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a loro.” pensò, e fece l’occhiolino a Suki.

      Immerse una cannuccia nel drink e in dieci minuti di risate e battute, il bicchiere si svuotò. Le guance di Kyoko erano arrossate mentre gli effetti dell’alcol iniziavano lentamente a manifestarsi.

      Tasuki, sentendosi più a suo agio e un po’ più coraggioso, chiese alle ragazze se volevano ballare. I suoi occhi si oscurarono in modo attraente quando prese la mano di Kyoko e la condusse verso la pista da ballo, con Suki che le teneva l’altra mano.

      Sapeva che quella sarebbe stata la notte migliore di tutto il periodo al college e non se ne sarebbe mai dimenticato.

      A poca distanza, Kyou vide il giovane di nome Tasuki che prendeva per mano la ragazza dagli occhi verdi e sentì il bisogno di staccare le dita a quel tipo che osava toccarla. Nei suoi occhi poteva leggere chiaramente i sentimenti puri che provava per la ragazza, ma non si fidava ancora di lui.

      Era un qualcosa che accadeva spesso nei locali notturni, un giovane che fa bere una ragazza e poi approfitta della sua ingenuità. I suoi occhi si tinsero di rosso mentre guardava i tre che si avvicinavano alla pista da ballo. Sentiva il bisogno di prendere quella ragazza e nasconderla da chiunque avesse voluto farle del male o possederla.

      Si chiese il perché di quella strana sensazione nei suoi confronti. Se era davvero lei ad avere il cristallo, allora che cosa avrebbe dovuto fare? Una cosa era certa... l’avrebbe uccisa a mani nude, piuttosto che permettere a Hyakuhei di averla.

      Se la leggenda era vera e il nemico avesse messo le mani sul potere del Cuore di Cristallo Protettore, non ci sarebbe stato modo di fermarlo.

      *****

      Kamui sedeva invisibile sopra una delle enormi casse davanti al DJ, mentre guardava la pista da ballo dove Kyoko e Suki stavano ballando con un ragazzo. Alzò un sopracciglio quando vide chi era e un sorriso gli apparve sulle labbra quando notò l’aura color ametista che circondava il giovane.

      La sua attenzione tornò sull’altro uomo che stava seguendo la sacerdotessa. Aveva già provato a bloccarlo quando Kyoko era ancora in fila all’ingresso, ma il guardiano maggiore era testardo come sempre. Le vibrazioni che Kyou stava emanando erano forti e leggermente contaminate.

      «Kyou, a che stai pensando?» si chiese ad alta voce, sapendo che nessuno poteva ascoltarlo né vederlo. Guardando Kyou, che a sua volta stava fissando Kyoko, capì che era opera del destino. Il destino avrebbe sempre condotto i guardiani verso la loro sacerdotessa, in qualsiasi mondo o era.

      Kamui avrebbe voluto far incontrare Toya e Kyou, ma sapeva che era meglio cercare di usare qualsiasi potere su Kyou. Sentì i brividi freddi che gli risalivano lungo il braccio al pensiero di far arrabbiare il pericoloso guardiano dorato.

      Scrutò di nuovo la folla, sapendo che non era Kyou quello di cui doveva preoccuparsi. All’interno del club c’erano altri non umani, ma la vera oscurità si stava avvicinando sempre di più... chissà se anche Kyou riusciva a sentirla.

      La cosa migliore che lui potesse fare, per il momento, era aiutare a nascondere i poteri di Kyoko da occhi indiscreti. Con quel pensiero saltò giù dalla cassa, ma i suoi piedi non toccarono il pavimento.

      Mentre raggiungevano l’affollata pista da ballo, Suki e Kyoko iniziarono subito a muoversi al ritmo della musica, con Tasuki che le guardava affascinato. I corpi accaldati attorno a loro le facevano sudare mentre l’alcol gli scorreva nelle vene.

      Suki si avvicinò a Kyoko, si abbracciarono e iniziarono a strusciarsi a vicenda. Si misero a ridere e continuarono a ballare come se fossero una coppia di fidanzati, perdendosi nella musica. Avevano imparato a ballare così quando erano piccole.

      Prese da quell’attimo di puro divertimento, si erano momentaneamente dimenticate del loro accompagnatore.

      Tasuki le guardava ballare in quel modo e sentiva il calore affiorargli sulle guance... “Accidenti!”... il suo corpo stava reagendo a quella visione. Gli sembrava di non avere più fiato nei polmoni. Guardare i loro corpi che si sfregavano l’un l’altro mentre le loro mani vagavano su entrambi era quasi difficile da sopportare.

      Volendo unirsi al divertimento, decise di muoversi prima di perdere il coraggio.

      Fermandosi di fronte a Kyoko, vide che aveva gli occhi chiusi. Poi guardò Suki, che sorrise e si accovacciò dietro la sua amica, per poi alzarsi lentamente mentre le accarezzava le cosce. Sperava che Tasuki avesse il coraggio di ballare allo stesso modo e gli disse: «Perché non balli con noi? È troppo divertente!». Poi sorrise e lo afferrò per la cintura, spingendolo verso Kyoko.

      Lei spalancò gli occhi quando si sentì urtare da un corpo maschile e sentì le guance in fiamme quando si rese conto che Tasuki la teneva stretta. «Ehi.» gli sorrise timidamente, le piaceva il modo in cui i loro corpi si stavano toccando. Sapeva di potersi fidare di lui, non avrebbe superato i limiti, era sempre stato un gentiluomo.

      Sentendosi un po’ audace, continuò a ballare con Suki, che si muoveva dietro di lei, e posò una mano sulla spalla di Tasuki... incoraggiandolo in silenzio.

      Lui non aspettava altro e le afferrò i fianchi, iniziando a muoversi insieme a lei. Si sentiva come in paradiso, con la ragazza dei suoi sogni che ballava con lui in modo sensuale. Sentire strofinare ogni curva del suo corpo su di sé era una dolce tortura che non aveva mai provato.

      I suoi occhi castani s’intenerirono in modo seducente mentre il suo corpo andava in fiamme, voleva sentire tutto di lei. Avvicinandosi, iniziò a strusciarsi addosso a Kyoko, muovendo il proprio corpo infuocato con il suo come un amante che era stato lontano per troppo tempo.

      Kyoko alzò lo sguardo e, per la prima volta, notò che c’erano delle bellissime pagliuzze color ametista nelle sue iridi color cioccolato. “Bellissime” era l’unica parola che le veniva in mente. Più lo guardava... più gli ricordava Shinbe.

      *****

      L’umore di Toya non era migliorato quando era andato nel dojo del college nel tentativo di sfogarsi. Dopo aver rotto il sacco da 500 dollari, decise che era meglio andarsene di corsa. Non era colpa sua se aveva immaginato la faccia di Kotaro mentre lo colpiva.

      «Che ragazza stupida!» ringhiò. “Perché dev’essere sempre così difficile gestirla?” si chiese mentalmente. Fissò nel vuoto mentre pensava a quella fastidiosa guardia di sicurezza con cui Kyoko era uscita.

      Era ancora furioso da quando aveva sentito la sua voce attraverso il telefono, prima. Non avrebbe voluto fare altro che staccargli la testa e lanciarla dove il sole non l’avrebbe mai raggiunta. Lui aveva sempre avuto un sesto senso per tutte le cose e, in quel momento, sentiva che Kotaro non era ciò che diceva di essere.

      «Un lupo travestito da pecora.» disse sogghignando, poi si sentì un po’ in colpa perché anche lui stava nascondendo qualcosa a Kyoko. Cose che nemmeno lui poteva spiegare.

      Aveva imparato da piccolo a nascondere le sue abilità insolite, come la forza disumana, la velocità e i sensi acuiti dell’olfatto e della vista. L’unico problema era che comparivano e scomparivano quando volevano. Non poteva evocarle in qualsiasi momento e forse era un bene.

      Perso nei suoi pensieri, Toya sentì la pelle solleticare quando vide la guardia appoggiata alla porta del gabbiotto. “Parli del diavolo e spuntano le corna.” pensò, poi gli lanciò un’occhiataccia e fece per passargli accanto, ma si fermò. «Che diavolo ci fai qui?» ringhiò.

      Kotaro si raddrizzò e si avvicinò al tipo con cui Kyoko sarebbe dovuta uscire. Guardandosi intorno e non vedendola da nessuna parte, s’irrigidì e lo guardò con aria furiosa. «Dov’è Kyoko? Pensavo che fosse con te, stasera.».

      Se c’era una cosa che Toya odiava era sentirsi confuso e, in quel momento, non era dell’umore adatto. «Idiota... io pensavo che avesse un appuntamento con te!» sbottò senza pensare.

      Kotaro si sentiva davvero

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