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2014.

      Art. 372. Investimento di capitali.

      I capitali del minore devono, previa autorizzazione del giudice tutelare, essere dal tutore investiti:

      1) in titoli dello Stato o garantiti dallo Stato;

      2) nell’acquisto di beni immobili posti nella Repubblica (1);

      3) in mutui garantiti da idonea ipoteca sopra i beni posti nella Repubblica (1); o in obbligazioni emesse da pubblici istituti autorizzati a esercitare il credito fondiario;

      4) in depositi fruttiferi presso le casse postali o presso altre casse di risparmio o monti di credito su pegno. Il giudice, sentito il tutore e il protutore, può autorizzare il deposito presso altri istituti di credito, ovvero, per motivi particolari, un investimento diverso da quelli sopra indicati.

      (1) Testo così modificato a seguito dell’entrata in vigore della Costituzione Italiana.

      Art. 373. Titoli al portatore.

      Se nel patrimonio del minore si trovano titoli al portatore, il tutore deve farli convertire in nominativi, salvo che il giudice tutelare disponga che siano depositati in cauta custodia.

      Art. 374. Autorizzazione del giudice tutelare.

      Il tutore non può senza l’autorizzazione del giudice tutelare:

      1) acquistare beni, eccettuati i mobili necessari per l’uso del minore, per la economia domestica e per l’amministrazione del patrimonio;

      2) riscuotere capitali, consentire alla cancellazione di ipoteche o allo svincolo di pegni, assumere obbligazioni, salvo che queste riguardino le spese necessarie per il mantenimento del minore e per l’ordinaria amministrazione del suo patrimonio;

      3) accettare eredità o rinunciarvi, accettare donazioni o legati soggetti a pesi o a condizioni;

      4) fare contratti di locazione d’immobili oltre il novennio o che in ogni caso si prolunghino oltre un anno dopo il raggiungimento della maggiore età;

      5) promuovere giudizi, salvo che si tratti di denunzie di nuova opera o di danno temuto, di azioni possessorie o di sfratto e di azioni per riscuotere frutti o per ottenere provvedimenti conservativi.

      Art. 375. Autorizzazione del tribunale.

      Il tutore non può senza l’autorizzazione del tribunale:

      1) alienare beni, eccettuati i frutti e i mobili soggetti a facile deterioramento;

      2) costituire pegni o ipoteche;

      3) procedere a divisioni o promuovere i relativi giudizi;

      4) fare compromessi e transazioni o accettare concordati. L’autorizzazione è data su parere del giudice tutelare.

      Art. 376. Vendita di beni.

      Nell’autorizzare la vendita dei beni, il tribunale determina se debba farsi all’incanto o a trattative private, fissandone in ogni caso il prezzo minimo. Quando nel dare l’autorizzazione il tribunale non ha stabilito il modo di erogazione o di reimpiego del prezzo, lo stabilisce il giudice tutelare.

      Art. 377. Atti compiuti senza l’osservanza delle norme dei precedenti articoli.

      Gli atti compiuti senza osservare le norme dei precedenti articoli possono essere annullati su istanza del tutore o del minore o dei suoi eredi o aventi causa.

      Art. 378. Atti vietati al tutore e al protutore.

      Il tutore e il protutore non possono, neppure all’asta pubblica, rendersi acquirenti direttamente o per interposta persona dei beni e dei diritti del minore.

      Non possono prendere in locazione i beni del minore senza l’autorizzazione e le cautele fissate dal giudice tutelare.

      Gli atti compiuti in violazione di questi divieti possono essere annullati su istanza delle persone indicate nell’articolo precedente, ad eccezione del tutore e del protutore che li hanno compiuti.

      Il tutore e il protutore non possono neppure diventare cessionari di alcuna ragione o credito verso il minore.

      Art. 379. Gratuità della tutela.

      L’ufficio tutelare è gratuito.

      Il giudice tutelare tuttavia, considerando l’entità del patrimonio e le difficoltà dell’amministrazione, può assegnare al tutore un’equa indennità. Può altresì, se particolari circostanze lo richiedono, sentito il protutore, autorizzare il tutore a farsi coadiuvare nell’amministrazione, sotto la sua personale responsabilità da una o più persone stipendiate.

      Art. 380. Contabilità dell’amministrazione.

      Il tutore deve tenere regolare contabilità della sua amministrazione e renderne conto ogni anno al giudice tutelare.

      Il giudice può sottoporre il conto annuale all’esame del protutore e di qualche prossimo parente o affine del minore.

      Art. 381. Cauzione.

      Il giudice tutelare tenuto conto della particolare natura ed entità del patrimonio, può imporre al tutore di prestare una cauzione, determinandone l’ammontare e le modalità. Egli può anche liberare il tutore in tutto o in parte dalla cauzione che avesse prestata.

      Art. 382. Responsabilità del tutore e del protutore.

      Il tutore deve amministrare il patrimonio del minore con la diligenza del buon padre di famiglia. Egli risponde verso il minore di ogni danno a lui cagionato violando i propri doveri.

      Nella stessa responsabilità incorre il protutore per ciò che riguarda i doveri del proprio ufficio.

      Sezione IV.

      Della cessazione del tutore dall’ufficio

      Art. 383. Esonero dall’ufficio.

      Il giudice tutelare può sempre esonerare il tutore dall’ufficio qualora l’esercizio di esso sia al tutore soverchiamente gravoso e vi sia altra persona atta a sostituirlo.

      Art. 384. Rimozione e sospensione del tutore.

      Il giudice tutelare può rimuovere dall’ufficio il tutore che si sia reso colpevole di negligenza o abbia abusato dei suoi poteri, o si sia dimostrato inetto nell’adempimento di essi, o sia divenuto immeritevole dell’ufficio per atti anche estranei alla tutela, ovvero sia divenuto insolvente.

      Il giudice non può rimuovere il tutore se non dopo averlo sentito o citato; può tuttavia sospenderlo dall’esercizio della tutela nei casi che non ammettono dilazioni.

      Sezione V.

      Del rendimento del conto finale

      Art. 385. Conto finale.

      Il tutore che cessa dalle funzioni deve fare subito la consegna dei beni e deve presentare nel termine di due mesi il conto finale dell’amministrazione al giudice tutelare. Questi può concedere una proroga.

      Art. 386. Approvazione del conto.

      Il giudice tutelare invita il protutore, il minore divenuto maggiore o emancipato, ovvero, secondo le circostanze, il nuovo rappresentante legale a esaminare il conto e a presentare le loro osservazioni.

      Se non vi sono osservazioni, il giudice che non trova nel conto irregolarità o lacune lo approva; in caso contrario nega l’approvazione.

      Qualora il conto non sia stato presentato o sia impugnata la decisione del giudice tutelare, provvede l’autorità giudiziaria nel contraddittorio degli interessati.

      Art. 387. Prescrizione delle azioni relative alla tutela.

      Le azioni del minore contro il tutore e quelle del tutore contro il minore relative alla tutela si prescrivono

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