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Geschichte und Region/Storia e regione 29/1 (2020). Группа авторов
Читать онлайн.Название Geschichte und Region/Storia e regione 29/1 (2020)
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isbn 9783706560993
Автор произведения Группа авторов
Жанр Документальная литература
Серия Geschichte und Region/Storia e regione
Издательство Bookwire
3 Un’ampia panoramica storica sulla Valle d’Aosta è offerta in Stuart J. WOOLF (a cura di), Le regioni dall’unità ad oggi, vol. XII: La Valle d’Aosta, Torino 1995.
4 Una importante difesa delle scuole di villaggio venne da Joseph-August DUC, Le clergé valdôtain et l’istruction publique, Aoste 1894. Sebbene tardo, risalente ai primi del Novecento, il testo più importante, e capace di forti influssi, ancor oggi non esauriti, sulla storiografia locale è Joseph-Marie TRÈVES, À la recherche de la fondation de nos écoles; Aperçu sur l’instruction du peuple avant l’école élémentaire moderne. Une injustice qui crie vengeance. In: Recueil de textes valdôtains, Ecrits de l’abbé J. Trèves, vol. III, Aosta, 1967, pp. 161–231.
5 La questione è ben analizzata in Marco CUAZ, Alle frontiere dello Stato. La scuola elementare in Valle d’Aosta dalla restaurazione al fascismo, Milano 1988.
6 Monica DUFOUR, Alfabetismo, scuole e maestri nella Comunità Montana Evançon tra 1770 e 1859. In: Maurizio PISERI (a cura di), L’alfabeto in montagna. Scuola e alfabetismo nell’area alpina tra età moderna e XIX secolo, Milano 2012, pp. 159–181; Ezio REINOTTI, L’istruzione elementare in Valle d’Aosta dal 1688 al 1822, tesi di laurea, Università di Torino, a.a. 1973/74, rel. Remo Fornaca; Veronica BOSONIN, Leggere e scrivere nella Valle di Gressoney tra ‘700 e ‘800, tesi di laurea, Università della Valle d’Aosta, a.a. 2009/2010, rel. Maurizio Piseri.
7 DUFOUR, Alfabetismo, scuole e maestri, pp. 161–163.
8 La Valle d’Aosta costituiva un distretto del dipartimento. Capoluogo del dipartimento era Ivrea.
9 Le inchieste del dipartimento della Dora sono reperibili in Archivio di Stato di Torino (Sezioni Riunite), Prefettura di Ivrea, CAT XIV (1800–1870), Etats des écoles primaires dans l’arrondissement d’Aoste [30 maggio 1807]; Résumé général des renseignements sur les écoles primaires de l’arrondissement d’Aoste, 1 décembre 1808.
10 Dal 2014 denominate “Unité des Communes valdôtaines”.
11 È bene ricordare che la legge Fourcroy condizionerà anche la legge 4 settembre 1802 che ordina la pubblica istruzione della Repubblica Italiana e, successivamente, del Regno Italico.
12 Maurizio PISERI, La scuola primaria nel Regno Italico. 1796–1814, Milano 2017, pp. 125 e ssg.
13 DUFOUR, Alfabetismo, scuole e maestri, pp. 164–165.
14 Si parla di alfabetismo universale quando l’analfabetismo residuale scende sotto la soglia del 10 % e risulta pertanto riconducibile a fattori fisiologici e difficilmente eliminabili, come disabilità, malattie, degenerazioni neurologiche, condizioni di estrema marginalità sociale e materiale.
15 Carlo M. CIPOLLA, Istruzione e sviluppo. Il declino dell’analfabetismo nel mondo occidentale, Torino 1971, pp. 18–19.
16 Il curriculum delle scuole femminili, com’è noto, era ben diverso da quello delle scuole maschili. Dietro la generica dizione “femminile” c’è da attendersi scuole di lavori donneschi che impegnavano probabilmente le bambine nel leggere ma molto difficilmente nello scrivere.
17 “Essi ricevevano un misero compenso, proveniente dalle risorse di donazioni o dalle contribuzioni dei genitori agiati; un compenso che non permetteva di dedicarsi interamente alla professione e che obbligava a svolgere altre attività più remunerate, come il contadino, l’artigiano o il segretario comunale.” Marco CUAZ, Le maître d’école. In: Communauté de Travail des Alpes Occidentales (a cura di), L’Homme et les alpes, Grenoble 1992, pp. 313–316, qui p. 313.
18 “Una scuola comunale dove tutta la gente della parrocchia può inviare i loro figli per soli tre mesi, stipendio del maestro 40 lire. Egli, nell’anno corrente, non ha insegnato e non si trovano persone che possano assumersi questa pena, Jean Joseph del fu B. Polon è abbastanza istruito e dotato di probità, ma in quest’anno si è rifiutato di insegnare a causa della modestia dello stipendio.” Archivio Vescovile della Diocesi di Aosta, Montjovet, 1ère Liasse écolet, 14 mars 1809.
19 BOSONIN, Leggere e scrivere, pp. 199–201.
20 Monica DUFOUR, Alfabetismo, scuole e maestri nella comunità montana Evançon (1770–1859), tesi di laurea, Università della Valle d’Aosta, a.a. 2007/2008, rel. Maurizio Piseri.
21 È il caso del Regno Italico, dove maestri valutati positivamente nelle inchieste poi sono oggetto di critiche e di accuse anche pesanti da parte delle amministrazioni comunali allorché la corrispondenza non è più con le autorità di governo ma con gli organismi amministrativi intermedi, come le prefetture o le viceprefetture. PISERI, La scuola primaria, pp. 203–222.
22 PISERI, La scuola primaria, pp. 303–324.
23 DUFOUR, Alfabetismo, scuole e maestri; BOSONIN, Leggere e scrivere.
24 CIPOLLA, Istruzione e sviluppo, pp. 68–83. Cipolla stima intorno al 50–55 % l’alfabetismo complessivo della popolazione europea nel 1850.
25 BOSONIN, Leggere e scrivere, pp. 60–68.
26 L’istruzione informale è quella offerta da soggetti che non esercitano l’attività di insegnante in forma professionale o, comunque, per trarne un reddito. Gli esempi possono essere molti, dal parroco che istruisce gratis et amore Dei i bambini della sua parrocchia ai genitori che insegnano l’alfabeto ai figli. Per quanto meno efficace e meno diffusa della formale, l’istruzione informale ebbe ruoli centrali in alcuni contesti; ad esempio, nella sua forma genitoriale, essa fu fondamentale nell’alfabetizzazione