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Geschichte und Region/Storia e regione 29/1 (2020). Группа авторов
Читать онлайн.Название Geschichte und Region/Storia e regione 29/1 (2020)
Год выпуска 0
isbn 9783706560993
Автор произведения Группа авторов
Жанр Документальная литература
Серия Geschichte und Region/Storia e regione
Издательство Bookwire
11 Cfr. WITTMANN, Geschichte, p. 121.
12 La “quantificazione dei lettori” viene considerata anche da Ute Schneider come uno dei “più grandi problemi della ricerca” e quindi un “obiettivo fondamentale della storia del libro e dei lettori”: SCHNEIDER, Frühe Neuzeit, p. 759.
13 Riguardo all’alfabetismo e alla scuola dal XVI al XIX sec., dal principato di Trento alla Valle d’Aosta fino al Ticino, si veda Maurizio PISERI (a cura di), L’alfabeto in montagna. Scuola e alfabetismo nell’area alpina tra età moderna e XIX secolo, Milano 2012.
14 Cfr. CHARTIER, Lesewelten, pp. 18–19.
15 Cfr. SCHNEIDER, Frühe Neuzeit, pp. 749–750.
16 CHARTIER, Order, p. VIII.
17 Un convegno tenutosi a Pisa nel 2014 discuteva queste tematiche, tralasciando però l’area alpina. Cfr. Ludovica BRAIDA/Siliva TATTI (a cura di), Il Libro. Editoria e pratiche di lettura nel Settecento (Biblioteca del XVIII secolo 29), Roma 2016.
18 La definizione è di Rolf ENGELSING, Die Perioden der Lesergeschichte in der Neuzeit. Das statistische Ausmaß und die soziokulturelle Bedeutung der Lektüre. In: Archiv für Geschichte des Buchwesens 10 (1970), pp. 945–1002. L’hanno ripresa, tra gli altri, Reinhard WITTMANN, Gibt es eine Leserevolution am Ende des 18. Jahrhunderts? In: CHARTIER/CAVALLO (a cura di), Die Welt des Lesens, pp. 419–454; Reinhard SIEGERT, Theologie und Religion als Hintergrund für die “Leserevolution” des 18. Jahrhunderts. In: Hans Edwin FRIEDRICH/Wilhelm HAEFS/Christian SOBOTH (a cura di), Literatur und Theologie im 18. Jahrhundert. Konfrontationen – Kontroversen – Konkurrenzen (Hallesche Beiträge zur Europäischen Aufklärung), Berlino/New York 2011, pp. 14–31 e anche TSCHOPP, Umrisse, p. 155. Anche per Hans-Martin GAUGER il Settecento coincide con l’inizio di una “moderna cultura del leggere”, nel senso che nasce ora un “reale pubblico di lettori”: cfr. Gauger, Kulturen, p. 38. SCHNEIDER, Frühe Neuzeit, p. 760, sottolinea la difficoltà di tali univoche cesure (comunque utili nella storiografia per le problematiche della periodizzazione).
19 Cfr. CHARTIER, Lesewelten, pp. 9 e 18–19.
20 Cfr. Peter ANDORFER, Die Weltbeschreibung des Leonhard Millinger. Ein Schlüssel zum Weltbild eines Bauern um 1800, tesi di dottorato, Università di Innsbruck 2015 nonché l’edizione della Weltbeschreibung: IDEM (a cura di), Die Weltbeschreibung des Leonhard Millinger (Editiones Electronicae Guelferbytanae 12) Wolfenbüttel 2013, URL: http://diglib.hab.de/edoc/ed000223/start.htm [10.06.2020].
21 Alfred Messerli sottolinea come le fonti che permettono di gettare uno sguardo sull’”appropriazione individuale della lettura” siano di grande importanza ma anche molto rare. Cfr. Alfred MESSERLI, Leser, Leserschichten und -gruppen, Lesestoffe in der Neuzeit (1450– 1850). Konsum, Rezeptionsgeschichte, Materialität. In: RAUTENBERG (a cura di), Buchwissenschaft in Deutschland, vol. 1: Theorie und Forschung, Berlino/New York 2010, pp. 443–502, qui p. 449. Come esempio di “libertà del lettore” cita il pionieristico studio di microstoria di Carlo Ginzburg sul mugnaio friulano Domenico Scarletta, chiamato Menocchio, che legge e recepisce libri con “aggressiva originalità”. Cfr. MESSERLI, Leser, pp. 447–448.; Carlo GINZBURG, Il formaggio e i vermi. Il cosmo di un mugnaio del ‘500, Torino 1976, p. 40.
22 Cfr. ad esempio WITTMANN, Geschichte.
Scuola e alfabetismo nella Bassa Valle d’Aosta tra Sette e Ottocento
Maurizio Piseri
Premessa
Chiusa dagli alti massicci delle Alpi Graie e delle Alpi Pennine, la Valle d’Aosta, fino alla costruzione delle moderne infrastrutture stradali del secondo Novecento, si offriva al viaggiatore come un vero e proprio cul-de-sac, noto che i passi alpini verso la Savoia e il Vallese erano collocati ad altezze superiori ai 2000 metri e permettevano i transiti per non più di tre o quattro mesi all’anno. Per quanto la regione condivida le tipiche istituzioni sociali ed economiche delle realtà alpine, la peculiare morfologia del territorio conferisce ad essa caratteristiche riconducibili entro una dimensione di chiusura. A differenza delle altre valli alpine, la Valle d’Aosta non è un’importante linea di valico, inoltre anche le comunicazioni verso il Piemonte sono agevoli solo scendendo da Montjovet, dove la Dora attraversa la gola che separa la Bassa dall’Alta Valle. Per quanto, soprattutto nelle convalli, artigianato ed emigrazione abbiano una importanza pari alle altre aree alpine (unite all’allevamento), la scarsità dei traffici non ha favorito quelle forme di specializzazione delle maestranze diffusa nel mondo alpino. Se escludiamo, come avremo modo di analizzare più avanti, la Valle di Gressoney, si può affermare che la Valle d’Aosta è esclusa, come dimostreranno le caratteristiche della sua evoluzione economica novecentesca, da quel “capitalismo di montagna” analizzato da Raul Merzario, fondato sulla emigrazione e sulla connessa specializzazione di attività artigianali o terziarie.1
L’isolamento della regione si riflette anche negli aspetti culturali e linguistici. Aosta, città con poco più di 4000 abitanti nel periodo esaminato, è un piccolo centro incapace di esercitare un reale controllo politico ed amministrativo sul territorio, ancor più dopo il sostanziale esautoramento, nel 1773, delle prerogative del Conseil des Commis2 nell’ambito delle riforme amministrative attutate da Vittorio Amedeo III nel Regno di Sardegna.3 Centrale era invece il ruolo della Chiesa sul territorio, circostanza che, come vedremo, avrà un importante impatto sul sistema educativo. Tuttavia, non meno centrale era il suo ruolo culturale, soprattutto legato ai significati assunti dalla lingua francese. La diocesi di Aosta, al pari di altre valli dell’estremità occidentale