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Cover

      Ariele Morinini

      Il nome e la lingua

      Studi e documenti di storia linguistica svizzero-italiana

      Narr Francke Attempto Verlag Tübingen

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      Publié avec le soutien du Fonds national suisse de la recherche scientifique.

      Coverabbildung: F. Franzoni, Scorcio di lago a S. Quirico (1898), Olio su cartoncino, Fondazione Matasci per l’Arte

      Ariele Morinini

      ORCID: https://orcid.org/0000-0002-5740-0385

      DOI: https:// doi.org/10.2357/9783772057304

      Cet ouvrage a été accepté comme thèse de doctorat par l’Université de Lausanne en octobre 2019.

      © 2021 Ariele Morinini

      Das Werk ist eine Open Access-Publikation. Es wird unter der Creative Commons Namensnennung– Weitergabe unter gleichen Bedingungen | CC BY-SA 4.0 (https://creativecommons.org/licenses/by-sa/4.0/) veröffentlicht, welche die Nutzung, Vervielfältigung, Bearbeitung, Verbreitung und Wiedergabe in jeglichem Medium und Format erlaubt, solange Sie die/den ursprünglichen Autor/innen und die Quelle ordentlich nennen, einen Link zur Creative Commons-Lizenz anfügen und angeben, ob Änderungen vorgenommen wurden. Die in diesem Werk enthaltenen Bilder und sonstiges Drittmaterial unterliegen ebenfalls der genannten Creative Commons Lizenz, sofern sich aus der am Material vermerkten Legende nichts anderes ergibt. In diesen Fällen ist für die oben genannten Weiterverwendungen des Materials die Einwilligung des jeweiligen Rechteinhabers einzuholen.

      © 2021 • Narr Francke Attempto Verlag GmbH + Co. KG

      Dischingerweg 5 • D-72070 Tübingen

      www.narr.de[email protected]

      Das Werk einschließlich aller seiner Teile ist urheberrechtlich geschützt. Jede Verwertung außerhalb der engen Grenzen des Urheberrechtsgesetzes ist ohne Zustimmung des Verlages unzulässig und strafbar. Das gilt insbesondere für Vervielfältigungen, Übersetzungen, Mikroverfilmungen und die Einspeicherung und Verarbeitung in elektronischen Systemen.

      E-Book-Produktion: pagina GmbH, Tübingen

      Print-ISBN 978-3-7720-8730-1

      ePub-ISBN 978-3-7720-0121-5

      Avvertenza

      I documenti pubblicati nei capitoli e nell’apparato documentario si trascrivono secondo i seguenti criteri: le sottolineature sono rese con il corsivo; con le parentesi quadre si indicano le integrazioni di testo; con le parentesi uncinate si segnalano i passaggi illeggibili (‹ill.›); con le parentesi uncinate rovesciate si distinguono le parole cassate e le lacune (›…‹). L’eventuale modifica di questi criteri, così come l’uso di ulteriori segni o accorgimenti grafici adottati nella trascrizione, quando necessari, sono specificati in nota o nell’intestazione dei singoli documenti.

      Oltre a quanto indicato in bibliografia, nella presente ricerca sono impiegate le abbreviazioni che qui si sciolgono.

      Biblioteche e archivi:

      ADM = Archivio storico diocesano, Milano.

      ALS = Archivio svizzero di letteratura, Berna.

      APL = Archivio Giuseppe Prezzolini, Lugano.

      ASTi = Archivio di Stato del Cantone Ticino, Bellinzona.

      BAM = Veneranda Biblioteca Ambrosiana, Milano.

      BNB = Biblioteca Nazionale Braidense, Milano.

      FEF = Fondazione Ezio FranceschiniFranceschiniRita, Firenze.

      Riviste:

      AGI = «Archivio glottologico italiano».

      AST = «Archivio storico ticinese».

      BSSI = «Bollettino storico della Svizzera italiana».

      Introduzione

      Continuo a pensare che la lingua costituisca il più articolato complesso di indizi sulle situazioni socio-culturali del passato.

      C. SegreSegreCesare, Lingua, stile e società, 1974.

      Nel secolo VII, in piena fase di delatinizzazione, l’arcivescovo Isidoro di SivigliaIsidoro di Siviglia nelle sue Etymologiae sosteneva che «sono le lingue che fanno i popoli, non i popoli che fanno le lingue».1 Accogliendo una visione per certi versi affine, nei primi decenni del Novecento, in risposta all’affermarsi dei nazionalismi, Fernando PessoaPessoaFernando nel Livro do Desassossego scriveva: «La mia patria è la lingua portoghese».2 La frase, pronunciata per bocca del suo pseudo-eteronimo Bernardo Soares, afferma un sentimento implicitamente condiviso, ovvero che l’identità è un fatto sostanzialmente linguistico. In relazione all’idea sulla quale si fondano queste affermazioni, la configurazione della Svizzera, uno dei pochi stati nell’Europa ottocentesca a conformarsi come Willensnation, senza incardinare il processo di costruzione nazionale sul concetto romantico di corrispondenza tra lingua e patria, presenta alcuni aspetti singolari. Questa atipicità favorisce l’attenzione per le dinamiche identitarie e linguistiche, suscitando un interesse marcato sul rapporto tra lingua, cultura e territorio in tutte le regioni della Confederazione e a maggior ragione nell’area italofona, di estensione limitata e in condizione di netta minoranza demografica nel contesto socio-politico elvetico.

      La ricerca muove da una domanda essenziale a tale proposito, relativa agli etnici e ai glottonomi impiegati prima dell’epoca moderna, ovvero: come si chiamavano e venivano chiamati, nel corso della storia, gli abitanti e le terre dell’attuale Svizzera italiana?3 Le denominazioni Svizzera italiana e svizzeri italiani, che oggi designano la parte della Confederazione elvetica in cui la lingua maggioritaria è l’italiano e i cittadini svizzeri di lingua italiana, corrispondono a espressioni analoghe presenti nelle altre lingue federali e nei rispettivi dialetti locali, e si accostano a un cospicuo numero di locuzioni equivalenti o semanticamente connesse. Questi lessemi sono di norma percepiti come univoci e non connotati, ossia non marcati semanticamente. Tale assetto si è tuttavia determinato in un’epoca piuttosto recente ed è stato preceduto da una lunga fase di costruzione, negoziazione e riconoscimento dell’identità culturale e linguistica delle aree interessate, ovvero dell’attuale Canton Ticino e del Grigioni italiano. Uno sviluppo, questo, reso più complesso dalla peculiare conformazione geo-culturale del territorio, chiuso al nord dalla frontiera geologica della dorsale alpina, che separa la regione italofona dalla sua patria politica, e limitato al sud dal confine nazionale, che interrompe la naturale continuità geografica, linguistica e culturale della Svizzera italiana con la Lombardia e il Piemonte.

      Il processo storico di formazione e consolidamento dell’identità locale ha determinato nei secoli una sensibile variazione delle denominazioni. Ripercorrendo l’evoluzione semantica dei geonimi e degli etnici che hanno designato, nel suo complesso e nelle singole parti, quella che oggi chiamiamo Svizzera italiana, è dunque possibile rilevare almeno tendenzialmente i processi di trasformazione della percezione identitaria degli abitanti, dal Medioevo all’istituzione della moderna Confederazione. Lo sviluppo semantico delle denominazioni non si è tuttavia concluso con il superamento dell’ancien régime. Infatti, se da una parte in epoca moderna la locuzione “Svizzera italiana” si è diffusa, dall’altra ha acquisito sfumature di significato diverse a seconda degli usi e dei contesti, che si è tentato di riassumere in una tavola sinottica consultabile in appendice.

      Il proposito iniziale di scrivere una storia linguistica della locuzione “Svizzera italiana” è stato arricchito in itinere. Alla ricognizione attorno alla denominazione si è affiancato un percorso più ampio, che segue da un’angolatura linguistica e letteraria il progressivo formarsi e il consolidarsi dell’identità regionale. L’indagine si è così sviluppata

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