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a tale periodo; ma notiamo la distinzione di questo numero di «più di 25» poesie, che rappresenterebbero un gruppo speciale più antico.
113
Ved. Doc. 436, pag. 549, e i seguenti.
114
Ved. Doc. 441, pag. 551, e i seguenti.
115
Ved. Doc. 459, pag. 558.
116
Le favole da una parte, gli scismi dall'altra. Vedi Doc. 456, pag. 556.
117
Ved. Doc. 452, 453 e 457, pag. 555 e 557.
118
Ved. Doc. 489, pag. 569.
119
Ved. Doc. 447, pag. 553.
120
Ved. Doc. 451, pag. 554.
122
Ved. Doc. 439, pag. 550.
123
Ved. Doc. 449 e 450, pag. 554; dippiù gli anteriori 444-46, e 448, pag. 552-53.
124
Ved. Doc. 464, pag. 559.
125
Ved. Doc. 455, pag. 556.
126
Ved. Doc. 400, pag. 475.
127
Ved. Doc. 268, pag. 188.
128
Anche nella stampa di questi documenti ci siamo ingegnati di riprodurre le postille e le aggiunte in modo da poterle distinguere dallo scritto primitivo impiegandovi altro carattere: preghiamo i lettori di guardarli, in riscontro a quanto stiamo per dire; ved. Doc. 401, pag. 478.
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Allude manifestamente alla perdita delle navi che si ebbe al tempo in cui si fece morire il clerico Cesare Pisano.
130
Intendi Niccolò Tedeschi, Benedettino Catanese, Arcivescovo di Palermo, poi Cardinale, detto anche l'Abate Palermitano. Di lui si hanno molte opere; morì nel 1445.
131
Ved. per Ferrante la Numerazione de' fuochi riportata nella nota alla pag. 10 del vol. 1.o; per fra Pietro ved. la sua prima deposizione innanzi al Vescovo di Gerace (Doc. 294, pag. 226).
132
Ved. Capaccio, Il Forastiero, Nap. 1634, pag. 503.
133
Ved. Doc. 229 pag. 120. Il poter «nominare» delinquenti, per farli indultare, era uno de' diversi modi di compensi pro meritis: nel caso del Lauro la nominazione fatta non è espressa, ma s'intende, mentre in altri casi è espressa. Ne citiamo uno relativo ad un soggetto del quale anche si è parlato in questa narrazione: «a 17 de marzo 1594 indulto et gratia facta à Prospero morales de peczolo per l'homicidio commesso in persona de mutio costantino stante lo servitio facto per battista de amicis d'havere dato in mano dela corte Marco sciarra e nominatione facta in persona de decto prospero». Ma generalmente era questa una delle concessioni minori, che si accompagnavano ad altre di maggiore entità.
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Ved. i Reg. Sigillorum vol. 40 e 42. – 1.o «3 Gennaro 1602. Licentia de arme in persona de Fabio de Lauro, pietro de lauro, mauritio spina et ferrante de lauro». – 2.o «3 de aprile 1604. Licentia de arme in persona de fabio de lauro, pietro de lauro, mutio spina (sic) et ferrante de lauro».
135
Ved. i Reg. Sigillorum vol. 31 (an. 1595) e vol. 37 (an. 1600); in quest'ultimo si legge: «A dì 16 xbro, Privilegio del off.o di perceptore della seta della città di Catanzaro in persona de Gio. Battista Biblia».
136
Ved. Doc. 231, pag. 120.
137
Ved. i Reg. Litterarum S. M.tis vol. 12, (an. 1602-1610) fol. 545. Re Filippo dice al Vicerè che approva la transazione proposta dal Principe, ed aggiunge: «y por obligar le mas, he tenido por bien de le honrrar y hazer merced de una plaça del Conseio Collateral de que se le embiara su Titulo como se lo dereis de mi parte, y que en lo de la Compania de gente de armas que pide, en las ocasiones que se offroscieren se tenra con su persona y meritos la cuenta que es razon para hazer le la merced que huviere lugar». La lettera è in data del 12 luglio 1606.
138
Ved. Doc. 232, pag. 121.
139
Ved. i Reg. Privilegiorum vol. 125 (an. 1602) fol. 13. t.o; e confr. i Reg. Officiorum Suae Maj.tis vol. 1.o fol. 202.
140
Reg. Privilegiorum vol. 123 (an. 1602-1603) fol. 128.
141
Ved. Doc. 233, pag. 122.
142
Ved. Doc. 235, pag. 123. Il suo viaggio a Madrid è ricordato in una delle sue lettere al Gran Duca di Toscana, che abbiamo già citata altrove; ved. vol. 1.o pag. 127 in nota.
143
Ved. i Reg. Mercedum, vol. 2o, fol. 203. La pensione dicesi data pe' «multa grataque obsequia… per spacium triginta quatuor annorum singulari fide, vigilantia et integritate tam in dicto Consilio quam in officio Advocati fiscalis nostri Provintiae Calabriae ac interim in rebus magni ponderis nobis praestita».
144
Ved. nell'Arch. di Stato in Torino Lettere Ministri Due Sicilie, maz. 2.o, let. del 4 e del 14 giugno 1613, dell'8 novembre 1616 e 6 gennaio 1617; inoltre Lettere Ministri Roma maz. 27, fasc. 2o, let. del 26 novembre 1616.
145
Per le esecutorie di entrambi i Privilegi successivamente avuti, ved. i Registri Sigillorum vol. 38 e 39 alle date suddette. Pel Privilegio della nomina a Consigliere, ved. i Reg.i Privilegiorum vol. 123 fol. 168: quivi i meriti della sua persona sono espressi ne' seguenti termini, «cuius nobis et eruditio ac diligentia, et quidem probitas atque prudentia probantur, quandiu hactenus officium Advocati fiscalis nostrae Magnae Curiae Vicariae et alia munia cum laude exercuisti». Per la comunicazione fattane al Consiglio, ved. i Reg.i Notamentorum S. R. C. ab anno 1599 usque et per totum annum 1609, data suddetta.
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Questa lettera del S.ta Severina non si trova nel Carteggio esistente in Firenze, ma è citata nelle due lettere del Nunzio al S. Giorgio e al S.ta Severina degli 11 febbraio (ved. Doc. 87 e 88, pag. 63). L'assenza del Vescovo di Caserta dal Regno rilevasi dalla lettera precedente del Nunzio del 16 novembre 1599 (vedi Doc. 54, pag. 51).
147
Fontana, Sacrum Theatrum Dominicanorum, Rom. 1666, pag. 589 e 544.
148
Ughelli, Italia Sacra, Venet. 1720, t. 8, p. 37. – Quétif et Echard, Scriptores ordinis Praedicatorum, Lutet. Parisior. 1721, t. 2, p. 343-44.
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Nella sua Narrazione il Campanella lo nomina due volte, dicendolo Tragagliola, e il Capialbi lo corregge sempre dicendo «leg. da Firenzuola»; inoltre il Capialbi lo dice di Firenzuola in Toscana, ma anche l'Ughelli l'avea già dichiarato «Insuber».
150
Vedi i Registri Comune vol. 29 (an. 1599-1603) fol. 28 t.o, dove il Vescovo è cognominato «tragaiolo», e i Registri Sigillorum vol. 37 (an. 1600), data 8 marzo, dove si legge: «Exequotoria de bulle apostolice del Vescovato della città di termole in persona del Rev. frate Alberto tragarola taxato nihil solvat» etc. Anche nel processo del Campanella non di rado il cognome del Vescovo trovasi scorretto; ma nel Carteggio del Nunzio (Lettere dal 1597 al 1598, Filza 210) può vedersene la firma autografa sotto una Fede rilasciata per aver ricevuto un frate prigione inviato da Napoli, e del pari se ne legge molto esattamente il cognome ne' preziosi documenti del processo di Giordano Bruno raccolti dal Berti.
151
Vedi Doc. 308, pag. 256.