Скачать книгу

era così sconvolta da non riuscire a trovare la voce. Daniel prese il comando, chinandosi più vicino al telefono che era tra loro.

      “Vuol dire che possiamo andarci adesso?” chiese, lo sguardo fisso su Emily invece che sul telefono. “In quanto proprietari ufficiali?”

      Dall’apparecchio giunse la voce dell’agente, metallica e robotica, “Sì, assolutamente.”

      Chantelle allora si chinò e gettò le braccia al collo del padre in modo così esuberante da farlo quasi cadere a terra.

      “Andiamo sull’isola adesso?” gli urlò nell’orecchio.

      Daniel sussultò, ma sorrideva apertamente. Le braccia di Chantelle gli stavano avvolte attorno al collo come i tentacoli di un polipo, e lui sollevò le mani per allentarle la presa facendo un cenno con le sopracciglia a Emily.

      “Che ne dici? Andiamo a vederla attraverso gli occhi dei proprietari?”

      Emily si toccò la pancia, sentendo la forma della piccola Charlotte dentro di sé. Stava diventando sempre più protettiva a mano a mano che le settimane passavano, e non voleva far subire alla bimba sgradevolezze di sorta. Ma il mare oggi era calmo, ed era sicura che non sarebbe stata male durante il tragitto.

      “Ok,” disse.

      Chantelle urlò di gioia.

      Daniel si curvò sul telefono, quasi urlando adesso per sovrastare il rumore di cani e bambini, sforzandosi mentre Chantelle gli gridava addosso fortissimo tutto il suo entusiasmo.

      “Ci ha reso estremamente felici,” disse all’agente. “Grazie di tutto.”

      “Prego, signor Morey,” rispose l’agente.

      Chiusero la telefonata ed Emily e Daniel posarono la schiena con espressioni sconvolte identiche, entrambi stupefatti mentre cominciavano ad assimilare la loro nuova realtà. Chantelle ronzava attorno, gettando le loro cose a casaccio in una borsa, muovendosi come a velocità doppia.

      “Dai,” urlò. “Andiamo!”

      Daniel si mise in azione, si alzò e aiutò Emily a mettersi in piedi. Il porto era a pochi passi di distanza, ma Emily sapeva che avrebbe dovuto prenderla con calma. Chantelle correva avanti con i cani, fermandosi periodicamente per tornare indietro di corsa, raddoppiando di fatto la distanza che copriva in confronto a Daniel ed Emily.

      Per strada superarono Cynthia e Jeremy, che erano fuori per un giro in bicicletta.

      “Abbiamo comprato un’isola!” gridò loro Chantelle mentre passavano, salutandoli con la mano.

      Cynthia si accigliò. “Hai detto un’isola?” le urlò di rimando.

      “Sì!” gridò Chantelle saltando su e giù.

      Emily rise. Nessuno avrebbe creduto a quello che avevano fatto, che si fossero comprati un’isola sulla costa del Maine! Ci credeva a stento lei stessa.

      “Guardate, sono Amy e Harry!” urlò allora Chantelle.

      Emily strinse gli occhi in lontananza e vide che la coppia innamoratissima se ne stava seduta su una panchina sul margine del porto, in piena conversazione. Sembrava che si trattasse di qualcosa di intenso, con Amy che si sporgeva in avanti e gesticolava ampiamente. Harry che scuoteva la testa enfaticamente con quella che pareva un’espressione severa sul viso. Emily si chiese di nuovo che cosa stesse accadendo a quei due. Le sembrava proprio che stessero litigando.

      “Pensate che vogliano venire a vedere la nostra isola?” chiese Chantelle.

      Emily stava per dirle di lasciarli in pace, ma prima di avere la possibilità di rispondere Chantelle era già corsa via. Chantelle era in missione e l’andatura a papera di Emily era troppo lenta per starle dietro.

      Vide Chantelle raggiungerli, e li osservò allontanarsi di scatto, scioccati dall’interruzione. Non riusciva a udire nulla da quella distanza, ma riuscì a vedere i sorrisi finti su entrambi i loro volti, e gli sguardi tirati nascosti nelle loro espressioni.

      Per quando lei e Daniel ebbero raggiunto il trio, Chantelle aveva già dato la notizia. Amy si voltò e abbracciò Emily.

      “Sei pazza, lo sai?” disse l’amica. “Un’isola?!”

      “È un’estensione della locanda,” cercò di spiegare Emily.

      “Ma hai appena sistemato la Casa di Trevor.” Amy rise. “E c’è ancora da aprire la spa, e il ristorante.”

      Fece un cenno verso Harry, che sarebbe stato il manager del nuovo ristorante, una volta aperto. Si scambiarono un’occhiata, con sorrisi chiaramente fasulli, poi Amy distolse rapidamente lo sguardo di nuovo. Non abbastanza rapidamente perché Emily non percepisse la cosa, comunque. Conosceva l’amica alla perfezione. C’era decisamente qualcosa tra lei e Harry. L’agio che di solito esisteva tra loro sembrava tirato. Si chiese che cosa potesse essere.

      D’un tratto Chantelle interruppe la conversazione con urla ferventi di, “Dai, dai, dai!” Aveva chiaramente perso la pazienza nei confronti della “noiosa” conversazione degli adulti, e stava tirando Amy dalla mano. “Per piacere, possiamo andare sull’isola adesso?”

      Daniel si rivolse a Harry. “Siete entrambi i benvenuti, se volete venire con noi. Dato che adesso sei sul libro paga, ha senso che ci siate anche voi!”

      Harry fece un largo sorriso. “Non vedo l’ora che arrivi la grande apertura da Trevor,” disse. “Sono pronto a buttarmici a capofitto!”

      “Sono contenta di sentirlo,” rispose Emily, raggiante. “Allora, che ne dite? Escursione sull’isola?”

      Non era certa che l’invito sarebbe stato ben accetto, soprattutto visto che aveva dedotto che avevano interrotto un litigio, che almeno Amy chiaramente non ne era dell’umore, ma Harry parlò per primo, non dandole la possibilità di declinare.

      “Assolutamente sì,” disse. “Non abbiamo altro da fare oggi, vero, Ames?”

      Amy guardò rapida Harry, ed Emily le vide l’esasperazione negli occhi per via di qualsiasi cosa fosse rimasta irrisolta tra loro.

      “Certo,” rispose Amy con tono esageratamente gioviale, come se stesse fingendo di essere felice per il bene di tutti gli altri. Fece un largo sorriso a Emily, ma non riuscì a nascondere alla sua migliore amica il turbamento che aveva negli occhi. Il sorriso le svanì quando comprese di essere stata beccata a fingere. Almeno la sua felicità sembrò genuina quando portò un braccio attorno alle spalle di Chantelle, pensò Emily. “Possiamo anche venire a vedere in quale follia vi siete ficcati adesso!” Sbirciò verso Emily oltre la testa di Chantelle.

      “Stai bene?” le chiese muovendo solo le labbra Emily.

      Amy annuì una volta, con decisione, poi rispose, sempre senza far uscire suono, “Ne parliamo dopo.”

      Qualsiasi atmosfera Emily avesse colto tra Harry e Amy, aveva avuto ragione a pensare che ci fosse qualcosa che non andava. Era preoccupata per l’amica, e determinata a rimanere da sola con Amy per capire la situazione a fondo.

      Però, per il momento, Emily scelse di concentrarsi sul suo momento felice; una gita in barca con gli amici e la famiglia per andare sull’isola dei loro sogni.

      CAPITOLO TRE

      Il sole brillava sulla superficie dell’acqua mentre la barca tagliava le piccole onde. Ondeggiavano su e giù, ed Emily si tenne la pancia con fare protettivo. Fortunatamente non ebbe il mal di mare.

      “Penso che non ci siano mai state così tante persone su questa barca,” fece notare Chantelle. “Quattro adulti, una bambina, due cani. E una bambina piccola nella pancia della mamma, ovvio.”

      Emily rise. “È una bella avventura,” fu d’accordo.

      Amy fu silenziosa durante il viaggio, le braccia incrociate, il viso rivolto all’oceano. Aveva un’espressione

Скачать книгу