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questo, non credo che si sistemi in un posto diverso da quello che attualmente occupa l'Onnipotente."

       "Al posto di, intendi?"

       "Che altro? Lui, Satana, lottava per mettersi al posto di Dio cercando di gettarlo dal suo trono."

       "In tal caso spero abbia torto. Deve rendersi conto che è stato un gesuita di quarto grado che ha scritto questo."

      Lui la guardò incredulo. "Come lo sai? Voglio dire, come sai che è stato scritto da un gesuita? E cosa è un quarto grado?"

      Lei sorrise misteriosamente. "Semplice. Conosco questa scrittura. É di mio zio. Nessuno scrive come lui. Guarda, le lettere sono proprio come note musicali. Vede la ‘R’? Molto arricciata. Senza dubbio opera di mio zio. Se non per —"

      

      15

       "Cosa?"

      Raffaella aveva girato la carta fissando l'immagine.

       "Nulla. Mi domando solamente perché abbia usato una carta dei tarocchi. Questa carta simbolizza il lato nascosto, la Papessa. Cosa potrebbe aver voluto intendere inserendo questa carta?"

       "La Papessa? Il Papa, no? É un'immagine di un papa. Guarda a cosa c'è scritto sotto. Dice, ‘Il Papa.’"

      Lei girò la carta e gliela mise sotto il naso.

       "Ne sei sicuro?"

      Con sua grande sorpresa diceva ‘La Papessa’ e non ‘Il Papa’.

       "Hm. Strano. Potrei giurare che prima diceva—"

       "Qualcos'altro?” sogghignò lei. “Credo che tu soffra di un eccesso di immaginazione. Una volta capitava anche a me. La tua immaginazione corre più veloce del tuo cervello. Le lettere non cambiano improvvisamente nel corso di una notte, lo sai? Questa è chiaramente una femmina. Quindi è ‘La Papessa’ e non ‘Il Papa’ come sostieni tu. La Papessa è femminile, un papa donna. Perché mai ti ha dato questo?"

      Sandwell non era in grado di ricordare di aver mai visto degli occhi così splendenti e carichi di energia.

       “Speravo potesse darmi tu una risposta a questa domanda."

      La donna scosse la testa. "Quelle parole non mi dicono nulla. Mio zio, però le conosceva, ne sono sicura. Deve averlo fatto con qualche scopo specifico. Tipico di lui. Suggerisco di andare a casa sua, ispezionare il suo ufficio. Forse troviamo qualcosa. É davanti alla Basilica. Non lontano da qui, dovremmo essere in grado di arrivarci senza essere visti."

       "Faremmo meglio ad andarci subito," propose Sandwell. "Dobbiamo arrivare lì prima che ci pensi De Angelis."

      La facciata chiara dell'edificio che stava davanti a loro sembrava quasi quella di una caserma dei vigili del fuoco. Nulla dimostrava che fosse la casa di una persona con un incarico di poco inferiore a quello del Papa.

      Aprendo la porta molto alta, Raffaella notò il disappunto sul volto di Sandwell.

       "Sì, può sembrare povera dall'esterno ma non ti dimenticare una cosa: è un palazzo costruito nel quinto secolo. Nei primi tempi sembrava più bello, ma le rivolte e le guerre hanno dato all'edificio un aspetto più dimesso."

      All'interno aleggiava l'odore di una corsia di ospedale. Il grande studio, il corridoio e l'ingresso stesso erano ricoperti di ebano. A metà dello studio c'era una enorme scrivania antica. Era chiaro che il lavoro occupava un posto fondamentale nella vita del cardinale.

      Entrambi cominciarono a farsi largo tra pile di riviste, numeri di periodici cattolici, cartelline piene di appunti, circolari e libri.

       "Ma in realtà cosa stiamo cercando?" domandò Raffaella. "In questo modo non faremo grandi progressi."

       "Qualunque cosa possa aiutarci a rintracciare il suo assassino. Quello che stava facendo o in che cosa era coinvolto. Appunti recenti sulla sua scrivania per esempio.”

      Raffaella si sedette alla scrivania dello zio, rovistando i cassetti uno a uno.

       "Scusami, quanti anni aveva tuo zio?" chiese Sandwell.

       "Dunque, vediamo...credo ottantatré. Ne aveva ventuno quando è stato ordinato sacerdote nel 1954, l'anno della santificazione di Pio X.”

      Sandwell annuì. "Come pensavo. Lo stile datato, la sua calligrafia, tuo zio deve essere stata una persona molto istruita. Non conosco nessuno con tali capacità o qualcuno che scriva ancora in questo modo."

      Lei sorrise. "Al giorno d'oggi credo che una persona del genere sia chiamata un fossile. Lo era, sotto molti punti di vista. Ed era più conservatore della cantina sotto al Vaticano. Inoltre spesso dicevano che era un paranoico morboso e sull'orlo della nevrastenia. Ora capisco il perché, voglio dire, so che era mio zio, ma per quanto riguarda la frase sul retro della carta: chi scriverebbe qualcosa del genere?"

       "La tua domanda è retorica," sogghignò Sandwell. "ti sei risposta da sola."

      Senza entrare nei dettagli Sandwell raccontò a Raffaella delle telefonate anonime, del modo particolare con cui gli era stata consegnata la busta, della chiave e della scoperta della sua carta d'imbarco vicino al corpo dello zio.

       "Capisco. Quindi è per questo che hai lasciato il tuo palchetto così all'improvviso," esclamò lei. "Prima che mi rendessi conto che te ne eri andato."

       "Dopo di che mi hai seguito," replicò Sandwell. “Non ti ho notata all'inizio. Bel lavoro! Tuo zio mi ha chiamato parecchie volte. Ora mi rendo conto che lo ha fatto per farmi uscire dal teatro per essere sicuro che fossi lì al momento giusto. Piuttosto intelligente devo dire, altrimenti non sarei qui proprio ora. Quello che però ancora non capisco e che speravo fossi in grado di dirmi è il motivo per cui ha scelto me, un completo sconosciuto per lui? Non conoscevo il Cardinale e non avevo mai sentito parlare di lui. E all'improvviso appari tu, sua nipote che entra in scena in modo così spettacolare esattamente al momento giusto per impedirmi di essere arrestato. Un'azione fulminea e pericolosa. Nel complesso una situazione molto strana, mi domando ancora cosa ci sia dietro a tutto questo".

       "Chi," disse lei bruscamente. "É stato mio zio a essere stato ucciso. Ha cercato di mettersi in contatto con te anche se troppo tardi. E perché sei così sicuro del fatto che non ti conoscesse? Magari a causa del tuo lavoro? Il motivo per cui ti ha mandato questo libro è qualcosa che non siamo in grado di capire al momento. Rivelare questo reperto è una cosa rischiosa da fare in questa città. Nessuno dovrebbe fare una cosa del genere in questo modo."

       "Giusto. Credo che quello che ho fatto è insolito, forse anche pericoloso?"

       "Non per me, ma per il suo proprietario. Gli causerà un sacco di problemi. Non importa. I Gesuiti lo possedevano. Ho sempre desiderato vedere soffrire questi bastardi, così a lungo da desiderare di vederli sterminati."

       “Forse non è un buon piano per il momento. Ma come facevi a sapere chi ero?"

      Lei sospirò profondamente. "Per l'ultima volta, non lo sapevo. Dopo che ti ho seguito alla stazione ti ho visto prendere qualcosa dall'armadietto che aveva usato mio zio. Motivo sufficiente perché ti seguissi."

       “Capisco. E la carta d'imbarco?"

       "Non ne ho idea. In qualche modo deve aver scoperto qualcosa sulla tua identità. Farlo per un gesuita di quarto grado era un gioco da ragazzi."

      

      16

      Sandwell rimase senza parole. Questa bella italiana sapeva molto di più di quello che voleva dire. E ora che aveva perso il suo aereo e che, grazie a De Angelis, non si sarebbe potuto presentare all'aeroporto molto presto, aveva parecchio tempo per provare la sua innocenza.

       "Voglio che cominci a dirmi alcune cose, in particolare sui Gesuiti," chiese. "Il mio unico modo per uscire da questo casino è scoprire chi

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