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piangendo e con le mani ai crini,

      per selve e boscherecci labirinti.

      Dopo aspri e malagevoli camini,

      a gravi passi e dal timor sospinti,

      in ripa un fiume in un guerrier scontrosse;

      ma diferisco a ricontar chi fosse:

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      e torno all'altra, che si raccomanda

      al paladin che non la lasci sola;

      e dice di seguirlo in ogni banda.

      Cortesemente Orlando la consola;

      e quindi, poi ch'uscì con la ghirlanda

      di rose adorna e di purpurea stola

      la bianca Aurora al solito camino,

      partì con Isabella il paladino.

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      Senza trovar cosa che degna sia

      d'istoria, molti giorni insieme andaro;

      e finalmente un cavallier per via,

      che prigione era tratto, riscontraro.

      Chi fosse, dirò poi; ch'or me ne svia

      tal, di chi udir non vi sarà men caro:

      la figliuola d'Amon, la qual lasciai

      languida dianzi in amorosi guai.

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      La bella donna, disiando invano

      ch'a lei facesse il suo Ruggier ritorno,

      stava a Marsilia, ove allo stuol pagano

      dava da travagliar quasi ogni giorno;

      il qual scorrea, rubando in monte e in piano,

      per Linguadoca e per Provenza intorno:

      ed ella ben facea l'ufficio vero

      di savio duca e d'ottimo guerriero.

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      Standosi quivi, e di gran spazio essendo

      passato il tempo che tornare a lei

      il suo Ruggier dovea, né lo vedendo,

      vivea in timor di mille casi rei.

      Un dì fra gli altri, che di ciò piangendo

      stava solinga, le arrivò colei

      che portò ne l'annel la medicina

      che sanò il cor ch'avea ferito Alcina.

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      Come a sé ritornar senza il suo amante,

      dopo sì lungo termine, la vede,

      resta pallida e smorta, e sì tremante,

      che non ha forza di tenersi in piede:

      ma la maga gentil le va davante

      ridendo, poi che del timor s'avede;

      e con viso giocondo la conforta,

      qual aver suol chi buone nuove apporta.

48

      – Non temer (disse) di Ruggier, donzella,

      ch'è vivo e sano, e come suol, t'adora;

      ma non è già in sua libertà; che quella

      pur gli ha levata il tuo nemico ancora:

      ed è bisogno che tu monti in sella,

      se brami averlo, e che mi segui or ora;

      che se mi segui, io t'aprirò la via

      donde per te Ruggier libero fia. —

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      E seguitò, narrandole di quello

      magico error che gli avea ordito Atlante:

      che simulando d'essa il viso bello,

      che captiva parea del rio gigante,

      tratto l'avea ne l'incantato ostello,

      dove sparito poi gli era davante;

      e come tarda con simile inganno

      le donne e i cavallier che di là vanno.

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      A tutti par, l'incantator mirando,

      mirar quel che per sé brama ciascuno,

      donna, scudier, compagno, amico; quando

      il desiderio uman non è tutto uno.

      Quindi il palagio van tutti cercando

      con lungo affanno, senza frutto alcuno;

      e tanta è la speranza e il gran disire

      del ritrovar, che non ne san partire.

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      Come tu giungi (disse) in quella parte

      che giace presso all'incantata stanza,

      verrà l'incantatore a ritrovarte,

      che terrà di Ruggiero ogni sembianza;

      e ti farà parer con sua mal'arte,

      ch'ivi lo vinca alcun di più possanza,

      acciò che tu per aiutarlo vada

      dove con gli altri poi ti tenga a bada.

52

      Acciò l'inganni, in che son tanti e tanti

      caduti, non ti colgan, sie avertita,

      che se ben di Ruggier viso e sembianti

      ti parrà di veder, che chieggia aita,

      non gli dar fede tu; ma, come avanti

      ti vien, fagli lasciar l'indegna vita:

      né dubitar perciò che Ruggier muoia,

      ma ben colui che ti dà tanta noia.

53

      Ti parrà duro assai, ben lo conosco,

      uccidere un che sembri il tuo Ruggiero:

      pur non dar fede all'occhio tuo, che losco

      farà l'incanto, e celeragli il vero.

      Fermati, pria ch'io ti conduca al bosco,

      sì che poi non si cangi il tuo pensiero;

      che sempre di Ruggier rimarrai priva,

      se lasci per viltà che 'l mago viva. —

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      La valorosa giovane, con questa

      intenzion che 'l fraudolente uccida,

      a pigliar l'arme ed a seguire è presta

      Melissa; che sa ben quanto l'è fida.

      Quella, or per terren culto, or per foresta,

      a gran giornate e in gran fretta la guida,

      cercando alleviarle tuttavia

      con parlar grato la noiosa via.

55

      E più di tutti i bei ragionamenti,

      spesso le ripetea ch'uscir di lei

      e di Ruggier doveano gli eccellenti

      principi e gloriosi semidei.

      Come a Melissa fossino presenti

      tutti i secreti degli eterni dei,

      tutte le cose ella sapea predire,

      ch'avean per molti seculi a venire.

56

      – Deh, come, o prudentissima mia scorta

      (dicea a la maga l'inclita donzella),

      molti anni prima tu m'hai fatta accorta

      di tanta mia viril progenie bella;

      così d'alcuna donna mi conforta,

      che di mia stirpe sia, s'alcuna

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