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Novelle umoristiche. Albertazzi Adolfo
Читать онлайн.Название Novelle umoristiche
Год выпуска 0
isbn 4064066069704
Автор произведения Albertazzi Adolfo
Жанр Языкознание
Издательство Bookwire
Luisella volava.
— Mi comprendete, oggi? — chiese Gianni, a un punto, con nuova dolcezza.
E Claudia:
— Comprendo il piacere d'aver domato così bene questa bella bestia.
— Oh c'è una gioia più grande: domare un angelo!
— Difficile impresa per un uomo!
— No: per un asino come me, che ha soggezione di voi anche oggi!
Gianni s'adirava.
— Un altro non si sarebbe messo una mano al petto....
— E io, allora, non mi sarei fidata. Dunque, buono! e.... sperate. Da bravo! Dicono che Amore faccia miracoli.
Divina creatura! Quando parlava sul serio, non si poteva crederle; ma quando scherzava, persuadeva.
Rassegnato, tratto tratto Gianni si specchiava negli occhi di lei, ove gli pareva vedersi più vivo e più bello, o attendeva a vedere come l'aria lusingava que' fini capelli biondi. Intanto Amore preparava il miracolo.
Ecco: modestamente la signora, fra quelle carezze, e arditamente Luisella, guardavano innanzi per la strada diritta e libera, mentre Gianni guardava da un lato; e non si sa quale delle due prima, Claudia.... — oh Dio!...: una bici.... — vide; e Luisella, a tal vista — una bicicletta! — sbalzò, per voltare indietro...; voltò. Un indefinibile, duplice grido: l'urto della ruota a un paracarri: la fredda, rigida sensazione d'un istantaneo volo, d'un rapido rovescio, d'una botta tremenda a terra per cui l'anima s'insaccasse e profondasse nel corpo e il corpo si schiacciasse.... Tutto ciò in due secondi! La catastrofe d'un sogno mortale; la realtà d'un salto mortale!
Dal cielo in terra! Gesummaria, che disastro! In terra, fermi, inerti, tutti e due; anzi, tre, con la charrette senza stanghe.
.... Nè prima Gianni ebbe certezza di non essersi rotto nulla, che si vide appresso, morta, Claudia; vide quel della bicicletta accorrere a loro; vide già lontana lontana correr via, maledetta!, Luisella; poi non vide più che la signora, morta!
— Claudia! Claudia! — invocava disperato, anelante, bianco di terrore in faccia, e tutto inzaccherato. Ma il ciclista giungeva avvertendo: — Io medico! medico, io! —; e affannoso anche lui, colui s'inginocchiò a slacciare il busto della poverina e a richiamarla in vita; mentre Gianni, che non aveva mai vista una donna svenuta, si strappava i capelli e ripeteva: — Morta!
Ma ecco il miracolo: rinvenne: sospirò: emise un gemito lungo....
— Rotta! — fece lo straniero nel deporla con cura.
Gianni lamentava: — Claudia! Claudia! Ah sì! la poverina s'era rotto un braccio! Ora bisognerebbe descrivere l'animo di Limosa, in cui combattevano e si confondevano la voglia di ammazzare il ciclista a pugni, e dolore, amore, disperazione, speranza; bisognerebbe rappresentarlo nell'angosciosa attesa della carrozza mandata a prendere alla villa per un contadino; ma sarebbe cómpito arduo non meno che rintracciar le parole italiane, francesi, tedesche con cui quel medico straniero pregava la pericolata che facesse il piacere di ricuperare i sensi per non ismarrirli di nuovo, subito dopo. Tre volte ella tornò in sè a gemere, da sul cuscino, ch'era caduto con loro dalla charrette; finchè alla quarta rimase, più dolente e piangente, in vita.
Adagiatala, quando Dio volle, su la carrozza — poichè il forestiero raccomandava di portarla al luogo più vicino — la trasferirono senza scrupolo a Villa Limosa. Del resto, il medico ciclista la credeva moglie del signore. E con gran premura accertò Gianni che, fuori del braccio, votre femme non aveva patito danno notevole; e si compiacque a fare lui, benissimo, la fasciatura; e lasciò qualche consiglio pel collega italiano che arriverebbe dal paese; e dimandò, a solo compenso, la firma nell'album dei ricordi. Infine, lieto d'essere stato utile, saltò in bicicletta e buon viaggio! — Al diavolo!
Era a quel che aveva detto e a quel che si seppe poi, un medico di gran nome; il quale per provare i benefizi della ginnastica e per convincere della sentenza mens sana in corpore sano faceva il giro del mondo in bicicletta.
IV.
Il giorno dopo Claudia chiamò Gianni e gli disse:
— Iddio mi ha castigata, amico mio!
A che, triste, l'amico:
— Ci ha castigati tutti e due; purtroppo!
— Avrei preferito — essa aggiunse — rimetterci il braccio che offendere il mio buon nome. Pensate: sono in casa vostra!
Ribattè Limosa:
— E io? tocca a me rimediare!
— Io — soggiunse la signora — sperava di non rimaritarmi se non di mia spontanea volontà.
— E io — ribattè Gianni — non voleva sposarvi prima di esser certo di tutto il vostro amore.... Claudia — pregò —, me ne date almeno un poco?
Ella tacque; poscia rispose:
— Sono così dolente della percossa che non ho più forza di sentir altro. Lasciate che mi ricuperi l'anima, che possa riflettere, che mi ricordi.
Più tardi lui tornò da lei; ed ella gli disse come se dicesse una cosa buffa:
— Mi ricordo che quando mi parve d'andar per aria e invece andavamo in terra, sentii che con voi morivo volentieri.
Ah! quale allora il cuore di Gianni! Ella lo amava! lo amava sul serio! Così, finalmente, un purissimo bacio fu suggello alla promessa fede di quelle due anime oneste.
Dopo il quale, Gianni corse nella scuderia a veder Luisella; e, a vederlo, Luisella, ch'egli aveva bastonata a furia, nitrì senza rancore e senza rimorso.
Se la puledra avesse perduto il vizio, Claudia si sarebbe mai accorta di amarlo fino a sentire di morir volentieri con lui?
No. Dunque il grave odio, l'ardente ira da cui il giorno prima egli era stato infiammato contro Luisella, non solo per la caduta di Claudia ma per la ricaduta d'essa, la puledra, nell'antico fallo (e se non fosse stata una bestia, certamente l'avrebbe uccisa), ora divenne fervida e carezzevole riconoscenza. Gianni Limosa abbracciò al collo la sua cavalla.
V.
Appena in grado di levarsi la signora partì per la città ad affrettarvi i preparativi delle nozze e la riparazione dello scandalo: questo tanto più ingiusto in quanto che era seguito a una disgrazia grave. Ma incrudelivano nelle chiacchiere i vecchi compagni di gioco; e quindi una nuova ragione per Limosa a detestare le carte. Egli, in quel mentre, rimeditava la purissima luna di miele anticipata; le ore di felicità trascorse al letto dell'inferma quando, parlassero o stessero cheti, sì dolci cose s'erano dette.
Era un fenomeno stranissimo: pareva a Gianni che Claudia si adattasse a lui con le parole, gli sguardi, i sorrisi, le intenzioni del pensiero e dell'animo; nè avvertiva che lui s'adattava a lei, s'ingentiliva, poetizzava sè medesimo; e parlava a voce sommessa; e camminava in punta di piedi....
Come ebbero risoluti tutti i problemi della felicità avvenire e scelti i luoghi da stare durante le quattro stagioni, e i viaggi da fare, e i metodi da tenere nell'educazione dei figlioli maschi e femmine, e contenuti i trasporti d'amore, per divagarsi si eran dati alle Letture. Limosa leggeva I tre Moschettieri, ritrovandosi non in Porthos, a cui rassomigliava un poco, ma in D'Artagnan; ed ella trovando lui in Aramis, al quale non rassomigliava affatto. Oh la beatitudine di quelle ore!; la gioia di comprendersi a vicenda, di conoscersi ogni dì meglio!
Inutile