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un gran buon alibi. E adesso sembrava davvero che quello segnasse l’inizio dell’opera di un serial killer.

      Lehl continuò: “Ho ordinato che l’attuale scena del crimine non venga contaminata. Perciò, deve andarci al più presto possibile. In auto sarebbe un viaggio di quattro ore tra le montagne, pertanto c’è un elicottero che l’aspetta sulla pista d’atterraggio.”

      Jake si era già voltato per lasciare l’ufficio, quando Lehl aggiunse …

      “Vuole che le assegni un partner?”

      Jake si voltò e guardò Lehl. In qualche modo, non si aspettava una simile domanda.

      “Non ne ho bisogno” Jake disse. “Ma mi servirà una squadra della scientifica. La polizia nel West Virginia rurale non saprà come studiare bene la scena.”

      Lehl annuì e disse: “Formerò una squadra immediatamente. Volerà con lei fin lì.”

      Appena Jake mise piede fuori dalla porta, Lehl aggiunse …

      “Agente Crivaro, prima o poi avrà bisogno di un altro partner stabile.”

      Jake alzò goffamente le spalle e disse: “Se lo dice lei, signore.”

      Con l’accenno di un brontolio nella voce, Lehl aggiunse: “Lo dico. E’ ora che impari ad essere gentile con gli altri.”

      Jake lo guardò con sorpresa. Era raro per il taciturno Erik Lehl dire qualcosa che fosse minimamente pungente.

      Credo che dica sul serio, Jake comprese.

      Senza aggiungere altro, Jake lasciò l’ufficio e attraversò l’edificio. Mentre camminava a passo svelto, pensava alla parole di Lehl relative al fatto che avesse bisogno di un nuovo partner. Jake era ben noto per essere duro nel lavoro sul campo. Ma non pensava davvero di aver mai reso la vita difficile a qualcuno, a meno che non lo meritasse.

      Il suo ultimo partner stabile, Gus Bollinger, l’aveva certamente meritato. Era stato licenziato per aver sparso impronte su una prova fondamentale nel caso del cosiddetto “Killer dei Fiammiferi”. Di conseguenza, il caso era finito nell’archivio dei casi irrisolti, e c’erano poche cose che Jake odiava più dei casi irrisolti.

      Nel caso del Killer Pagliaccio, Jake aveva lavorato con un agente di Washington DC. di nome Mark McCune. Quest’ultimo non era stato pessimo quanto Bollinger, ma aveva commesso degli stupidi errori ed aveva un’opinione troppo elevata di sé per i gusti di Jake. Jake era contento che la loro collaborazione si fosse limitata a quel solo caso, e che McCune fosse rimasto a Washington DC.

      Appena mise il piede sull’asfalto dove l’elicottero aspettava, pensò a qualcun altro con cui aveva lavorato recentemente …

      Riley Sweeney.

      Era rimasto colpito da lei, sin da quando, da studentessa di psicologia, l’aveva aiutato a risolvere un caso seriale alla Lanton University. Quando si era laureata, aveva agito dietro le quinte e suscitato l’ira di alcuni colleghi per farla entrare nel Programma d’Internato. Per un verso facendo forza a se stesso, l’aveva reclutata per aiutarlo a risolvere il caso del Killer Pagliaccio.

      Lei aveva svolto davvero un lavoro brillante ma aveva anche commesso errori piuttosto gravi. Era anche molto incline a disobbedire agli ordini, ma lui aveva conosciuto ben pochi agenti esperti dotati di potenti intuizioni come le sue.

      Uno di questi era lui.

      Mentre passava sotto le eliche già in movimento ed entrava nell’elicottero, vide i quattro membri della squadra della scientifica far capolino sulla pista. Non appena furono a bordo, il velivolo decollò.

      Gli sembrò sciocco pensare a Riley Sweeney adesso. Quantico era una base enorme, e, sebbene lei fosse all’Accademia dell’FBI, era improbabile un incontro.

      Jake aprì il fascicolo per leggere il rapporto della polizia.

      *

      Poco dopo aver oltrepassato gli Appalachi, l’elicottero iniziò a sorvolare pascoli ondeggianti occupati dai capi di Black Angus. Quando il velivolo scese verso terra, Jake notò il punto in cui i veicoli della polizia avevano sbarrato un tratto di strada sterrata, per allontanare i curiosi dalla scena del crimine.

      L’elicottero atterrò su un pascolo erboso. Jake e la squadra della scientifica uscirono dal velivolo, e si diressero verso un piccolo gruppo di persone in uniforme, ferme accanto a veicoli con la livrea della polizia.

      I poliziotti e la squadra del coroner erano posizionati su entrambi i lati della recinzione di filo spinato, che si estendeva lungo la strada ai margini del pascolo. Jake vide ciò che sembrava un grande bozzolo di filo spinato appesa da un paletto della recinzione.

      Un uomo basso e robusto, che doveva avere circa la stessa altezza ed il medesimo peso di Jake, si fece avanti e lo accolse.

      “Sono Graham Messenger, il capo della polizia di Dighton” disse, stringendosi la mano con Jake. “Abbiamo avuto un paio di incidenti davvero orrendi, almeno per noi. Lasci che le mostri.”

      Il capo fece strada fino ad un paletto della recinzione; qui uno strano bozzolo pendeva da un paletto, avvolto con nastro adesivo e filo spinto. Ancora una volta, Jake riuscì a scovare un volto e mani che indicavano che quella matassa era in realtà un essere umano.

      Messenger disse: “Immagino che già sappia di Alice Gibson, la vittima precedente vicino a Hyland. Sembra davvero che si sia ripetuta di nuovo la stessa dannata cosa. Stavolta, la vittima è Hope Nelson.”

      Crivaro disse: “Ne è stata denunciata la scomparsa prima che il corpo fosse trovato?”

      “Sì, temo di sì” Messenger rispose, facendo un cenno verso un uomo di mezza età dallo sguardo scioccato, fermo accanto ad uno dei veicoli. “Hope era la moglie di Mason Nelson, che è laggiù, il sindaco della città. Lavorava nel loro emporio agrario ieri sera, ma non è tornata a casa come Mason si aspettava. Mi ha chiamato nel bel mezzo della notte per parlarmene, sembrava piuttosto agitato.”

      Il capo della polizia alzò le spalle, con espressione colpevole.

      “Beh, sono abituato a persone che spariscono nel nulla, per poi riapparire. Ho detto a Mason di aspettare fino ad oggi, pensando che sarebbe tornata. Non ne avevo idea …”

      La voce di Messenger si bloccò. Poi, sospirò, scosse il capo ed aggiunse …

      “I Nelson possiedono molte proprietà a Dighton. Sono sempre state persone buone e rispettabili. La povera Hope non lo meritava. Ma, poi, mi dico che nessuno lo meriterebbe.”

      Un altro uomo si avvicinò a loro. Aveva un viso allungato, segnato dall’età, capelli bianchi e baffi folti e all’antica. Il Capo Messenger lo presentò come Hamish Cross, capo coroner della contea.

      Cross si presentò, masticando tabacco; sembrava rilassato, quasi incuriosito da quanto stava accadendo e chiese a Jake: “Ha mai visto una cosa del genere?”

      Jake non rispose. La risposta, naturalmente, era no.

      Si chinò accanto a quella sorta di bozzolo e lo esaminò attentamente.

      Poi si rivolse a Cross: “Presumo che lei abbia lavorato al caso del precedente omicidio.”

      Cross annuì, chinandosi accanto a Jake, sempre continuando a masticare il tabacco che aveva in bocca.

      “E’ così” Cross confermò. “E questo è pressoché identico. Non è morta qui, questo è certo. E’ stata rapita, legata con nastro adesivo e poi con del filo spinato, ed è morta lentamente, dissanguata. Oppure è morta prima soffocata. Legata stretta in quel modo, poteva a malapena a respirare. Tutto questo è successo altrove, non c’è alcuna traccia di sangue qui.”

      Jake vide che il volto e le mani erano bianche quasi quanto un foglio di carta, e luccicavano come porcellana alla luce del sole della tarda mattinata. Il fatto era che la donna non sembrava affatto reale agli occhi di Jake, ma assomigliava piuttosto ad una sorta di scultura malata e grottesca.

      Alcune

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