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Devo andare.

      - Ragazzina, posso richiedere una canzone? - chiede George, facendo la sua espressione disperata cui non riesco a dire di no.

      - Certo. Che cosa vuoi che canti?

      - Fever, un classico.

      - Oh, George. Sei così prevedibile. Solo tu potevi chiedermi di cantare un pezzo di Madonna.

      - La adoro! La mia diva preferita. - Mi fa l'occhiolino. - Dopo di te, ovviamente.

      Mi allontano da loro, ridendo, e ritorno sul palco con i miei compagni della band. Prima che lo spettacolo riprenda, avverto Alan della richiesta di George.

      - Perfetto, Julie. Vogliamo cantarla in coppia?

      - OK.

      Cominciano a suonare Fever, con un tocco più acustico. Mi posiziono davanti al microfono e Alan comincia a cantare i primi versi:

      You give me

      You give me fever

      Never know how much I love you

      Never know how much I care

      Wow, questa canzone è sexy! Automaticamente, continuo a pensare a Danny e ai suoi profondi occhi verdi. Alan mi dà lo spunto per iniziare a cantare la mia parte. Con gli occhi chiusi, immagino di cantare solo per Danny. La mia voce esce più roca, e sono stupita di quanto mi senta sexy.

      Mentre finisco la mia parte, passo il turno ad Alan, che segue la canzone, guardandomi come se stesse pensando a cose indecenti. Abbasso lo sguardo, imbarazzata, e sento la mia faccia diventare rossa.

      Romeo loved Juliet

      Juliet, she felt the same

      When he put his arms around her

      He said Julie, baby, you’re my flame

      He gave her fever

      Ah, dannazione! Ucciderò George. Avevo dimenticato che la canzone menzionava il mio nome! Quando Alan canta “Julie, baby, you're my flame”, mi fa l'occhiolino, come se pensasse davvero che io sia la sua ispirazione, e il pubblico si scatena.

      Mi giro verso il pubblico e seguo la canzone, sperando che finisca presto perché, dall'eccitazione di Alan che interpreta la seducente pop star che sembra incarnare così bene, penso che finirà per tirarmi tra le braccia e baciarmi proprio qui sul palco, davanti a questa folla. Allora Danny mi proibirà di cantare!

      Lasciamolo fare, mi suggerisce il mio lato ribelle.

      Continuiamo la canzone e cantiamo insieme gli ultimi versi. Quando finiamo, riceviamo una standing ovation. Sento gridare "bello" per Alan e "sei uno schianto" per me. Ma quello era George, credo.

      Cattivo!

      Lo spettacolo continua senza altre situazioni imbarazzanti. Non sono abituata a un uomo bellissimo e tatuato che mi fissa come se fossi un grande e appetitoso dessert.

      Alla fine della serata, dopo aver terminato lo spettacolo, saluto la band mentre smonta l'attrezzatura e mi dirigo verso la sala, dove incontro Rafe.

      - Julie, sei stata perfetta. Non credo che abbiamo mai avuto una folla così grande! Ho fatto dei conti preliminari e abbiamo già battuto il nostro record. Beh, congratulazioni. Chiuderò i conti prima di andare a casa e potrai ritirare la tua quota domani, ok?

      - Cosa? - La domanda sfugge dalle mie labbra prima che possa fermarmi. Doh, Julie, era ovvio che avresti ricevuto qualcosa per aver cantato stasera. Paghiamo sempre i musicisti.

      La risposta di Rafe non fa che riaffermare la mia ingenuità.

      - Naturalmente. Pensavi di cantare gratis?

      Rido e lo abbraccio, ringraziandolo di nuovo per l'opportunità.

      Cammino verso il bar per incontrare i miei due migliori amici, che sembrano molto "allegri".

      - Prendi un prosecco con noi, Julie Fever- dice George con un sorriso malizioso.

      - Quale prosecco! Ho finito. Ho bisogno di andare a casa, fare una doccia e tenere le gambe sollevate. E tu sei in debito con me per aver scelto quella canzone! Pensavo che Alan mi sarebbe saltato addosso.

      George e Jo scoppiano a ridere e lui ci abbraccia entrambe.

      - L'abbiamo pensato tutti, ragazzina. Andiamo.

      Torniamo a casa in macchina, ridendo e parlando dei momenti migliori della serata.

      Arrivo a casa, faccio una doccia e indosso una maglietta di Garfield. Poi mi sdraio sul letto e mi rendo conto che stanotte potrò avere un sonno tranquillo e felice, visto che la casa accanto è completamente silenziosa.

      Daniel

      Non riesco a crederci. Dopo ore di visite alle proprietà, incontri con proprietari, broker e investitori, e poi anche una cena d'affari troppo lunga per i miei gusti, riesco finalmente a entrare nella stanza d'albergo per fare la doccia e riposare.

      Avevo bisogno di essere doppiamente concentrato, dato che Zach era fuori tutto il tempo a parlare al telefono o a mandare messaggi. Alzo gli occhi al cielo, ricordando il numero di volte che l'ha fatto. Il ragazzo mi accompagna per aiutarmi e ha la testa da un'altra parte. Avrei dovuto portare Rafe, che è più organizzato.

      Mi abbandono a un grande sbadiglio mentre mi stiracchio, stanco.

      Sono sempre stato molto più efficiente di notte che di giorno. Ecco perché svegliarmi presto per viaggiare e trascorrere la giornata sbrigando queste faccende burocratiche mi distrugge di gran lunga più che trascorrere la notte al bar.

      E devo confessare che stare lontano dall’“After Dark” mi fa davvero male. Il bar è la mia vita. Non ho figli, né sono sposato (grazie al cielo!). Il centro della mia vita è la mia attività, che sta crescendo in modo promettente, e una relazione seria non fa parte dei miei piani.

      Non proprio.

      Ehi, non criticatemi né alzate gli occhi al cielo. Ne ho abbastanza dei rimproveri di mia madre questa mattina:

      - Mamma? Sto entrando, - ho detto, dopo aver bussato alla porta della cucina e girato la maniglia. Come il solito, era aperto.

      - Ciao, figlio mio! Sei già in piedi così presto? - Mia madre mi ha abbracciato in mezzo alla cucina e mi ha spinto su una sedia, per farmi fare colazione.

      - Sono venuto solo per darti un bacio. Parto per un viaggio con Zach per vedere alcune proprietà immobiliari. Penso che abbiamo trovato quello che cercavamo per espandere l’“After Dark”.

      - È fantastico, tesoro. Prendi un caffè e mangia qualcosa. – esclama, mettendomi davanti un piatto con un panino e una tazza piena di caffè nero. -Non mangi bene, stai sveglio tutta la notte... Figlio mio, devi prenderti cura di te stesso. Devi prenderti cura di te stesso, crescere, crearti una famiglia...

      - Mamma...

      - Niente “mamma”. Hai quasi 28 anni. Non pensi che sia il momento di trovarti una bella ragazza? Sposarti, darmi dei nipotini? Ogni giorno che passa, la giovinezza sparisce.

      - Mamma, ti ho detto che non voglio sposarmi...

      - Daniel, è ora che tu ripensi alla tua vita. - Oh, merda. Mi ha chiamato con il mio nome completo. Siediti, arriva la bomba. - Quelle ragazze che ti stanno addosso al bar non ci saranno più quando avrai 50 anni. Ascolta quello che ti dice tua madre. E ora mangia, perché so che starai in giro tutto il giorno e non mangerai.

      Nonostante tutte le sue argomentazioni circa il fatto che io stia diventando vecchio - a ventisette anni, per la miseria - ancora non m’interessa una relazione seria. L’“After Dark” è la mia vita e non sono disposto a condividere il mio tempo alla ricerca del successo con nessuno. Preferisco lasciare il discorso dei nipoti e del matrimonio alle mie sorelle, Jo e Julie.

      Lo so, lo so, Ju non è la mia vera sorella,

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