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1997 i rapporti con i colleghi spagnoli si differenziarono: al nostro XXI Convegno su Spettacoli studenteschi nell’Europa umanistica partecipò ancora una volta Alonso Asenjo con «Panorámica del teatro estudiantil del Renacimiento español», poco dopo, César Oliva mi invitò a partecipare ad Almagro al Festival del Teatro Classico, a un Incontro con i direttori dei festivals. In quell’occasione si definì la collaborazione fra il nostro e il Festival di Elche. Infine, padre Calahorra, musicologo dell’Università di Saragozza, mi invitò alle loro Giornate del Canto gregoriano e potei presentare il video delle nostre liturgie drammatiche.

      Il 1998 comportò un notevole fruttuoso impegno con i colleghi di Elche e di Murcia. Infatti Oliva mi incaricò di tenere, nel «Centro Municipal de Exposición» di Elche, un Corso di lezioni e proiezioni su «La Commedia dell’Arte e il Rinascimento» ai numerosi attori e registi dei gruppi amatoriali che vi parteciparono attivamente. Pochi giorni dopo mi trasferii a Murcia, dove, alla Facoltà di Lettere, Oliva aveva indetto uno scambio di esperienze didattiche fra docenti «Praxis teatral y texto dramático». Parlai della «Comedia renacentista italiana» e mostrai alcuni video.

      Qualche mese dopo venne organizzato, al V Festival di Elche, il Seminario diretto da Sirera, in cui parlai dei «Caracteres religiosos y estructura dramática de la representación de La conversión de María Magdalena y de la resurrección de Lázaro» e introdussi quel testo che venne allestito nel Palazzo di Altamira da Jana Balkan, vedova del regista Caserta.

      A sua volta Oliva fu fra i protagonisti del XXII Convegno su Vita cittadina nel teatro fra Cinque e Seicento con la relazione «El escenario urbano de Lope: decorado, ficción y realidad» e con uno spettacolo che portò al nostro V Festival: Danza de la Muerte, recitato dai suoi studenti.

      Nel 1999 dedicammo il nostro impegno, nell’imminenza del Giubileo, a curare i risultati di un concorso internazionale di drammaturgia religiosa e a programmare il XXIII Convegno intitolato a Letteratura e drammaturgia dei pellegrinaggi. Assenti gli studiosi spagnoli, ma significativa la presenza al VI Festival, del gruppo aragonese di burattinai: Los Titiriteros de Binefar, vincitori, nel 1994 del Festival valenciano della Valle d’Albaida. Presentarono un sorprendente spettacolo Almogavares, che mostrava in una successione di scenari pittoreschi, le vicende guerresche di un gruppo di soldati di ventura impegnati, in diverse zone del Mediterraneo, contro i Turchi.

      Nel 2000 il XXIV Convegno trattò il tema Martiri e Santi in scena, vi partecipò l’amico Sirera che illustrò «La comedia de santos española: un puente entre el teatro medieval y el del barroco». Nel volume degli Atti del convegno, che venne pubblicato, come di regola l’anno dopo, la bibliografia spagnola sul tema fu redatta da un borsista spagnolo invitato: Latorre Romero. Al VII Festival, il gruppo madrileno «El Retablo», diretto da Paolo Vergne Quiroga, animato da attori e marionette, rappresentò Aventuras de Don Quijote. Purtroppo, nell’aprile di quell’anno morì, per una malattia incurabile, il caro Luis Quirante che, con i suoi studi e le sue iniziative, aveva dato un impulso eccezionale alle diverse sperimentazioni sul teatro e la musica medioevale. Al VI Festival di Elche, al seminario diretto da Sirera, Luis venne commemorato dai molti studiosi presenti. La mia relazione fu su «María Virgen y Madre en la dramaturgia italiana del Medioevo» e Salvo Bitonti, regista dello spettacolo del 1999 Storie di Pellegrini, lo rappresentò.

      In novembre, per il numero speciale dei Quaderns de Filologia dell’Università di Valencia, dedicato a Quirante, scrissi un «Ricordo di Luis».

      Il 2001 fu un anno movimentato, anzi traumatico. Infatti, come era avvenuto a Viterbo, dopo dieci anni di attività culturali e il successo dei Festivals, l’avvento del partito avversario della precedente Amministrazione Comunale, provocò l’imprevedibile fine delle attività del «Centro» in Anagni.

      Costretti a programmare a Roma il XXV Convegno e a trovare uno spazio per lo spettacolo, trovammo accoglienza negli ambienti dell’Istituto Nazionale di Studi Romani sull’Aventino. Tema del Convegno Satira e beffa nelle commedie europee del Rinascimento che, oltre a Giulio Ferroni, che presentò «Vittime e aggressori nella commedia del Cinquecento», ospitò l’intervento di Pérez Priego che analizzò «La sátira en las farsas de Diego Sánchez de Badajoz». La bibliografia spagnola fu a cura del borsista Juan Antonio del Barrio Álvarez.

      L’imprevisto ritorno a Roma nel 2002, ci riportò nella condizione critica del 1986 con le nostre iniziative sommerse da innumerevoli eventi, la difficoltà di trovare spazi idonei per gli spettacoli, quindi la necessità di operare in ambienti chiusi. Infatti, il XXVI Convegno su Tragedie dell’onore nell’Europa Barocca, fu ospitato nel saloncino dell’Accademia Filarmonica Romana, mentre Tradimento per l’onore di G. A. Cicognini, imitatore di autori spagnoli, fu recitato nella sala dei concerti.

      In quella circostanza, l’illustre amica Evangelina Rodríguez tenne una brillante relazione «Quando Lope quiere, Calderón también: palabra y acción en la tragedia de honra del Siglo de Oro» e sovrintese anche alla bibliografia spagnola sul tema, redatta dalla borsista Rosario Castellò Benavent.

      Al Convegno del 2003 su Eroi della poesia epica nel teatro del Cinque-Seicento fu il tedesco Georges Güntert a illustrare «Echi di Ariosto e Boiardo nel teatro di Cervantes» e a curare la bibliografia.

      Nel 2004 fummo in grado di riprendere i rapporti con gli amici valenciani, quando organizzammo il XXVIII Convegno Romanzesche avventure di donne perseguitate nei drammi fra ′4 e ′500 con la rappresentazione del testo fiorentino Stella nella basilica di San Saba. Là, Teresa Ferrer affrontò un tema suggestivo «Aventuras novelescas en el teatro español de fines del siglo XVI: heroínas perseguidas en la obra de Cristóbal de Virués y Francisco Agustín Tárrega». Alejandro García Reidy scrisse un’accurata bibliografia: «La mujer perseguida en el teatro español de los siglos XV y XVI: la perspectiva de la crítica». Stella venne invitata al Festival di Elche e presentata dal musicologo e regista Alberti.

      Nel 2005, dopo una diligente ricerca su testi rinascimentali ispirati dalle guerre di religione, tema tristemente attuale ancor oggi, programmammo il XXIX Convegno Guerre di religione sulle scene del Cinque-Seicento. Fra gli studiosi che analizzarono alcuni testi significativi gli amici: Corinne Lucas Fiorato con «Tragédies des hommes de paille: Daniele Barbaro, Vincenzo Giusti, Valerio Fuligni»; Renzo Cremante «Appunti sul tema della guerra, ed in particolare del-la guerra d’Oriente, nella tragedia italiana del Cinquecento» e Giulio Ferroni «Tasso e le guerre di religione». Contributi, oltre che da Ricard Salvat «Presencias y ausencias de las guerras de religión en el teatro del Siglo de Oro», vennero dagli ispanisti Maria Grazia Profeti «Guerre di religione nel teatro aureo spagnolo: tipologie e strategie di drammatizzazione» e Michele Olivari: «La Española-Inglesa di Cervantes e i luoghi comuni della belligeranza ideologica castigliana cinquecentesca. Antefatti e premesse di una revisione radicale». Lisa Falli curò la bibliografia spagnola.

      Nel 2006 il XXX Convegno su Libidine dei potenti e angoscia dei vinti. Drammaturgia della crisi alla fine del Rinascimento, ebbe la gradita partecipazione di Sirera, che tenne una penetrante analisi «Sin esperanza y vencidos: sobre algunos personajes y algunas tragedias españolas del Quinientos» mentre Felipe Pedraza Jiménez trattava «Sexo, poder y justicia en el primer Lope: El Marqués de Mantua». La bibliografia fu redatta da Almudena García González e Rosa Sanmartín.

      Nel 2007 venne esplorato un ambito dello spettacolo medioevale assente da secoli dalla vita teatrale, tema del Convegno Umor nero. Astuzia e sarcasmo nei testi comici popolareschi dell’Europa tardomedioevale. L’amico José Luis Canet descrisse con sottile arguzia «Astucia y sarcasmo en los inicios del teatro español». María Bayarri Rossellò raccolse la «Bibliografía sobre los orígenes del teatro medieval español hasta el teatro prelopista». Ma furono i ben quattro spettacoli allestiti in due teatri romani ad attrarre l’interesse dei partecipanti e del pubblico. In particolare l’originale e sorprendente montaggio di venticinque brani di autori spagnoli del XV secolo che creavano un vario panorama comico in chiave goliardica con vivaci spunti satirici. Il testo, intitolato Per Sant Lluc, che si riferiva alla festa cinquecentesca per l’inaugurazione dell’anno accademico dell’Università di Valencia,

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