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Era precisa la sensazione che aveva provato nei suoi incisivi. Era la sua voglia di nutrirsi. Era possibile?

      Lei era un vampiro?

      I vampiri esistevano davvero?

      Si tirò su, aprì il portatile e cominciò la sua ricerca. Doveva sapere.

      Entrò nel sito di Wikipedia, digitò la parola “vampiro” e cominciò a leggere:

      “La nozione di vampirismo esiste da millenni: culture come quelle mesopotamica, ebraica, quella dell'antica Grecia e di Roma avevano dei racconti su demoni e spiriti, che sono considerati precursori dei vampiri moderni. In ogni caso, nonostante la presenza di creature dalle sembianze di vampiri in queste civilità antiche, il folclore per l'entità che conosciamo oggi come vampiro, ha origini riconducibili quasi esclusivamente all'Europa sudorientale del secolo XVIII, quando le tradizioni orali di molti gruppi etnici della regione furono registrate e pubblicate. Nella maggioranza dei casi, i vampiri nascono da spiriti maligni, vittime suicide o streghe, ma possono anche essere creati da uno spirito malvagio che possiede un cadavere, o dal morso di un vampiro.”

      Scarlet chiuse rapidamente il portatile e lo mise via. Era troppo per lei da sopportare.

      Scosse la testa, provando a scacciare tutto questo dalla mente. C'era decisamente qualcosa di sbagliato in lei. Ma di che cosa si trattava? Questo la terrorizzava.

      A peggiorare ancora di più la situazione c'erano i sentimenti per Blake; non riusciva a non pensare a quanto era appena accaduto tra loro. Non poteva credere di essere scappata via da lui in quel modo, specialmente in quel momento. Erano stati davvero bene insieme, era stato un appuntamento fantastico. E ora questo. Finalmente, proprio quando il loro rapporto stava cominciando a prendere la giusta piega. Era così ingiusto.

      La ragazza non riusciva proprio ad immaginare che cosa lui stesse pensando in quel preciso istante. Doveva aver pensato che lei fosse una sorta di scherzo della natura, una sorta di pazza psicopatica, visto che era saltata in piedi in quel modo, nel bel mezzo di un bacio ed era scappata via, perdendosi nel bosco. Sicuramente aveva pensato che lei era del tutto fuori di testa. Era certa che Blake non avrebbe più voluto rivederla. Probabilmente sarebbe tornato da Vivian.

      Più di ogni altra cosa desiderava spiegargli l'accaduto. Ma come poteva farlo? Che cosa avrebbe potuto dire? Che aveva avuto un improvviso impulso di mordergli il collo? Di nutrirsi di lui? Di bere il suo sangue? Che era scappata via per proteggerlo?

      Certo, questo avrebbe potuto fargli mettere l'anima in pace, lei pensò.

      Voleva che le cose si aggiustassero. Voleva rivederlo. Ma non aveva alcuna idea di come spiegargli. Non era solo questo; aveva anche paura di stare vicino a lui; non si fidava più di se stessa ora. Che cosa sarebbe successo se quell'impulso l'avesse sopraffatta di nuovo? E se stavolta gli avesse davvero fatto del male?

      Scarlet scoppiò in lacrime, mentre un pensiero si faceva strada nella sua mente. Era destinata a stare lontana per sempre dai ragazzi?

      No. Doveva tentare. Doveva almeno tentare di aggiustare le cose. Doveva provare in qualche modo a fornire una spiegazione. Un'altra ragione per fare sì che lui non la odiasse. Anche se non avesse più voluto rivederla, lei non poteva lasciare le cose così com'erano. E, nel profondo del suo cuore, una parte di lei osava anche sperare che forse quello poteva essere considerato un episodio, per quanto assurdo, e che avrebbero potuto superare la cosa stando ancora insieme. Dopotutto, se si fossero lasciati l'accaduto alle spalle, avrebbero potuto superare qualsiasi cosa.

      Scarlet iniziava a sentirsi leggermente meglio. Si asciugò le lacrime, afferrò un fazzoletto, si soffiò il naso e tirò fuori il cellulare. Cercò il nome di Blake nella rubrica e cominciò a digitare un sms.

      Poi si fermò. Che cosa poteva dire?

      Mi dispiace così tanto per quello che è accaduto oggi.

      Lo cancellò. Era fin troppo generico.

      Non so che cosa mi sia preso oggi.

      Cancellò anche quel messaggio. Non suonava efficace. Lei aveva bisogno di trovare una frase che esprimesse l'equilibrio perfetto, un insieme convincente di scuse, in modo da sperare ancora che le cose non fossero cambiate per sempre. Aveva anche bisogno di sottolineare quanto fosse stata bene con lui, prima di quel momento.

      Chiuse gli occhi e sospirò, riflettendo profondamente. Forza, coraggio, si disse per darsi forza.

      Cominciò a digitare.

      Sono stata benissimo con te oggi. Mi spiace così tanto che sia finita in quel modo. C'era un motivo per cui sono dovuta andar via in quella maniera, ma non posso spiegartelo. So che è difficile da comprendere, ma spero che tu lo farai. Voglio solo che tu sappia che sono stata proprio bene, e mi dispiace. E spero che ci rivedremo di nuovo.

      Scarlet stette a guardare il messaggio a lungo, poi finalmente si convinse a inviarlo.

      Lo vide partire.

      Il messaggio non era perfetto. Pensò già al modo in cui avrebbe potuto riscriverlo, in un milione di modi diversi. E una parte di lei si era già pentita di averlo spedito. Forse era troppo disperato. Forse era troppo criptico.

      Ad ogni modo. Era stato spedito. Almeno, lui sapeva di piacerle ancora, e che intendeva rivederlo.

      Lei sapeva che Blake aveva il cellulare con sé ogni istante della giornata. Sapeva che avrebbe ricevuto subito il messaggio. E che rispondeva sempre ai suoi sms nell'arco di secondi.

      Scarlet tremava mentre aspettava la risposta.

      Si poggiò il cellulare in grembo e chiuse gli occhi, respirando lentamente, attendendo una vibrazione. Desiderò che vibrasse.

      Coraggio, lei pensò. Rispondimi.

      Se ne stette seduta lì, in attesa, per quella che sembrò un'eternità. Continuava a riaggiornare il cellulare. Dopo pochi minuti, lo spense e riaccese persino, nel caso in cui qualcosa non funzionasse. Poi, guardò l'orologio. Trascorsero due minuti.

      Poi cinque.

      Poi dieci.

      Gettò il cellulare sulla scrivania, mentre le lacrime spuntavano di nuovo. Chiaramente non intendeva risponderle. Come poteva biasimarlo? Neanche lei lo avrebbe fatto, probabilmente.

      Dunque era così. Era finita.

      Poi, improvvisamente, il cellulare vibrò.

      Lei si allungò e lo raccolse dalla scrivania.

      Ma il cuore le si fermò nel vedere che non si trattava di un messaggio di Blake. Bensì di Maria.

      Non posso credere che tu abbia saltato la lezione in quel modo. Allora … com'è andato l'appuntamento con Blake?

      Scarlet sospirò. Non aveva idea di come risponderle.

      Non preoccuparti. Non lo rifarò di nuovo. Tra di noi è finita.

      Davvero? Accidenti. Perché? Vivian?

      No. Non lei. E' solo che …

      Scarlet si fermò, chiedendosi che cosa dire.

      … non ha funzionato.

      Dimmi.

      Scarlet sospirò. Voleva davvero cambiare argomento.

      Niente da dire. E tu?

      Accidenti, non riesco a smettere di pensare al nuovo ragazzo. Sage. Ho avuto dei nuovi dettagli oggi.

      Scarlet era esausta e non voleva davvero continuare la conversazione via sms. Non voleva saperne più niente di gossip e allusioni relativi al nuovo ragazzo — o a nessun altro. Voleva solo scomparire dal mondo.

      Ma Maria era la sua migliore amica, e quindi doveva assecondarla.

      Ha una sorella e un cugino. Comunque non frequentano la nostra scuola. Lui si è trasferito da una scuola privata. Ho sentito che è ricco. Ma ricchissimo.

      A Scarlet non importava. Voleva soltanto che la conversazione terminasse.

      Fortunatamente,

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