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da quel tipo di cosa che chiamavano amore.

      Cardin fece una pausa per un momento, poi proseguì …

      “Mi dica, è vero che l’hanno trovata avvolta nel filo spinato?”

      Scuotendo la testa con un sorriso, aggiunse …

      “Accidenti, è, insomma è una cosa creativa.”

      Jake ebbe un sussulto a quelle parole.

      Che cosa intendeva esattamente Cardin?

      Era un ammiratore dell’opera di qualcun altro?

      O si stava astutamente compiacendo per la propria intraprendenza?

      Jake pensò che fosse giunto il momento di provare ad indurlo a parlare dell’altro omicidio. Se Cardin aveva un complice che aveva ucciso Hope Nelson, forse Jake poteva indurlo a farglielo ammettere. Ma sapeva che doveva agire con cautela.

      Allora disse: “Signor Cardin, conosceva una donna di nome Hope Nelson a Dighton?”

      Cardin si grattò la testa e rispose …

      “Nelson … il nome mi è familiare. Non è per caso la moglie del sindaco?”

      Appoggiato alle sbarre, all’esterno della cella, lo Sceriffo Tallhammer grugnì ed intervenne …

      “E’ morta, ecco cos’è.”

      Jake soffocò un lamento di scoraggiamento. Non aveva progettato di rivelare la verità a Cardin in un modo così diretto. Aveva sperato di potersi prendere del tempo per farlo, provando a scoprire se l’uomo fosse già a conoscenza di quello che era accaduto ad Hope Nelson.

      L’avvocato nell’altra cella saltò in piedi.

      “Morta?” gridò. “Di che cosa diavolo stai parlando?”

      Tallhamer sputò il tabacco sul pavimento di cemento e disse: “E’ stata uccisa proprio la scorsa notte, esattamente nello stesso modo in cui è stata assassinata Alice. Appesa ad un paletto della recinzione, avvolta nel filo spinato.”

      Sembrando improvvisamente sobrio, Ozzie urlò: “Allora per che cosa diavolo sta trattenendo il mio cliente? Non mi dica che lo ritiene responsabile per l’omicidio della donna avvenuto la notte scorsa, mentre era rinchiuso proprio qui.”

      L’umore di Jake peggiorò. La sua tattica era rovinata, e sapeva che ulteriori domande sarebbero state probabilmente inutili.

      Ciò nonostante, chiese di nuovo a Cardin: “Conosceva Hope Nelson?”

      “Non le ho appena detto di no?” Cardin rispose con una nota di sorpresa.

      Ma Jake non riusciva a stabilire se la sua sorpresa fosse schietta o se stesse semplicemente fingendo.

      Ozzie afferrò le sbarre della sua cella e gridò: “Farebbe meglio a liberare subito il mio cliente, o affronterà una causa tremenda!”

      Jake soffocò un sospiro.

      Naturalmente Ozzie aveva ragione, ma …

      Ha scelto un buon momento per dimostrarsi competente così all’improvviso.

      Jake si rivolse a Tallhamer e disse: “Lasci andare Cardin. Ma lo tenga d’occhio.”

      Tallhamer chiese al suo vice di raccogliere gli oggetti personali di Cardin. Appena lo sceriffo aprì la cella, liberando Cardin, si rivolse ad Ozzie e disse …

      “Vuoi andare anche tu?”

      Ozzie sbadigliò e tornò a stendersi sulla sua branda.

      “No, ho fatto un buon lavoro oggi. Preferisco tornare solo a dormire, finché non avrai bisogno della cella per qualcun altro.”

      Tallhamer fece un sorrisetto e disse: “Fa’ pure.”

      Quando Jake uscì dalla stazione con Tallhamer e Cardin, notò che l’uomo con la giacca bianca era ancora posizionato dall’altra parte della strada, esattamente nello stesso punto di prima.

      Improvvisamente, l’uomo si mosse, attraversando la strada, dirigendosi verso di loro.

      Tallhamer brontolò tranquillamente, rivolgendosi a Jake …

      “Guai in vista.”

      CAPITOLO OTTO

      Jake esaminò l’uomo che si stava affrettando verso loro, proprio davanti alla stazione di polizia. Riconobbe lo sdegno sul volto e nel portamento dell’uomo, ma comprese che non era indirizzato a lui. Ed era consapevole che Tallhamer non si stava preparando ad entrare in azione.

      Nel frattempo, Cardin si era allontanato rapidamente lungo il marciapiede.

      L’uomo furioso corse a raggiungere Tallhamer. Agitando un braccio in direzione di Cardin, che si stava allontanando, gridò …

      “Pretendo che rimetta quel bastardo in custodia!”

      Apparentemente indifferente alla rabbia dell’uomo, lo Sceriffo Tallhamer presentò tranquillamente Jake ad Earl Gilbson, il solo medico della città e marito di Alice Gibson.

      Jake iniziò a stringere mani e ad esprimere le condoglianze, ma le braccia del dottore si stavano ancora agitando, formando dei cerchi, mentre inveiva contro Tallhamer. Notò che il Dottor Gilbson era un uomo notevolmente rozzo con un viso pesantemente butterato, che non era migliorato dall’eccesso di rabbia. Ricordò Cardin descriverlo come “quel rospo con cui andava a letto.”

      In effetti, Cardin era sicuramente bello al confronto.

      Jake immaginava che Earl Gibson dovesse avere qualità che avevano attratto la vittima, nonostante l’aspetto. Dopotutto, Gibson era un medico, e l’ex di alice non era altro che un cuoco, specializzato in piatti veloci, fallito …

      Probabilmente una scelta piuttosto facile quando si hanno poche opzioni.

      La rabbia di Gibson aumentò, quando scoprì chi era Jake.

      “L’FBI! Perché l’FBI è qui? Avete già preso il killer di mia moglie. Lo avete rinchiuso. Non c’è una giuria al mondo che lo giudicherebbe innocente. E ora, lo avete appena lasciato andare!”

      Lo Sceriffo Tallhamer mosse i piedi, e si espresse con un tono di voce paziente e quasi accondiscendente …

      “Ora, Earl, ne abbiamo già parlato tempo fa, non è vero?”

      Il Dottor Gibson disse: “Sì, è così. Ed ecco perché sono rimasto proprio qui ad aspettare. Dovevo vederlo di persona. Volevo fermarlo.”

      “Dobbiamo lasciarlo andare, e lo sai” Tallhamer disse. “Un’altra donna è stata uccisa la scorsa notte a Dighton, nello stesso modo in cui è stata uccisa Alice. Posso garantire per gli spostamenti di Phil Cardin di ieri sera, di certo non era vicino a Dighton. Non ha assassinato quella donna, e ora non abbiamo neanche una ragione per pensare che abbia ucciso Alice.”

      “Nessuna ragione!” Gibson disse, sputando con rabbia. “Lui ha minacciato la sua vita ogni giorno. E non insultarmi con tutte queste sciocchezze sulla vittima di Dighton, e del modo in cui Phil Cardin non potrebbe averla uccisa. Sappiamo entrambi che c’è un sospettato ovvio per l’altro omicidio.”

      L’interesse di Jake fu improvvisamente destato.

      “Un sospettato ovvio?” chiese pertanto.

      Gibson derise lo Sceriffo Tallhamer e disse: “Perciò non gliel’ha detto, eh?”

      “Detto cosa?” Jake chiese.

      “Di Harvey, il fratello di Phil Cardin” Gibson disse a Jake. “Sta sempre dalla parte di Phil. Ha anche minacciato Alice. Le ha telefonato, dicendole che lui e Phil si sarebbero vendicati. L’ha chiamata lo stesso giorno in cui è stata uccisa. E, ovunque lui fosse ieri notte, non si trovava affatto in una cella. E’ lui che ha ucciso quella donna a Dighton. Ci scommetterei la vita.”

      Adesso

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