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Gli diede la grossa chiave che apriva la cancellata, e poi percorsero il corridoio e si fermarono fuori dall’appartamento quattro.

      Emily ricordò l’entusiasmo che aveva provato la prima volta che aveva visto gli appartamenti nuovi. Erano stati progettati magistralmente dai tre gemelli della Erik & Figli. Sperava che Paul rimanesse impressionato dall’appartamento tanto quanto lo era rimasta lei.

      Aprì la porta, e poi fece segno a Paul di entrare.

      “È fantastico,” disse Paul con un cenno di assenso.

      Sembrava un uomo gentile, ma Emily riuscì a percepire una rudezza da affarista. Era la stessa qualità che aveva Amy, quasi un’abilità da falco di fiutare denaro e qualità, di valutare l’ambiente di una persona e crearsene un giudizio istantaneo. Era un enorme complimento che qualcuno del genere volesse addirittura prenotare nella sua umile locanda!

      Emily gli porse la chiave. “I pasti vengono serviti nella casa principale, al momento,” spiegò. “Perciò ci raggiunga quando lo desidera. Il ristorante del piano di sotto non ha ancora aperto, perciò sarà tutto molto tranquillo.”

      Si salutarono ed Emily tornò alla casa principale. Beccò Lois nell’atrio.

      “Mi sono dimenticata che avevamo un ospite da Trevor,” disse. “È tutto a posto per lui? Lenzuola pulite, accappatoio, capsule del caffè per la macchinetta?”

      Lois annuì seriamente. “Sì,” disse con aria un po’ insultata dall’insinuazione che avesse potuto dimenticarsi qualcosa.

      Emily arrossì. “Scusa, certo che te ne sei occupata.”

      Per Emily non era sempre semplice ricordarsi che Lois non era la sconvolta e sbadata ultra-emotiva di una volta. Era proprio fiorita di recente, cosa dovuta probabilmente in parte alla promozione che aveva ricevuto e all’aumento della paga, ed Emily sapeva che poteva gestire alla perfezione la locanda. Aveva anche preso a gestire bene i fornitori e a mettere bene al loro posto gli acquisti di alimentari e le cose comprate. Anzi, si accorse Emily, probabilmente avrebbe potuto lasciare il paese per un mese e affidare la locanda alle capaci mani di Lois; cosa che una volta non avrebbe mai creduto possibile!

      Emily tornò in cucina. Daniel, Amy e Chantelle erano ancora al tavolo, a chiacchierare animatamente. Non c’erano dubbi che Amy stesse usando il suo cervello affaristico per costringere Daniel a organizzare ogni singolo ultimo dettaglio della nascita di Charlotte alla perfezione, impiegando il tipo di precisione organizzata a cui i bambini prestavano poco orecchio.

      “Eccola.” Daniel si illuminò quando la vide entrare. “Ho una novità.”

      “Davvero?” disse Emily sedendosi. “Ma sono stata via solo un minuto.”

      “Ha chiamato Jack,” disse Daniel riferendosi al suo capo alla falegnameria dove lavorava da un annetto.

      “Oh? E cos’ha detto?” chiese Emily curiosa.

      “È ancora la schiena,” disse Daniel. Jack si era fatto male al lavoro non molto tempo prima, e da allora non era tornato a posto. “Lo sai quanti problemi gli dà. Be’, sua moglie è riuscita finalmente a convincerlo a ridurre le ore di lavoro. Ha ereditato dei soldi e vuole che vadano in pensione anticipata, crociera ai Caraibi, quella roba lì.”

      Emily si accigliò. “La tua eccitante novità è che Jack e la moglie andranno in crociera?”

      Daniel rise. “Sì!”

      “Non ci arrivo,” aggiunse lei, osservando con perplessità le espressioni entusiaste di Chantelle e Amy. “Qual è la battuta? Che cosa mi sono persa?”

      Daniel proseguì. “Pensaci,” la incoraggiò. “Avrà bisogno di qualcuno che gestisca la falegnameria in sua assenza. Qualcuno che si occupi del negozio.”

      Emily trasalì. “Vuoi dire… te?”

      Chantelle non riuscì più a trattenersi. Scoppiò in un’esclamazione gioiosa. “Papà viene promosso!”

      Emily si portò una mano alla bocca. “È fantastico!” esclamò. “Te lo meriti.”

      Non riusciva a credere alla fortuna, e saltò giù dallo sgabello, andando alle spalle di Daniel per abbracciarlo forte.

      Daniel arrossì timidamente. Non era tipo da accettare tranquillamente i complimenti.

      “Mi darà un aumento e un nuovo titolo. Vorrà dire più ore di lavoro, però,” aggiunse, molto serio. “Dovrò essere il primo ad aprire e l’ultimo ad andarsene la sera per chiudere bene tutto. Lì dentro ci sono attrezzature e prodotti di valore, e Jack non permette mai a nessun altro di chiudere, perciò è una gran cosa che molli le redini su quel fronte. Avrò turni davvero strani, quindi. Jack non si è mai fatto problemi ad andare e tornare dalla falegnameria a tutte le ore, ma adesso che dovrò farlo io dovrò adattarmici.”

      Emily non voleva ancora mettersi a pensare alle possibili conseguenze negative della novità. Turni lunghi, responsabilità extra sulla sicurezza, e l’inevitabile stress che gli avrebbe causato erano tutte cose che avrebbe affrontato al momento. Adesso voleva cavalcare il buonumore della bella notizia.

      “Sono molto orgogliosa di te,” disse piazzandogli un bacio in cima alla testa.

      “Dovreste fare qualcosa per festeggiare,” disse Amy dall’altro capo del bar della colazione.

      “Decisamente,” acconsentì Emily.

      “Penso che dovremmo scendere alla spiaggia!” suggerì Chantelle.

      “Be’, mentre il tempo è così non vedo perché no,” disse Emily. “Non dovremmo sprecarlo.”

      Chantelle alzò un pugno in aria. Adorava la spiaggia, e stare fuori in generale. Accoglieva avidamente qualsiasi opportunità di correre e lanciarsi nella natura.

      “Amy?” chiese Emily. “Ti unisci a noi?”

      Amy consultò l’orologio. “A dire il vero dovrei vedermi con Harry a breve, perciò non ne avrò il tempo.”

      Emily non poteva esserne certa, ma pensava di aver udito una sfumatura nella voce dell’amica, una specie di esasperazione. Si chiese se non ci fosse un problema tra lei e Harry.

      Ma ora non c’era tempo di parlarne. La famiglia Morey era in piena modalità azione, con Chantelle che si precipitava in cerca dei guinzagli dei cani, Daniel che spalancava credenze per tirarne fuori sacchetti, succhi di frutta e snack.

      Emily toccò la mano di Amy attraverso il bancone. “Dopo parliamo,” disse.

      Amy annuì, l’espressione un po’ abbattuta. Poi Emily fu investita dal caos della famiglia, un tornado che le girava attorno risucchiandola nel suo vortice.

      “Su! Alla spiaggia!”

      CAPITOLO DUE

      La spiaggia era incredibilmente bella sotto la luce del sole. Emily credeva a stento che ci fosse tanto sole in quel periodo dell’anno. Era caldo e luminoso come in un qualsiasi giorno d’estate.

      Passeggiarono insieme, liberando entrambi i cani dal guinzaglio in modo che potessero correre avanti e abbaiare alle onde che si infrangevano a riva.

      Una volta trovato un buon posto dove fermarsi, Daniel aiutò Emily a scendere a terra. Lei si sedette a gambe incrociate, la protuberanza della pancia annidata comodamente tra le gambe. Chantelle balzò in avanti, piena di esuberanza per quella che le sembrava l’ultima possibilità che aveva di godersi la spiaggia per quell’anno.

      Daniel si allungò per prendere la mano di Emily e gliela accarezzò teneramente.

      “Come ti senti all’idea della promozione?” chiese. “Ti preoccupano le ore extra che mi terranno lontano da casa?”

      “Be’, di quanto tempo stiamo parlando?” chiese Emily. Ora era pronta a conoscere meglio la complessità della cosa, a prendere

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