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gli occhi degli altri ragazzi su di lei. Volle pensare di essere soltanto paranoica — ma sapeva di non esserlo. C'era senz'altro una marea di persone che la guardava, di soppiatto, come se lei fosse una sorta di fenomeno da baraccone. Si chiese ancora una volta quanti ragazzi fossero stati online ed avessero letto tutti i post e che cosa credessero. Sarebbe stata conosciuta come la ragazza scaricata da Blake? Erano tutti convinti che lei aveva perso Blake, perchè il ragazzo aveva scelto Vivian? Bruciò di rabbia a quel pensiero.

      “E' vero?” Becca domandò. “Ti ha davvero scaricata?”

      “Se l'ha fatto,” Jasmin esclamò, “devi soltanto dircelo, e noi ci vendicheremo sulla sua bacheca su Facebook.”

      “Grazie ragazze,” Scarlet disse. Pensò al miglior modo in cui risponderle ma non sapeva davvero come spiegarsi.

      “Allora?” Maria insisté. “Non ce lo dirai?”

      Scarlet alzò le spalle.

      “Non sono sicura di che cosa dire. Non c'è davvero niente da dire. Siamo andati al fiume, e …” La ragazza si fermò, interrogandosi su come formulare la frase. “… Blake mi ha baciato.”

      “E?” Jasmin la punzecchiò. “Ci stai tenendo sulle spine!”

      Scarlet alzò le spalle.

      “E' tutto. Non è accaduto proprio niente. Voglio dire, lui mi piace. Mi piace ancora. Ma…sono andata via. Intendo dire che mi sono sentita davvero male, così me ne sono dovuta andare, in modo piuttosto brusco.”

      “Che cosa intendi dire quando dici che ti sei sentita male?” Becca chiese.

      “Lo stomaco aveva cominciato a farmi molto male,” lei mentì, senza sapere cos'altro aggiungere. “E mi era venuta una tremenda emicrania.” Almeno, era una mezza verità, pensò. “Credo che fossi ancora malata dall'altro giorno. Perciò, sono andata via di lì. Immagino che si sia trattato di una mossa sbagliata.”

      “Quindi Blake ti ha portata indietro? O è stato un totale idiota?” Jasmin chiese.

      Scarlet alzò di nuovo le spalle.

      “Non è stata colpa sua. Non gli ho proprio dato il tempo, immagino. Me ne sono andata. Mi è dispiaciuto. Volevo spiegarglielo. Ma non ha mai risposto al mio sms.”

      “Che idiota,” Maria disse.

      “Che perdente,” Jasmin aggiunse. “Davvero. Perciò, ti sei sentita male — e allora, perché non risponde ai tuoi sms? Che problema ha? Quindi ti sei sentita male. Una cosa grave. Voglio dire, non ti dà la possibilità di spiegarti?”

      “Assolutamente,” Maria s'intromise. “E poi, ritorna da Vivian e ti scarica per lei? Solo perché stavi male? Che problema ha? Non ti merita per niente. Meglio così.”

      Scarlet apprezzò davvero tutte le voci di sostegno, che la fecero sentire meglio. Non l'aveva mai pensata in quel modo. Immaginò di essere stata la sua critica peggiore. Più ci pensava, più si convinceva che avevano colto nel segno. Forse Blake avrebbe dovuto mostrarsi più comprensivo; forse avrebbe dovuto agire diversamente, chiedendole come si sentiva; forse non avrebbe dovuto agire così in fretta, correndo da Vivian.

      Ma lo aveva davvero fatto? O ci aveva pensato Vivian ad inventare tutto?

      “Vi ringrazio ragazze,” lei disse. “Lo apprezzo davvero. Ma, onestamente, io non so che cosa è accaduto dopo in realtà. Non so se è tornato da Vivian o se è stata lei a inventare tutto.”

      “Perciò, immagino che ciò significhi che non andrai al ballo con lui?” Maria chiese. “E allora con chi ci andrai? Voglio dire, non avrai intenzione di non andarci?” domandò, alzando il tono della voce, come se fosse la cosa peggiore al mondo.

      Scarlet alzò le spalle. Quello stupido ballo — non poteva capitare in un momento peggiore. Non sapeva davvero che cosa dire.

      “Dubito che Blake mi ci accompagnerà,” lei disse. “E per andarci da sola….”

      Per un istante, Scarlet non poté fare a meno di pensare a Sage. Si rese conto di quanto le sarebbe piaciuto andarci con lui. Non riusciva a capire perché ma il suo volto era rimasto impresso nella sua mente.

      Allo stesso tempo, pensò a Maria, a che cosa l'amica avrebbe provato — e l'idea di andare al ballo con Sage le sembrò un tradimento. Provò a scacciare l'immagine dalla mente, il più rapidamente possibile.

      “Se non ci andrò, non ci andrò,” lei disse infine. “Va tutto bene. Magari l'anno prossimo.”

      “C'è una grossa festa pre-partita stasera a casa di Jake Wilson. I suoi genitori sono via. Ci andremo tutti. Devi venire. Forse ci troverai un accompagnatore.”

      Scarlet deglutì. Uscire di soppiatto e cercare un compagno quella sera era l'ultima cosa che intendeva fare.

      “Ad ogni modo, non sentirti giù,” Maria disse. “Nemmeno io ho un accompagnatore.”

      “Che ne dici di Brian?” Jasmin le chiese.

      “Tra noi è finita, ricordi?” lei disse.

      “Ma non ha una ragazza.”

      Maria alzò le spalle. “Non me l'ha chiesto. E non voglio andarci con lui. Sage è il solo con cui voglio davvero andarci. Il nuovo ragazzo.”

      Scarlet deglutì.

      “Allora perché non glielo chiedi?” Becca le chiese.

      “Sì, continui a parlare di lui, ma non ti sei ancora avvicinata,” Jasmin disse. “Smettila di essere fifona.”

      “Non sono fifona,” Maria scattò, rispondendo.

      “Fifona, fifona!” la derisero.

      Il viso di Maria si fece rosso, e Scarlet vide quanto fosse arrabbiata.

      “Non sono fifona. Infatti, la prossima lezione ce l'ho insieme a lui. Glielo chiederò.”

      “No, non lo farai,” Becca disse.

      “Non lo faresti mai,” Jasmin disse.

      “Guardatemi,” Maria disse.

      “Ma non è complicato?” Becca disse. “Tu che glielo chiederai?”

      Maria alzò le spalle. “Potrebbe essere meglio. Ma che cosa dovrei fare? Lui è nuovo. Se non glielo chiedo, non lo farà nessun altro. E se non è interessato a me, è meglio che lo sappia ora, giusto?”

      “Penso ancora che sei tutta chiacchiere,” Jasmin esclamò.

      Maria la guardò. “Ci rivediamo tra un'ora e vedremo chi è tutta chiacchiere.”

      Scarlet fu sollevata perché la conversazione aveva cambiato soggetto. Stava iniziando a sperare che tutta l'attenzione negativa potesse spostarsi rapidamente da lei e che tutti le levassero gli occhi di dosso. Dopotutto, i ragazzi passano a nuovi argomenti di gossip davvero rapidamente. Ma, quando pensò alla prossima lezione, con Sage e Maria, il suo stomaco sprofondò.

      Non appena svoltarono l'angolo, lo stomaco di Scarlet sprofondò ancora di più: lì, appoggiate ad una parete, c'erano Vivian e le sue amiche. Sgomitarono tra loro, guardando nella sua direzione, poi ridacchiarono e bisbigliarono.

      Vivian si voltò e guardò dritto verso di lei, con un sorriso vittorioso. Lei notò la meschinità nel suo volto perfetto, la futile soddisfazione che aveva tratto dal maltrattarla on line. Per un istante, in Scarlet montò una tale rabbia che desiderò attaccarla. L'ira invase ogni parte del suo corpo, dai piedi alla punta delle dita. Non capiva che cosa le stesse accadendo: fu come una vampata di calore. Il suo corpo si sentì più forte, più violento, e meno in grado di controllarsi. Voleva andarsene da lì al più presto, prima che accadesse qualcosa di male.

      “Bene, bene, bene,” Vivian disse ad alta voce, mentre le passarono davanti. La tensione nell'aria era così spessa, che si poteva tagliare con un coltello.

      “Guarda chi

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