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usare la sua velocità innaturale. Perché gli aveva mentito? Se avesse saputo che non era con quella testa calda, l’avrebbe seguita.

      Toya andò nel panico quando notò la preoccupazione del suo avversario, e il modo in cui si mise a correre non lo fece sentire meglio. Qualcosa lo portava a fidarsi completamente di Kotaro ma non glielo avrebbe mai detto.

      Senza nemmeno pensarci, si mise a correre per seguirlo. Lo raggiunse facilmente ma, notando la velocità a cui stavano correndo, ebbe la conferma dei suoi sospetti... Kotaro era più di quello che diceva di essere... avevano lo stesso DNA o cosa? Strinse i denti, non gli piaceva quel pensiero.

      Nel giro di un minuto, Kotaro bussò alla porta dell’appartamento di Kyoko, sperando che fosse lì. Sbattendo entrambi i palmi contro la porta, gridò: «Accidenti, Kyoko! Dove sei?». Il terrore e la preoccupazione lo assalirono. «Non va bene.» ringhiò.

      «Cos’è che non va bene?» gli chiese Toya, raggiungendolo. Le vibrazioni che l’altro emanava erano così intense da fargli male al petto. Se avesse saputo che Kyoko non era con Kotaro, sarebbe andato a casa sua solo per stare con lei. Avrebbe dovuto seguire il suo istinto e andare comunque. Prima o poi avrebbe dovuto comprarle un guinzaglio.

      Kotaro si girò di scatto, si era completamente dimenticato di lui mentre correva da Kyoko. Avendo qualcuno su cui sfogare la propria rabbia, sbottò: «Pensavo che fosse con te!», poi strinse i pugni e si trattenne per non esagerare. «E come diavolo hai fatto a raggiungermi? Bah, non importa, lascia perdere.».

      Toya lo fissò, sorpreso che l’altro se ne fosse accorto, ma lasciò correre e rispose: «Sono uno che va veloce.».

      Calmando il proprio lato predominante, Kotaro aprì gli occhi e fissò la persona che lo avrebbe aiutato a trovare “la sua Kyoko”. Era un peccato che Toya non fosse rinato vampiro, altrimenti avrebbero risolto la questione facendo a pugni; tuttavia, il ragazzo stava riacquistando le sue abilità e non sapeva perché. Come se non bastasse, il migliore amico di Toya era Shinbe, anche lui ignaro del suo passato.

      Kotaro si portò una mano alla tempia, chiedendosi come avesse fatto a fidarsi che Toya la proteggesse per la seconda volta... quando aveva già fallito la prima. Il fatto che lui non ricordasse nulla lo fece trattenere. Inspirò profondamente e accettò la verità... avevano fallito entrambe.

      Toya fece un sorrisetto e disse: «Quindi ti ha mentito e ti ha liquidato dicendo che sarebbe uscita con me. Ha!». A lui era successa la stessa cosa ma non glielo avrebbe detto.

      Kotaro fece un altro respiro profondo, cercando di mantenere la calma. Era come parlare a un bambino. «Questo non è un gioco, idiota. Nel campus stanno sparendo molte ragazze da più di un mese e adesso nessuno di noi sa dove si trova Kyoko.» disse, sentendo il panico nella sua stessa voce, ma lo ignorò e aggiunse: «Hai idea di dove possa essere andata?».

      Toya sentì il cuore spezzarsi per la preoccupazione al pensiero che Kyoko fosse in pericolo. «Dannazione!» esclamò, poi si voltò verso la porta di Suki e iniziò a bussare forte finché non sentì il legno scricchiolare e rallentò. Nessuna risposta.

      «Cazzo!» ringhiò e, quasi in preda al panico, cercò il cellulare, sperando che Shinbe sapesse dov’erano le ragazze. «Rispondi, idiota!» gridò al telefono che squillava. Dopo il quarto squillo, Shinbe finalmente rispose.

      «Shinbe! Sai dove sono Suki e Kyoko?» gli chiese, poi guardò Kotaro che si avvicinò come se stesse aspettando di sentire la risposta.

      Dall’altro capo del telefono, Shinbe sorrise e disse: «Può darsi...».

      *****

      Kyou era rimasto nascosto nell’oscurità mentre guardava la ragazza con i suoi amici. Ascoltando la loro conversazione, aveva capito che si chiamava Kyoko. Finora quel Tasuki aveva tenuto le mani a posto, il che era un bene, considerando che lui aveva deciso di lasciarlo vivere se non le si fosse avvicinato troppo. Sembrava abbastanza innocuo... solo un po’ troppo infatuato.

      Erano arrivati alla pista da ballo e le due ragazze avevano iniziato a ballare insieme... in un modo indecente. “Dev’essere colpa dell’alcool che hanno consumato in fretta.” pensò, facendo fatica a pensare altrimenti.

      Un ringhio gli vibrò nel petto quando la sua visuale fu coperta da un gruppo di umani. Sentendo quel suono e notando il suo sguardo gelido, i ragazzi si spostarono dall’altro lato e Kyou accennò un sorriso divertito quando li vide muoversi in fretta.

      Riportò l’attenzione sulla pista da ballo, concentrandosi sulla ragazza che lo aveva lasciato perplesso, e quello che vide gli fece ribollire il sangue per la rabbia. Gli sfuggì un ringhio mentre i suoi occhi dorati e furiosi diventavano color sangue. L’innocuo Tasuki stava ballando con lei come se la stesse seducendo.

      *****

      Kyoko si era lasciata andare alle sensazioni che le mani di Tasuki le stavano dando mentre le accarezzavano la pelle nuda. Lui sembrava molto sexy con quei capelli spettinati e quel suo modo di ballare così sensuale. Le sfuggì una risatina al pensiero.

      Mentre lo sentiva accarezzarle la schiena, notò che i suoi occhi erano diventati quasi completamente color ametista.

      Suki decise di stuzzicarli e schiaffeggiò Kyoko sul sedere, esclamando: «Ehi, voi due! Devo fare rifornimento!», poi sorrise e li trascinò verso il tavolino dov’erano prima, sperando di prendere un altro drink.

      *****

      Kyou stava cercando disperatamente di placare il proprio sangue infuriato. Il suo fermo controllo e il suo comportamento distaccato erano svaniti completamente dopo aver visto Tasuki che ballava con Kyoko come se fosse il suo amante.

      Dentro di sé sapeva di doversi calmare subito, altrimenti Hyakuhei avrebbe percepito la sua presenza... se non lo aveva già fatto. Facendo un respiro profondo, si rimproverò mentalmente per la propria rabbia.

      Per secoli era stato una creatura della notte fredda e priva di emozioni. La sua risolutezza era come una montagna che non vacillava mai e non poteva essere costretta alla sottomissione. Le sue emozioni erano ben chiuse sotto le sue sembianze impassibili e indistruttibili per una ragione: nascondere la propria aura al vero nemico.

      In una sola notte, la presenza di una ragazza innocente e pura lo aveva fatto vacillare per la prima volta nella sua lunga vita di non morto.

      Ignari del furioso vampiro dai capelli argentati, i tre tornarono dov’erano prima. L’innocente risata di Kyoko lo raggiunse, placando un po’ la sua rabbia. La tensione si allentò e lui si chiese il perché di quella sua reazione così possessiva.

      Restrinse lo sguardo, lanciando un’occhiataccia al ragazzo, e promise di procurargli una morte lenta e dolorosa se avesse superato di nuovo i limiti. Lei aveva bisogno di un guardiano.

      Kyou non riusciva a spiegarsi perché quella ragazza avesse una presa così intensa su di lui, guardarla era diventato come una droga. La sua bellezza e la sua innocenza lo incantavano, portandolo a chiedersi se la sua pelle fosse morbida come sembrava. Vide un altro bicchiere di alcol davanti a lei e s’infuriò.

      Ad ogni sorso, l’aura di luce pura che la circondava sembrava vacillare e indebolirsi. Era già molto più difficile da vedere. Se continuava a mandare giù quella bevanda del diavolo, presto sarebbe sprofondata nell’oscurità.

      Come per sfidarlo, la ragazza prese la cannuccia e se l’avvicinò alle labbra, bevendo ciò che rimaneva di quel liquido velenoso.

      Kyou fece qualcosa che non faceva da secoli... sorrise, sapendo che il suo segreto sarebbe stato al sicuro dal male che era appena entrato nel night club. Forse nascondere l’aura pura di una ragazza così innocente, dopotutto, non era una cattiva idea.

      Kyou si nascose nel buio proprio mentre il suo nemico usciva allo scoperto.

      *****

      Hyakuhei varcò l’ingresso senza avvisare i servi che seguivano la sua ombra, erano liberi di divertirsi

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