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che li rappresenti…

      Quest. Sicuro! essi hanno un capo, niente meno che un principe di sangue reale…

      Did. Avete detto?..

      Quest. Un giovane principe di bellissimo aspetto, biondo di capelli…

      Did. (Biondo!.. Ho sempre amato i biondi…) Voi dicevate che questo principe è molto giovane…

      Quest. Il di lui passaporto segnerebbe trentadue anni, ma a vederlo non gliene dareste ventidue.

      Did. (Trentadue anni!.. Venti anni meno del mio adorato… e troppo augusto consorte!) Non si perda un minuto… Che quei signori sieno condotti immediatamente al mio regale cospetto. (Il Questore fa per andarsene)… Aspettate… Perchè ve ne andate con tanta furia?..

      Quest. Io vado… Perdonate, regina! Vi confesso, che dopo l’arrivo di quei Troiani, ho perduto la testa. Ho lasciato mia moglie in tale stato di esaltazione…

      Did. (col più vivo interesse). Sono dunque ben terribili questi Troiani. Ma non bisogna dimenticare che una regina rappresenta la nazione… Io non posso ricevere quei signori con questo abito dimesso e coi capelli coperti di cenere… Voi li introdurrete, e direte loro che abbiano la pazienza di aspettare sino a quando io non abbia fatto un poco di toelette. Voglio riceverli pomposamente, nella gran sala delle cariatidi. – Mi avete inteso?

      Quest. Ho inteso… ma temo che la frittata…

      Did. La frittata?! Che parole son queste?

      Quest. Nulla! Ho sempre in mente quel troiano che guardava mia moglie… Perdonate regina… Volo ad eseguire gli ordini vostri. (Si inchina e parte.)

      SCENA SESTA

      Didone avviandosi lentamente alle sue stanze.

      Did. Un principe di sangue reale!.. Giovane!.. di trent’anni circa!.. Biondo!.. Il mio Sichéo non era biondo… Egli era castano… color castano misto… tendente al chiaro… Un eccellente uomo quel mio Sichéo!.. Un po’ floscio… un po’ secco… (tremolo di violini) Malaticcio… Ah! ci voleva della indulgenza… a soffrirlo… in questi ultimi tempi! Mangiava fuori di misura… fumava come un caporale… era dedito ai liquori… si istupidiva coll’absinzio… Senza fargli torto… da cinque anni egli era completamente imbecillito… Egli si è suicidato… Oh! il mio povero Sichéo!.. De profundis clamavi ad te, domine… (Entra nelle sue stanze).

      SCENA SETTIMA

      Enea – Acate – Meronte – Ippanto – Clissandro e circa quattrocento Troiani entrano in punta di piedi dalla porta sinistra. – Si avanzano cautamente. – L’orchestra esprime la loro esitazione e più che altro il loro immenso appetito. – Enea, Acate, Meronte, Ippanto e Clissandro si terranno per qualche tempo in disparte.

      Coro. Entriam! vediam… sentiamo!

      L’odore è prelibato…

      È odore di stufato,

      Odor di bacalà…

       I. Si assaltin le cucine…

      II. S’invadan le cantine…

      Tutti. Enea ci guiderà…

      Che tarda Enea? che fa?

      All’inferno

      Vada Enea!

      Di governo

      Non ha idea…

      Chi al suo popol – non sa dar

      Da mangiar,

      Non è degno di regnar!

      Lo vogliamo lapidar,

      Appiccar

      Scorticar…

      Poi gettarlo in fondo al mar.

      Enea (avanzandosi). Questa è la reggia… sì!

      Coro.Viva Enea!

      Viva il forte!

      Altri. All’inferno!

      Morte! morte!

      Chi al suo popol – non sa dar

      Da mangiar,

      Non è degno di regnar!

      I. S’egli al popol saprà dar

      Da mangiar,

      Sarà degno di regnar!

      En. (con sdegno represso). Da bravi! cominciamo a gridare!.. a far dello strepito!.. E così ci piglieranno per altrettanti scalzacani, e ci metteranno alla porta senza offrirci un gocciolo. Voi non avete ombra di criterio, e meritereste che io… Ma no, non voglio andar in collera. Via! Siate buoni figliuoli… Dal vostro modo di contenervi dipende la vostra fortuna. Noi siamo giunti in una delle più floride città dell’Africa, dove abbonda ogni ben di Dio. Noi abbiamo già avuto, al nostro arrivo, le più simpatiche accoglienze dalle popolazioni e sopratutto dalle signore. Dobbiamo ora presentarci alla più bella, alla più illustre, alla più generosa regina del mondo… Profittiamo dunque del buon vento… Eleviamoci all’altezza della situazione… e cerchiamo, coi nostri modi tili, col nostro linguaggio insinuante, di tirarne il miglior partito. Siamo emigrati, raminghi, senza patria, senza tetto, senza quattrini. Dunque, bando all’orgoglio. Colla modestia, colle belle maniere noi riusciremo a conciliarci la benevolenza dell’augusta sovrana, e degli alti dignitari che la circondano… Se saprete fare, se avrete solamente il talento di secondarmi, vi prometto dei lauti pranzi e delle cene migliori. La regina vorrà sapere dei nostri casi, delle nostre vicende… Lasciate a me la cura di parlare per tutti… Voi altri fate bene attenzione a quanto andrò dicendo; scolpitevi bene in mente le mie parole, acciò non vi sia pericolo di contraddirci a vicenda, Si sa bene – trattandosi di dover commuovere, di dover suscitare dell’interesse, non sarà male ch’io esageri un poco il colorito…

      Acate (ai compagni). Avete ben inteso ciò che ha detto il pio Enea? – Per fare della impressione… bisogna spararle grosse… e voi altri… dovete…

      En. Dice benissimo il fido Acate – spararle grosse… Concordia e prudendenza: ecco il nostro programma… Non dimentichiamo giammai l’alta missione che ci imposero gli Dei immortali. Non siamo emigrati per nostro spasso, per condurre una vita da scioperati. I fati hanno prescritto un altissimo scopo alle nostre peregrinazioni… Noi dobbiamo fondare l’Italia…

      Coro. Viva l’Italia unita,

      Con Roma capitale!

      Vogliam la stampa libera…

      La guardia nazionale…

      Vogliamo la Repubblica…

      Vogliam la Monarchia…

      Evviva l’anarchia…!

      Viva Meronte Re!

      (Meronte ringrazia e sale sopra una sedia per parlare).

      Coro. Morte a Meronte!

      Abbasso! via!

      Morte al Ministro

      Di polizia!

      (Meronte abbandona il posto, e Clissandro sale).

      Coro. Morte a Clissandro,

      Che ha decretato

      La tassa orribile

      Sul macinato!

      (Clissandro abbandona il posto).

      Coro. Acate muoia

      Per man del boia!

      Acate è un asino

      S’ha da impiccar!

          Abbasso tutti!

      A tutti morte!

      Vogliam l’Italia

      Unita e forte,

      L’Italia libera

      Dall’Alpi al mar.

      (Enea

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