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      si levò l'elmo, e fe' palese e certo

      quel che ne l'altro canto ho da seguire,

      se grata vi sarà l'istoria udire.

       Indice

      1

      Miser chi mal oprando si confida

      ch'ognor star debbia il maleficio occulto;

      che quando ogn'altro taccia, intorno grida

      l'aria e la terra istessa in ch'è sepulto:

      e Dio fa spesso che 'l peccato guida

      il peccator, poi ch'alcun dì gli ha indulto,

      che sé medesmo, senza altrui richiesta,

      innavedutamente manifesta.

      2

      Avea creduto il miser Polinesso

      totalmente il delitto suo coprire,

      Dalinda consapevole d'appresso

      levandosi, che sola il potea dire:

      e aggiungendo il secondo al primo eccesso,

      affrettò il mal che potea differire,

      e potea differire e schivar forse;

      ma se stesso spronando, a morir corse:

      3

      e perdé amici a un tempo e vita e stato,

      e onor, che fu molto più grave danno.

      Dissi di sopra, che fu assai pregato

      il cavallier, ch'ancor chi sia non sanno.

      Al fin si trasse l'elmo, e 'l viso amato

      scoperse, che più volte veduto hanno:

      e dimostrò come era Ariodante,

      per tutta Scozia lacrimato inante;

      4

      Ariodante, che Ginevra pianto

      avea per morto, e 'l fratel pianto avea,

      il re, la corte, il popul tutto quanto:

      di tal bontà, di tal valor splendea.

      Adunque il peregrin mentir di quanto

      dianzi di lui narrò, quivi apparea;

      e fu pur ver che dal sasso marino

      gittarsi in mar lo vide a capo chino.

      5

      Ma (come aviene a un disperato spesso,

      che da lontan brama e disia la morte,

      e l'odia poi che se la vede appresso,

      tanto gli pare il passo acerbo e forte)

      Ariodante, poi ch'in mar fu messo,

      si pentì di morire: e come forte

      e come destro e più d'ogn'altro ardito,

      si messe a nuoto e ritornossi al lito;

      6

      e dispregiando e nominando folle

      il desir ch'ebbe di lasciar la vita,

      si messe a caminar bagnato e molle,

      e capitò all'ostel d'un eremita.

      Quivi secretamente indugiar volle

      tanto, che la novella avesse udita,

      se del caso Ginevra s'allegrasse,

      o pur mesta e pietosa ne restasse.

      7

      Intese prima, che per gran dolore

      ella era stata a rischio di morire

      (la fama andò di questo in modo fuore,

      che ne fu in tutta l'isola che dire):

      contrario effetto a quel che per errore

      credea aver visto con suo gran martire.

      Intese poi, come Lurcanio avea

      fatta Ginevra appresso il padre rea.

      8

      Contra il fratel d'ira minor non arse,

      che per Ginevra già d'amor ardesse;

      che troppo empio e crudele atto gli parse,

      ancora che per lui fatto l'avesse.

      Sentendo poi, che per lei non comparse

      cavallier che difender la volesse

      (che Lurcanio sì forte era e gagliardo,

      ch'ognun d'andargli contra avea riguardo;

      9

      e chi n'avea notizia, il riputava

      tanto discreto, e sì saggio ed accorto,

      che se non fosse ver quel che narrava,

      non si porrebbe a rischio d'esser morto;

      per questo la più parte dubitava

      di non pigliar questa difesa a torto);

      Ariodante, dopo gran discorsi,

      pensò all'accusa del fratello opporsi.

      10

      — Ah lasso! io non potrei (seco dicea)

      sentir per mia cagion perir costei:

      troppo mia morte fôra acerba e rea,

      se inanzi a me morir vedessi lei.

      Ella è pur la mia donna e la mia dea,

      questa è la luce pur degli occhi miei:

      convien ch'a dritto e a torto, per suo scampo

      pigli l'impresa, e resti morto in campo.

      11

      So ch'io m'appiglio al torto; e al torto sia:

      e ne morrò; né questo mi sconforta,

      se non ch'io so che per la morte mia

      sì bella donna ha da restar poi morta.

      Un sol conforto nel morir mi fia,

      che, se 'l suo Polinesso amor le porta,

      chiaramente veder avrà potuto,

      che non s'è mosso ancor per darle aiuto;

      12

      e me, che tanto espressamente ha offeso,

      vedrà, per lei salvare, a morir giunto.

      Di mio fratello insieme, il quale acceso

      tanto fuoco ha, vendicherommi a un punto;

      ch'io lo farò doler, poi che compreso

      il fine avrà del suo crudele assunto:

      creduto vendicar avrà il germano,

      e gli avrà dato morte di sua mano. —

      13

      Concluso ch'ebbe questo nel pensiero,

      nuove arme ritrovò, nuovo cavallo;

      e sopraveste nere, e scudo nero

      portò, fregiato a color verdegiallo.

      Per aventura si trovò un scudiero

      ignoto in quel paese, e menato hallo;

      e sconosciuto (come ho già narrato)

      s'appresentò contra

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