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      — Ma lei? — domandò finalmente Perez, che non aveva più tentato di interromperlo, rispettoso della sua ambascia; — ma lei, con che cuore gli va incontro? Se t'ama ancora, se va a lui per semplice dovere, di che ti lagni?

      — Ah, sì: di che mi lagno! Se mi ama ancora, dovrebbe bastarmi, non dovrei chieder altro! Perchè indagare quale specie di dovere, quale gradazione di sentimento, quale sfumatura di affetto la lega a lui? È una curiosità indiscreta, va bene? Ma se capisco, se vedo, se sento che egli non esercita un semplice diritto legale, riprendendola; che vanta diritti anche sul cuore di lei?... Quando tu ami le donne d'altri, lo sai che cosa ti induce a sopportare di non averle tutte per te? Oltre all'impossibilità d'evitare il possesso promiscuo, ti piega e ti placa la fiducia che esse ti ispirano, assicurandoti d'amare te soltanto, di provare antipatia, ripugnanza, disprezzo e ribrezzo per l'altro. Molte volte tu hai per l'appunto trionfato perchè hai trovato donne la cui anima è stata offesa, il cui corpo è stato profanato, la cui vita è stata spezzata da mariti brutali, indegni, malvagi. Che sentimento di gelosia puoi tu concepire per opera di costoro, ai quali le creature dolorose si sottopongono perchè non possono fare altrimenti, perchè una stolta legge sancisce l'iniqua necessità? Agguagliate a semplici cose, a proprietà materiali, private dell'esercizio della volontà e della libertà, esse sono sopraffatte nello stato d'inerzia, d'incoscienza, di sorda e cupa e disperata ribellione: tu non puoi provare gelosia, ma ira, sdegno e pietà. Lo so: qualche altra volta ti hanno mentito, giurandoti di amare te soltanto, di restar fredde e insensibili fra le braccia dell'altro; ma non ti sei accorto della menzogna, l'hai creduta perchè ti giovava crederla, e te ne sei compiaciuto e inorgoglito. Io sono dinanzi a una creatura a cui ho chiesto, da cui ho ottenuto sempre e soltanto la verità. Non solamente ella non mi ha detto che detesta suo marito, ma mi ha confessato di amarlo. Di amarlo, ti dico, e non sarai tu quello che ti stupirai perchè ci ama entrambi. Tu sai le complicazioni reali del cuore, così diverse dalla schematica semplicità che gli attribuisce la convenzione, la presunzione, l'ipocrisia. Lo ama, d'un amore senza dubbio diverso dal mio: ma che importa? Che consolazione me ne può venire? Io ho dovuto udire l'elogio di suo marito, per l'affetto profondo che le porta, per le prove che gliene ha date e gliene dà, per la condiscendenza con cui, nonostante il suo orgoglio britannico, ha lasciato che uno dei figli, il più piccolo, sia da lei educato in Italia, all'italiana; per la fedeltà che le serba, laggiù, nella Stanlesia, non ostante la facilità di avere quante donne gli piacerebbero.... Allora, sì, ho pensato che la menzogna ha del buono, che la verità è talvolta insopportabile. Ma ella non è donna da mentire nè da disdirsi. La sua volontà è forte, tenace, ostinata. Come dice ciò che pensa, così fa ciò che vuole. Le ho chiesto almeno una cosa, una sola: di non venire fin qui ad incontrarlo, di aspettarlo a casa, a Firenze. Non potendo impedire che egli ve la raggiungesse, mi sarei rassegnato per forza; all'idea che ella stessa si movesse per andare ad offrirglisi mi ribellavo. Ella ha detto di no, che non può, che ha promesso, che ha fatto così tutte le altre volte, prima di me; che io pretendo troppo, ciò che non può darmi, l'assurdo: ed eccomi qui per assistere al loro incontro, in queste condizioni, con queste certezze: capisci ora, capisci?....

      Egli gridò le ultime parole; a un tratto, guardandosi intorno, come uscendo da un sogno, domandò ansiosamente:

      — Dove siamo? Che ora è?

      Anche Perez volse intorno lo sguardo. Entrambi avevano smarrito la nozione del luogo e del tempo; lo sfondo del paesaggio, giù per il vallone della Marcia, più oltre fino alla riviera delle Palme, era sfilato loro dinanzi senza che lo riconoscessero; ora si ritrovavano nel rione di Mezzo, dove la folla, il movimento della città ricominciavano a circondarli.

      — Sono le quattro e un quarto, — disse Perez.

      — Le quattro e un quarto!... Via, al porto!... Sarà troppo tardi!...

      Perez lo seguì senza dir nulla. Fu sul punto di proporgli di cercare un'altra carrozza, ma poi pensò che avrebbero fatto più presto a piedi, prima di andare alla stazione più vicina. Lodovico, con l'ansia che lo sospingeva, col suo lungo passo, lo sopravvanzava; tratto tratto si rivoltava bensì, ma per domandargli, senza fermarsi: «Dove siamo?... Quanto manca ancora?... A destra o a sinistra?...» E Perez gli dava le indicazioni richieste, affrettandosi anch'egli, quantunque la ragione gli suggerisse di opporsi al disegno dell'appassionato, di trascinarlo altrove per impedirgli di assistere a quell'incontro. Ma la certezza che ogni tentativo sarebbe riuscito vano, che Lodovico sarebbe andato solo se egli avesse rifiutato di accompagnarlo, gli chiudeva la bocca. Un senso di curiosità, anche, il bisogno istintivo di sapere qualche altra cosa, di conoscere altre circostanze dell'avventura, di indagare le intenzioni dell'amico, lo tratteneva. Quali accordi avevano presi gli amanti? Quel marito che veniva dalla Stanlesia in Europa a così rari intervalli, quanto sarebbe rimasto presso la moglie? Presto o tardi non sarebbe ripartito?...

      — Torna per sempre? — non potè trattenersi dal domandare, quando il dubbio gli si affacciò.

      Parve che la domanda traesse troppo violentemente il cogitabondo dai suoi pensieri e gli riuscisse incomprensibile; perchè, volgendosi di scatto, rispose:

      — Chi? — Poi, senza aspettare la spiegazione, riprendendo la via, soggiunse: — Non so. Andrà a Londra.

      — Solo, o con lei?

      — Non so. A destra?

      — A destra. Allora, quando la rivedrai?

      — Quando le piacerà. Mi ha imposto di non lasciarmi vedere finchè sarà con lui.

      — Ha ragione!

      — Di allontanarmi da Firenze, di andarmene a Promonte, dai miei, finchè non mi richiamerà lei stessa.

      — È prudenza. E tu cominci a disubbidirle troppo presto, seguendola fin qui!

      — No! — replicò con forza. — Questo l'ho ottenuto! Questo l'ho messo come patto!

      — Perchè?

      — Perchè così! Non si arriva mai?

      — Ci siamo.

      Oltrepassata la riviera, erano giunti dinanzi al porto, infatti; ma Perez sostò, esitante.

      — Bisogna sapere a quale calata dirigerci.

      Guardandosi intorno vide un gruppo di scaricatori di carbone, con le labbra rosseggianti e gli occhi lucenti sulle facce da negri.

      — Dove si attracca il «Senegal»?

      — Al ponte della Boa.

      — Grazie!

      Ripresero la via, e il ponte apparve, oltre la strada ferrata, sbarrato da una cancellata, ingombro in fondo dalla folla che aspettava l'arrivo del piroscafo. Perez vide che il cancello era chiuso, che un gruppo di tre o quattro persone parlamentavano col doganiere posto a guardia dell'entrata. Lodovico doveva aver veduto anch'egli, perchè affrettò ancora il passo, procedendo verso il cancello che si schiudeva in quel punto.

      — Dove va? Non si può!... — disse la guardia, arrestandolo con un gesto della mano, dopo aver lasciato passare gli altri.

      — Perchè? Quei signori sono pure entrati!...

      — Ha il permesso? Occorre il permesso della Capitaneria.

      — Dov'è questa Capitaneria?

      Ma un fischio lungo e rauco lo fece rivolgere: la prora del piroscafo spuntava dietro la fila dei legni all'àncora, tutto il corpo della nave si veniva avanzando, a piccolo moto.

      — Non siamo più a tempo.... Lasciateci passare.... Che vi fa?

      — Non si può.

      — Ma lasciateci passare, vi dico!...

      Il tono della voce, l'espressione del viso impaurirono Perez. Fece per intervenire, ma già Lodovico, visto un graduato sopraggiungere, gli si accostava dicendo, con altro tono, di preghiera, quasi di supplicazione:

      — Senta, brigadiere.... Non abbiamo avuto il tempo di fornirci di permesso.... Aspettiamo persone care.... Ci consenta

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