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mio Dio, che cosa sta accadendo sulla tua bacheca su Facebook?

      Scarlet lo lesse con sorpresa.

      Che cosa vuoi dire?

      Prima che l'amica potesse rispondere, Scarlet afferrò il portatile, lo aprì e entrò sulla sua pagina su Facebook.

      Il cuore le crollò. Vivian aveva postato un messaggio sulla sua bacheca.

      Bel tentativo di rubare Blake. Non ha funzionato. Dopo averti buttato via, è tornato da noi. Sapevo che ti avrebbe buttato via. Sono solo sorpresa che sia accaduto tanto presto.

      Scarlet respirò bruscamente, completamente sbalordita. Vide diversi commenti delle sue amiche a quel post, e vide che si era diffuso sulle bacheche di molte persone. Vide anche che Vivian lo aveva postato su Twitter, e che era stato ritwittato da tutti gli amici di Vivian.

      Scarlet era esterrefatta. Non si era mai sentita più imbarazzata. Cancellò il messaggio sulla sua bacheca, bloccò Vivian, poi entrò nelle impostazioni e le cambiò, così che soltanto i suoi amici potessero postare. Ma fu inutile — chiaramente, il danno era già stato fatto. Ora, l'intera scuola pensava che lei rubasse i fidanzati alle altre ragazze. E che lei era stata scaricata.

      Il volto le si fece rosso. Era così arrabbiata, che voleva uscire e andare a strangolare Vivian. Non sapeva che cosa fare.

      Mise bruscamente giù il portatile, e uscì fuori dalla sua stanza. Scese le scale, senza sapere dove andare o che cosa fare. Tutto ciò che sapeva era che aveva bisogno di aria.

      “Vieni Ruth,” disse.

      Lei afferrò il guinzaglio e Ruth saltò con eccitazione, seguendola fuori dalla porta e per gli scalini del portico.

      Scarlet scese gli scalini, con lo sguardo basso fisso ai suoi piedi, e continuò così finché non si trovò sul marciapiedi e guardò in alto, vedendolo fermo di fronte a lei.

      La ragazza si fermò improvvisamente.

      Lui stava lì, a guardarla, come in attesa.

      Era il nuovo ragazzo.

      Sage.

      CAPITOLO TRE

      Scarlet se ne stette lì, alla fine del suo vialetto, a guardare. Riusciva a malapena a crederci. Lì, sul marciapiede, a pochi metri di distanza, c'era il nuovo ragazzo. Sage la guardava con i suoi intensi occhi grigri,

      Che cosa ci faceva lì, di fronte casa sua? Da quanto tempo ci stava? Aveva osservato la sua casa? Stava sorvegliando il suo marciapiede? O era soltanto di passaggio?

      Ma di passaggio per dove? Scarlet viveva in una tranquilla strada di periferia, e a stento si poteva incontrare qualcuno che camminasse lì intorno. Ma, in fondo, distava soltanto due isolati dalla città, e, presumibilmente, lui poteva essere diretto da qualche parte. Ma era poco probabile.

      Il pensiero che lui fosse lì, a guardare la sua casa, o si stesse avvicinando, la innervosì. D'altra parte, non poteva negare di essere eccitata al vederlo. Eccitata non era la parola giusta. Era più …paralizzata. Non riusciva a togliergli gli occhi di dosso. La pelle liscia, la forte mascella, gli zigomi e il naso dal tratto nobile, gli occhi grigi, le lunghe ciglia — non aveva mai incontrato un ragazzo neppur remotamente paragonabile a lui. Così nobile, orgoglioso. Sembrava essere fuori luogo lì, come se fosse uscito da un palazzo del secolo XVI.

      Lei sentiva le farfalle nello stomaco, mentre lo guardava. Ed era una sensazione che non voleva avere. Dopotutto, Maria, la sua migliore amica, aveva chiarito di avere una vera ossessione per lui. Quanto sarebbe stato sbagliato per Scarlet prenderlo per sé? Maria non l'avrebbe mai perdonata. E lei non avrebbe mai perdonato se stessa. Inoltre, lei aveva Blake. Oppure no?

      Ripensò di nuovo al post di Vivian, al fatto che Blake l'avesse scaricata. Blake glielo aveva davvero detto? O era stata Vivian a costruire tutto? Ad ogni modo, lei era abbastanza sicura che Blake fosse uscito per sempre dalla sua vita.

      “Um … ciao,” lei disse, senza sapere che cosa aggiungere. Dopotutto, non erano nemmeno stati presentati.

      “Non intendevo spaventarti,” lui le rispose.

      Lei adorava la sua voce. Era dolce e gentile, ma potente al contempo. Aveva un tono dolce, sebbene il suo tono fosse in qualche modo autoritario. Avrebbe potuto ascoltare per sempre la sua voce.

      “Sono Sage,” lui disse, tendendole la mano.

      “Lo so,” lei disse, mentre gliela stringeva.

      Il tocco della sua pelle fu elettrizzante. Nel momento in cui lui strinse la mano ghiacciata di lei nella sua, che era invece calda, una scossa partì dal braccio ed attraversò tutto il corpo di Caitlin.

      “E' una piccola città,” la ragazza aggiunse, cercando una spiegazione, sebbene si sentisse in imbarazzo. Quello fu un gesto stupido; non avrebbe dovuto ammettere di conoscere il suo nome: questo la fece sembrare disperata.

      Ma, un attimo, lei pensò. Perché stava facendo questi pensieri? Dopotutto, era l'uomo di Maria. Oppure no?

      “La tua mano è così fredda,” Sage disse, mentre le guardava il palmo.

      Scarlet lo ritirò, autoconsapevole.

      “Scusa,” gli disse, alzando le spalle.

      “Non mi hai detto il tuo nome,” lui disse.

      “Oh, mi dispiace, pensavo che lo sapessi,” lei disse, poi aggiunse, “non che io sia famosa, popolare o qualcosa del genere. E' solo che … ecco è una piccola città, sai?”

      Stava già impaperandosi e peggiorava ad ogni frase. Si comportava sempre così quando diventava nervosa di fronte ai ragazzi.

      “Comunque, mi chiamo Scarlet. Scarlet Paine.”

      Lui sorrise.

      “Scarlet,” ripeté.

      Amava il suono del suo nome pronunciato da lui.

      “Il colore di molte cose. Vino, sangue o rose. Naturalmente, io preferisco l'ultimo,” Sage aggiunse con un sorriso.

      Scarlet gli sorrise anche lei. Chi si esprimeva in quel modo? si chiese. Era come se provenisse da un'altra epoca, da un altro luogo. Lei stava morendo dalla voglia di saperne di più su di lui.

      “Che cosa ci fai qui?” chiese, poi si rese conto di essere sembrata troppo aggressiva. “Non per essere aggressiva. Ma voglio dire, che cosa stai facendo di fronte alla mia casa?”

      Lui apparve stordito per un istante.

      “Sì,” lui disse. “Tempismo singolare, no? Ero in città, e ho pensato di fare un giro. Sono nuovo del posto, e ho pensato di vedere dove conducono queste strade. Non pensavo che portassero a te.”

      Scarlet si sentì meglio. Almeno, non stava sorvegliando la sua casa o una cosa simile.

      “Ecco, non c'è molto da vedere. Questa città si estende solo per pochi isolati in ogni direzione. Ancora pochi isolati di là, ed ecco tutto.”

      Lui sorrise. “Sì, stavo cominciando a rendermene conto da solo.”

      Improvvisamente, Ruth corse verso di lui e gli saltò addosso, leccandogli la mano.

      “Non saltare,” Scarlet la rimproverò.

      “Non preoccuparti,” lui disse.

      Sage s'inginocchiò e accarezzò gentilmente Ruth sul capo con il palmo della mano, grattandola dietro le orecchie. Ruth si abbassò e gli leccò una guancia. La cagna cominciò a guaire e Scarlet poté dire che a lei il ragazzo piaceva davvero. Era scioccata. Ruth era sempre così protettiva con lei, e non l'aveva mai vista comportarsi così con un estraneo.

      “Che bella bestia. Non è così, Ruth?” lui disse.

      Ruth si alzò e lo leccò di nuovo, e lui la baciò sul naso.

      Scarlet

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