2°. Val Blenio e

      3°. Riviera erano soggetti ai Cantoni di Uri, Svitto e Unterwalden. Nel rispetto ecclesiastico dipendono anche oggidì dallo Arcivescovato di Milano.

      4°. Bellinzona. Dipendeva dai Cantoni suddetti.

      5°. Valmaggia.

      6°. Locarno.

      7°. Lugano.

      8°. Mendrisio. Già soggetti nel politico al Signorato dei dodici Cantoni. Dipendenti ancora nell’ecclesiastico dal Vescovato di Como.

      9°. Val Mesolcina e Valcalanca.

      10°. Val Bregaglia.

      11°. Val Poschiavo.

      12°. Val di Münster o sia Monastero. Già soggetti al Cantone dei Grigioni. Anche oggidì soggetti nello ecclesiastico al Vescovato di Como.24

      La presente mappatura elabora e aggiorna un precedente schema, di classificazione storica e linguistica, dedicato esclusivamente al territorio Valligiano-svizzero-italiano (antichi Baliaggi italiani), conservato tra gli appunti manoscritti dello zibaldone M 67 suss. (c. 242). Lo schema riassuntivo, come buona parte dei documenti conservati nel codice, va considerato materiale di lavoro e fu utile a CherubiniCherubiniFrancesco per ricostruire e considerare nelle sue indagini lessicografiche le vicende storiche delle varie regioni della Svizzera italiana, e non: la lingua principale della Val Monastero è il romancio. Infatti, nel documento gli appunti linguistici sono sintetici e subordinati alla componente storico-politica, che stabilisce l’ordinamento della lista:

      1. Leventina [Dialetto retico-romanzo

      (che era sotto il Cantone d’Uri,)

      2. ValBlenio [dialetto retico-romanzo

      3. Riviera

      4. Bellinzona

      (ch’erano sotto Uri, Svitto e Unterwalden)

      5. Valmaggia

      6. Locarno

      7. Lugano [lomb. mil. cor.

      8. Mendrisio [lomb. com. cor.

      (ch’erano sotto il Signorato dei XII Cantoni)

      9. Val Mesolcina Val Calanca [italiano corrottissimo

      10. Val Bregaglia [id.

      11. Val di Poschiavo [id.

      12. Val di Münster o Monastero [dialetto latino-retico

      (ch’erano sotto i Grigioni)25

      Per quanto concerne il Dialetto Valligiano Italo-Svizzero, le carte legate nei codici M 67 suss. e M 68 suss., comprensive di appunti e liste di voci allestite in proprio o ricevute dagli informatori, permettono di integrare virtualmente l’ossatura del capitolo stabilita in T 40 inf., che rimane tuttavia molto lacunosa e disomogenea.26 Le poche notazioni lessicografiche reperibili nei codici menzionati sopra sono costituite, oltre che da esigui appunti anonimi, forse di pugno dello stesso CherubiniCherubiniFrancesco, dai censimenti leventinesi e bleniesi operati da FransciniFransciniStefano verso la metà degli anni Venti; dai cospicui materiali trasmessi nella seconda metà degli anni Quaranta dall’abate Giuseppe RossiRossiGiuseppe di Castelrotto, di cui si dirà più avanti; e da una manciata di voci del Dialetto Bellinzonese di Malvaglia Subrio ricevute da tre collaboratori di cui si conosce solo il nome: tali Suini, Ganna e Giandeini.27

      Relativamente al Dialetto Bellinzonese di Malvaglia Subrio, come testimonia una nota autografa del CherubiniCherubiniFrancesco, la scarsa documentazione gli è offerta nel luglio del 1844 dalla viva voce dei tre informatori menzionati, la cui identità rimane misteriosa: «CherubiniCherubiniFrancesco ric.[evette] a voce dal Suini e dal Ganna e dal Giandeini – 1844/7»; nella postilla autografa, appuntata su alcune schede sciolte della dimensione analoga a quelle che compongono il Dizionariuccio, i nomi di Ganna e Giandeini, così come l’appunto toponomastico Subrio (ovvero Sobrio, nei pressi di Faido), sono vergati con una penna diversa,

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