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Fra Tommaso Campanella, Vol. 2. Amabile Luigi
Читать онлайн.Название Fra Tommaso Campanella, Vol. 2
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Автор произведения Amabile Luigi
Жанр Зарубежная классика
Издательство Public Domain
Pertanto il Vicerè si era già dato pensiero del tribunale pei laici, avea fatta la scelta del personale, e nella stessa sua lettera del 9 novembre l'annunziava a Madrid. «Avendo trattato nel Consiglio Collaterale della gravità di questo negozio e come conveniva procedervi con molta ponderazione, ho stabilito di nominare in qualità di Delegato Marco Antonio d'Aponte del Consiglio di S.ta Chiara, che è un uomo molto letterato, molto savio e di molta prudenza, e in qualità di Fiscale D. Giovarmi Sanchez del medesimo Consiglio, che lo assistesse il dottor D. Luigi Xarava Avvocato fiscale di Catanzaro, e che mi dessero conto nel Collaterale di tutto ciò che si andrebbe facendo, perchè lì si risolvesse ciò che fosse più conveniente. Credo bene che S. S.tà debba volere quanto all'eresia che il Nunzio giudichi i frati e i clerici, quanto alla ribellione procurerò che giudichiamo tutti». Noi abbiamo potuto trovare nell'Archivio di Stato in Napoli la lettera Vicereale di commissione, la quale venne spedita a' suddetti Consiglieri il 15 novembre, e ci dà anche il nome del Mastrodatti di cui si prescrisse servirsi, che fu Giuliano Canale. Ricordato l'invio dello Spinelli in Calabria per la congiura che vi si trattava, l'informazione e gli atti da lui compiti, il gastigo dato a' più colpevoli e il trasporto in Napoli di tutti gli altri contro i quali non era «tanta subsistentia et chiarezza», il Vicerè si esprimeva in questi termini: «vi dicemo et ordiniamo, che reconoscendo le dette informationi et atti, debbiate nomine regio et nostro, summarie, simpliciter et de plano, sine strepitu et figura Judicii procedere ad omnes et singulos actus usque ad sententiam exclusive, però delli incidenti di maggior momento, che in ciò occorreranno, ci ne verrete a far relatione nel regio collaterale consiglio, et quando seranno le cause a sententia, debbiate similmente venire a farcine relatione, attal' che in presentia nostra si possano votare et sententiare, e dopoi essequirle (sic) quello che serà sententiato, et potrete procedere a tutti li atti incumbenti etiam in dì festivi et feriali, non compiendo che si vada ritardando in questo la bona et breve administratione della giustitia» etc.7. È una grande iattura che sieno perduti appunto i volumi intitolati Notamentorum relativi a questo periodo: in essi si sarebbero certamente trovate, co' processi verbali del Consiglio, le notizie, i pareri e le risoluzioni prese nei suddetti incidenti di maggior momento e nelle sentenze da doversi emettere8. La perdita è rincrescevolissima, poichè siamo ridotti ad avere a nostra disposizione un numero ristrettissimo di documenti, mentre sappiamo che il processo ebbe a travagliare almeno un 130 persone, e sebbene fosse stato spinto innanzi con quella sollecitudine che il Vicerè aveva ordinata, rimase aperto per più anni, come crediamo di poter dimostrare con sicurezza. – Per ora gioverà dare qualche notizia su' Consiglieri delegati a formare il tribunale pe' laici. Essi erano entrambi assai distinti personaggi. Marco Antonio d'Aponte, o de Ponte, apparteneva alla nobile famiglia di questo nome ascritta al Seggio di Portauova, alla quale, oltre varie Signorie, vennero mano mano i titoli di Marchesi di Morcone, di S. Angelo, della Padula, di Collonise, e poi anche quello di Duchi di Flumeri. Marco Antonio era del ramo di Nicolò 3.o de Ponte, primogenito di Gio. Felice Signore di S. Angelo e di Vincenza Galeota; Consigliere fin dal 1594 in luogo di Pompeo Salernitano, Prefetto dei Deputati della pecunia nel 1598, divenne poi Membro del supremo Consiglio d'Italia, 1.o Marchese di S. Angelo, Presidente del sacro Regio Consiglio, Reggente del Collaterale. Il Santanna nella sua Storia de' De Ponte, ce ne diede il ritratto, che lo rivela uomo autorevole ed austero: molti ce ne trasmisero le lodi, un Codice manoscritto, che si conserva nella Nazionale di Napoli, ci trasmise le pessime qualità de' tre suoi figliuoli che ne amareggiarono gli ultimi anni9. Quanto a D. Giovanni Sances de Luna, apparteneva anch'egli ad una nobile famiglia di origine spagnuola, ascritta al Seggio di Montagna nel 1570, ed insignita del Marchesato di Grottola nel 1574. Era secondogenito di D. Alonso iuniore 1.o Marchese di Grottola, Tesoriere Generale, Consigliere del Collaterale e Grasciere, e di D.a Caterina de Luna figlia di D. Giovanni Martinez de Luna Castellano di Milano per Carlo V.o e poi Generale d'armata. Divenne, per donazione del padre, Signore di S. Arpino, comunque glie ne fosse stato contrastato il possesso da' suoi parenti con molte liti transatte più tardi10. Consigliere fin dal 1593 godè sempre moltissima riputazione, «fu amato, riverito e dopo morte desiderato» come dice il De Lellis. Una circostanza del suo parentado merita qui speciale menzione: la sua cugina D. Anna Sances, figlia di D. Loise Sances fratello del 1.o Marchese di Grottola, avea sposato Gio. Battista Morano Barone di Gagliato e quindi era cognata di Gio. Geronimo Morano: trovavasi poi già intavolato a questo periodo un matrimonio tra l'unica e ricca erede del Barone, D.a Camilla Morano, e un altro D. Giovanni Sances cugino di lei e del Consigliere, figlio di D. Giulio Sances. Potremmo aggiungere ancora che una sua nipote D.a Caterina Sances, nata da D. Alonso 2.o Marchese di Grottola e D.a Beatrice de Marinis, sposò il fratello di Carlo Spinelli D. Gio. Battista, che divenne Marchese di Buonalbergo11. Abbiamo già notato altrove, che il Campanella ha reso la circostanza del parentado del Sances col Morano assai importante per la nostra narrazione.
Mentre il tribunale pe' laici si costituiva, il Nunzio
6
Ved. Doc. 61, pag. 53.
7
Ved. Doc. 209, pag. 109.
8
La serie de'
9
Pel De Ponte come Consigliere, ved. Reg.
10
Ved. Registri
11
Ved. per tutte lo notizie sul Sances, De Lellis, Discorsi delle famiglie nobili del Regno di Napoli, Nap. 1654-71, voi. 2.o part. 3a p. 390; pel parentado co' Morano ved. specialmente Della Marra Duca della Guardia, Discorsi delle famiglie estinte, forastiere, o non comprese ne' Seggi di Napoli, Nap. 1642 p. 264.