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       Francesco Domenico Guerrazzi

      L'assedio di Firenze

      Pubblicato da Good Press, 2020

       [email protected]

      EAN 4064066069841

       A N. G. A.

       INTRODUZIONE

       CAPITOLO PRIMO NICOLÒ MACHIAVELLI

       CAPITOLO SECONDO LA RITIRATA D'AREZZO

       CAPITOLO TERZO IL PAPA E L'IMPERATORE

       CAPITOLO QUARTO LA INCORONAZIONE

       CAPITOLO QUINTO PAPA CLEMENTE VII

       CAPITOLO SESTO LUCREZIA MAZZANTI

       CAPITOLO SETTIMO LA PRATICA

       CAPITOLO OTTAVO GIOVANNI BANDINO

       CAPITOLO NONO MICHELANGIOLO BUONARROTI

       CAPITOLO DECIMO FRA' BENEDETTO DA FOJANO

       CAPITOLO UNDECIMO IL PROFETA PIERUCCIO

       CAPITOLO DUODECIMO MARIA DEI RICCI

       CAPITOLO DECIMOTERZO L'ASSALTO NOTTURNO

       CAPITOLO DECIMOQUARTO IL MORTICINO DEGLI ANTINORI

       CAPITOLO DECIMOQUINTO ANDREA DEL SARTO

       CAPITOLO DECIMOSESTO LA VENDETTA

       CAPITOLO DECIMOSETTIMO LE BALDRACCHE

       CAPITOLO DECIMOTTAVO AMORE

       CAPITOLO DECIMONONO LA SFIDA

       CAPITOLO VENTESIMO IL GUANTO

       CAPITOLO VENTESIMOPRIMO LA SEPARAZIONE

       CAPITOLO VENTESIMOSECONDO IL DUELLO

       CAPITOLO VENTESIMOTERZO LA MORTE

       CAPITOLO VENTESIMOQUARTO IL SACCO DI PRATO

       CAPITOLO VENTESIMOQUINTO VOLTERRA

       CAPITOLO VENTESIMOSESTO IL TRADITORE

       CAPITOLO VENTESIMOSETTIMO IL CALCIO

       CAPITOLO VENTESIMOTTAVO FINIS FLORENTIÆ

       CAPITOLO VENTESIMONONO LA BATTAGLIA DELLA GAVINANA

       CAPITOLO TRENTESIMO LA VENDETTA DEGLI UOMINI E IL CASTIGO DI DIO

Ritratto di F. D. Guerrazzi

       N. G. A.

       Indice

       Io promisi un giorno dedicarvi questa opera mia. Da quel giorno in poi voglie, costumi voi avete mutato ed affetti. Io mi mantengo tenacemente lo stesso. E mentre in questo modo soddisfo all'ultima promessa che vi ho fatto, io spero, e non invano, che la vostra coscienza sia per domandarvi: E tu come adempisti i tuoi giuramenti? — Addio. —

      L'Autore.

Introduzione

       Indice

      ....... Fermamente credo

      Che gli estinti dei vivi

      Sién più felici; e molto più i non nati.

      Che non videro i mali

      Che stanno sotto il sole.

      Cleop., trag. del card. Delfino.

S

      Sei sola anima mia: non mentire a te stessa; — leva la voce e prorompi in un lamento. La pazienza! Oh! la pazienza è cosa dura e conviene meglio alla groppa del somiero che all'anima, dell'uomo: converti dunque in flagello questa catena spirituale e percuotila in volto ai tuoi oppressori. I potenti della terra hanno flagelli di ferro, ne hanno ancora di scorpioni[1]: tu adopra il tuo di pazienza offesa. — Ardisci! A David valse la fionda, nè i tuoi nemici sono giganti, o il sono di stoltezza soltanto. — Tu già non ti duoli per impeto d'ira o per debolezza codarda, ma perchè una condanna di sventura più e più sempre si aggrava sul capo della stirpe destinata a morire. Quando lo stoico alza la faccia dicendo: Non piansi mai, — mentisce a sè stesso. Perchè non isgorgò la lacrima dal cavo de' suoi occhi, affermerà il superbo non avere mai pianto? Forse sotto la superficie gelata di un fiume scorrono le acque meno rapide al mare? Tutto piange quaggiù, e la natura stessa versa un pianto quotidiano sulle miserie della creazione con le rugiade dei cieli. Lamenta, lamenta, anima mia. — Le muse i genii, le fate e Apollo cessarono; ogni altra lieta immaginazione cessò; il dolore che prima di essi

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