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bisogno di sapere per ora."

      Con un'espressione vuota sul volto si girò verso Sandwell.

       "Signor Sandwell, le prove che ho trovato in questo caso mi obbligano ad arrestarla. Vuole che la informi dei suoi diritti?"

       "Arrestarmi?" Sandwell reagì rabbiosamente. "Sulla base di che cosa?"

       "Sulla base dell'omicidio premeditato del Cardinale. Visto che era un membro del clero e totalmente impotente contro una persona violenta, mi aspetto che la pena richiesta contro di lei sarà molto severa."

       "Tutto questo è assurdo!" esclamò Sandwell ad alta voce. "Perché? Per un pezzo di carta con il mio nome che è finito qui per caso? Questo non ha niente a che vedere con delle prove. Lei sta adattando le circostanze per farle combaciare al crimine. Chiunque, qualunque visitatore della chiesa, anche un turista avrebbe potuto trovare da qualche parte questa carta di imbarco e perderla qui di nuovo."

      Sandwell ripensò a tutti gli avvenimenti delle ultime ventiquattro ore. Quelle telefonate, il tizio sullo scooter fuori dal teatro e quella busta con il libro all'interno!

      Tornò di nuovo all'attacco.

       "Inoltre, cosa c'è che non prova che tutto questo non sia un qualche tipo di macchinazione? In realtà, sembra proprio una trappola. Mi è stato detto che la polizia italiana è completamente corrotta e dopo questa orribile esperienza," fece un gesto col braccio verso il corpo sul pavimento, “sono sicuro che lo sia. Qualunque siano i suoi piani, ispettore, non andrò da nessuna parte con lei. Non so come sia finita qui la mia carta d'imbarco, ma io l'ho vista uscire dalla sua tasca. Chissà dove l'ha avuta."

      De Angelis fu irremovibile.

       "Signor Sandwell, lo tenga bene in mente: qualunque cosa dirà potrà essere usato contro di lei. Ho prove a sufficienza per trattenerla in questo paese, almeno fino a quando non saranno terminate le indagini."

      Un'espressione pericolosa apparve sul suo volto.

       “E un'altra cosa: lei mi accusa di corruzione. Se fossi al posto suo io starei molto attento quello che dice. La carta d'imbarco non è l'unico motivo per trattenerla."

       "E quale altro motivo potrebbe esserci?"

       "Più di uno. Le sue accuse, la sua presenza qui a Roma proprio prima del prossimo incontro del G20, il suo interesse per l'arte religiosa e la sua presenza vicino a questo edificio al momento dell'omicidio."

      Sandwell sospirò profondamente.

       "Un'altra accusa falsa che non può provare. Non troverà nessuna altra prova se non le mie impronte sulla maniglia della porta."

      La sua mente era in completa confusione. Aveva bisogno di più tempo per pensare.

       "Ispettore," fece un ultimo tentativo. "spero che si renda conto di aver completamente torto. Questa è solo una strana coincidenza, non ha importanza quanto incredibile possa sembrare. La mia presenza alla basilica questa notte è stata una pura coincidenza. Capisco quanto sospetto debba esserle sembrato trovare la mia carta d'imbarco qui, ma è solo quello che è, una coincidenza, e il suo lavoro è trovare la verità."

       Mi dispiace," borbottò l'ispettore. "Non ha scelta se non quella di venire con me. Immagini questo: lei vive in Italia o forse è qui per una visita. Mentre è qui, vede accadere qualcosa di strano. In un caso come quello, in un caso come questo, lei deve solo adeguarsi ai nostri usi e alle nostre leggi e accettare che qualche cosa sia gestito in modo diverso rispetto alla sua nazione."

      Sandwell sospirò profondamente. Si rese conto che non gli sarebbe stato permesso di andarsene. Cominciò a risalire le scale, questa volta davanti all'ispettore. Pensare alla fuga non aveva senso con una testa calda di quel genere armata alle sue spalle.

      Mentre andavano verso l'auto della polizia, Sandwell si sentì ingannato. Era stupidamente caduto nella trappola di uno sconosciuto, qualcuno che chiaramente voleva che lui fosse coinvolto.

      A ogni passo le sue speranze svanivano. La situazione era folle. Non era coinvolto in nulla di quello che era accaduto. In quel momento avrebbe dpovuto essere seduto in aereo, di ritorno verso casa. Invece era quasi certo che lo aspettassero delle accuse fasulle, un processo farsa e una lunga permanenza in una prigione italiana.

      Con la mente nel panico, evitò a malapena una piccola auto che sfrecciò sul marciapiedi verso la basilica. La sua velocità e la sua direzione obbligò i due poliziotti, sorpresi, a saltare di lato, lasciando un notevole spazio tra loro e Sandwell. Con l'auto della polizia dietro di lui e la Fiat Cinquecento a tutta velocità contro di lui fu sicuro che sarebbe stato colpito dalla piccola utilitaria. Spinto da una scarica di adrenalina, pochi centimetri prima che il veicolo lo colpisse, saltò e si incuneò tra due sostegni, gli occhi chiusi pronto alla inevitabile collisione.

      

      10

      I cancelli dell'Inferno rimasero chiusi. Sandwell saltò oltre il cofano della Fiat mentre passava, riuscendo a evitare di ferirsi. Quando si guardò alle spalle, vide la Cinquecento colpire il paraurti dell'auto della polizia, lasciare segni di frenata sull'asfalto e fermarsi. Scioccato e curioso di scoprire l'identità del guidatore, Sandwell si avvicinò e sbirciò dentro alla Fiat. Fu sorpreso di vedere una donna dietro al volante. La donna sembrò ignorare i due poliziotti.

       "Americano! Per favore, sali in auto!” urlò, gesticolando. “Veloce! Sali in macchina!"

       Sandwell non aspettò. Con un movimento si lanciò vicino a lei e la Fiat si precipitò all'indietro, di nuovo sulla strada lasciando alle loro spalle De Angelis e un poliziotto molto confuso.

      I poliziotti non persero tempo e molto velocemente si misero all'inseguimento.

      Alla massima velocità, con l'Alfa Romeo della polizia alle calcagna, la piccola Fiat sfrecciò attraverso le strade del centro di Roma. Salendo sui marciapiedi e superando le auto a destra e a sinistra, riuscirono ad aumentare la loro distanza dall'auto della polizia fino a quando raggiunsero un incrocio dove il semaforo divenne rosso. La donna spinse a tavoletta sull'acceleratore, tirò il freno a mano e fece una brusca svolta a sinistra portando di forza l'auto fuori dalla carreggiata. Manovrò con abilità tra due paletti e sbucò sulla parte più distante della strada lasciando alle loro spalle tutto il resto del traffico, Alfa Romeo compresa.

      Sandwell diede un'occhiata al tachimetro: novantasei chilometri all'ora. Decisamente troppo per quelle strade!

      L'Alfa Romeo non si vedeva da nessuna parte. Senza ridurre la velocità, superarono un altro incrocio, ignorando i semafori. Al bivio successivo, una rotonda, ridussero la velocità, si infilarono in una strada stretta che andava dritta in un garage e, all'improvviso, si fermarono.

      Sandwell osò respirare di nuovo per la prima volta da quando era iniziato l'inseguimento.

       "Qualunque sia il tuo nome, chiunque tu sia, grazie," urlò. "Forse non te ne se resa conto, ma mi hai salvato la vita."

       "Lo so," disse la donna con una voce sensuale. "É la tua serata fortunata!"

      Le sue lucide labbra rosse e i suoi orecchini appariscenti brillavano alla luce di una finestra illuminata, facendo venire uno strano pensiero a Sandwell. Era mezzanotte passata ed era stato raccolto su una strada pubblica da una donna sconosciuta.

       "Mi dispiace," replicò arrossendo. "Se vuoi che io venga con te non posso. Prima di tutto, non ho denaro con me e non—"

       "É il tipo di persona che fa cose del genere?" lo interruppe lei. "Non era questo che volevi dire?"

      Vide le sua guance avvampare.

       "Conosco il tuo problema, signorino. Non devi scusarti con me."

      La sua risposta non lo mise per nulla a suo agio. Lei lo guardò con un misto tra compassione e colpa.

      Improvvisamente, sorrise.

       "Sembra

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