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Scettica a Salem. Фиона Грейс
Читать онлайн.Название Scettica a Salem
Год выпуска 0
isbn 9781094344195
Автор произведения Фиона Грейс
Серия I gialli di una dubbiosa strega
Издательство Lukeman Literary Management Ltd
“Che genere di lavoro? Fammi indovinare… ha a che vedere con quel tuo hobby?”
Vide Daniel irrigidirsi sentendo nominare il suo podcast. Un fenomeno moderno come Internet non era argomento felice per lui.
“Beh, in effetti di tratta di un lavoro nel podcasting… con un nuovo spettacolo.”
Brynn sollevò gli occhi al soffitto come a voler chiedere al cielo di frenare la bufera che si sarebbe di lì a poco scatenata.
“Ooh, quale spettacolo?” chiese Jeffrey, godendosi ogni singola parola. Sapeva di averla in pugno.
“Lasciala stare, Jeffy,” disse Brynn, la sua solita dolcezza rapidamente tramutata in irritazione.
“Non ti preoccupare, Brynn,” le disse Mia rigidamente. Ogni possibilità di uscire da quella conversazione con un minimo di dignità si stava rapidamente dissolvendo. “Si chiama Libro, campanella e candela.”
“Libro, campanella e candela? E di che parla?” insistette Jeffrey.
“Fenomeni paranormali,” disse Mia. “Hanno bisogno di una persona scettica e con basi scientifiche come presentatrice, e io…”
“Quindi ti hanno offerto un lavoro come cacciatrice di fantasmi online,” disse Jeffrey trionfante. Si appoggiò allo schienale della sedia e sorrise. Aveva fatto il suo lavoro.
Madison strinse il braccio di Daniel, cercando di rassicurarlo.
“No,” disse Mia. “Non è così!”
Daniel scosse la testa, come se non sapesse come reagire davanti a discorsi così oltraggiosi.
“Stai dicendo che intendi abbandonare la tua formazione per seguire una carriera nel settore dell’intrattenimento? L’attività di famiglia sarebbe un’alternativa ragionevole, ma non hai neanche intenzione di andare a fare un viaggio d’affari con Reynolds?”
“Non ho ancora accettato l’offerta, Daniel.”
“Sai perché l’intera famiglia reale, con l’eccezione di quella pecora nera del giovane Edward, e ora quella Meghan Markle, ha sempre evitato la professione dell’intrattenimento?”
“Non lo so, ma immagino che me lo dirai.”
“Perché si tratta di un settore dozzinale, pacchiano,” disse, profondamente scosso.
Mia piegò il suo tovagliolo e lo posò sul tavolo. Fece un respiro profondo. Odiava litigare con Daniel, ma a volte non lo si poteva proprio evitare.
“Pensavo che i Middleton si fossero ribellati contro la famiglia reale. Non è per questo che ci troviamo qui stasera? Per festeggiare il nostro antenato radicale che si è liberato dalle leggi britanniche?” Prese un cucchiaio e lo fece tintinnare contro il proprio bicchiere. “Propongo un brindisi,” disse, sollevando il suo drink. “Alla cena annuale dell’Incatramata con piume. Arthur Middleton ne sarebbe fiero.”
Il suo brindisi fu accolto come un peso di piombo. Daniel era livido. Mia aveva appena usato una lezione di storia contro di lui, facendolo chiaramente sentire a disagio. Madison guardò la figlia come se fosse stata abbandonata sulla soglia dai briganti, mentre Jeffrey si limitava a sorridere, felice del caos che aveva scatenato. Gli occhi di Brynn erano grandi come due padelle ed erano fissi su Mia. Solo Reynolds, sorprendentemente, sollevò il proprio bicchiere.
“Udite, udite,” disse, come se non fosse successo nulla.
Mia mandò giù il contenuto del suo bicchiere, ruotò sui tacchi e se ne andò. Ma anche se la serata era stata un disastro, se ne stava andando con qualcosa che prima non aveva: un nuovo senso di chiarezza. Se fosse rimasta in Pennsylvania, ci sarebbero stati mesi di telefonate preoccupate e tentativi poco sottili di incastrarla con Reynolds, o di risucchiarla dentro all’attività di famiglia dei Middleton. L’alternativa era rischiosa, folle, molto ardua, ma onestamente… cos’aveva da perdere? A dire il vero, era orgogliosa di se stessa. Stava finalmente prendendo in mano la propria vita. Prese il cellulare dalla borsa e trovò il numero che voleva. Dopo pochi squilli Graham Stone rispose.
“Graham? Sono Mia. Ci ho pensato, e accetto la tua offerta.”
CAPITOLO SEI
Una settimana dopo la cena dell’Incatramata con piume, Mia finiva finalmente di caricare tutti i bagagli sulla sua vecchia Toyota. L’appartamento che le forniva la produzione dello spettacolo era arredato, quindi aveva già impacchettato e riposto alcune delle sue cose nel garage di Brynn. Era emozionata di mettersi in marcia. Lanciò un fischio a Tandy e tutti e due montarono in macchina.
“Sei pronto, amico?” disse, e abbassò il finestrino per il suo cane, prima di partire e immettersi in strada. Passando fuori da un piccolo bistrò francese, un ricordo le tornò alla mente. Lì servivano il soufflé al cioccolato più delizioso che avesse mai mangiato. Lei e il suo fidanzato Mark se ne erano spartiti una fetta il giorno del suo ultimo compleanno. Ex-fidanzato, si corresse. Non pensare al passato! Resta nel presente. Se l’era ripetuto continuamente mentre si preparava per la sua nuova vita. Erano stati giorni passati a fare bagagli e scatoloni, a compilare carte e a stendere programmi. Ma il lato positivo era che si sentiva sicura di aver ottenuto un nuovo record del mondo. Del resto, quanti riuscivano a perdere il lavoro, il fidanzato e la casa in un giorno, e a ricominciare una nuova vita appena una settimana dopo?
Mentre Fishtown si rimpiccioliva sempre più nello specchietto retrovisore, una nuova sensazione iniziò a farsi spazio dentro di lei: la libertà della strada. Tutto il senso di pazzia degli ultimi giorni si dissolse. Ora Mia era diretta verso il suo futuro. Cosa sarebbe successo al suo arrivo a Salem? Non ne era sicura, ma almeno sarebbe stato tutto nuovo. Anche solo capire i dettagli essenziali, come per esempio dove andare a fare la spesa, sarebbe stata un’ottima distrazione. E nessuno la conosceva a Salem. Le possibilità per reinventare la sua vita erano infinite. Ma la cosa che la entusiasmava di più era il podcast. Aveva lavorato da sola per così tanto tempo. Come sarebbe stato lavorare in una trasmissione, insieme ad altre persone? Graham aveva tenuto la bocca cucita riguardo al team di Libro, campanella e candela, ma Mia ipotizzava che si trattasse di persone con il medesimo interesse. Essere circondata da gente con la sua stessa forma mentis sarebbe stato meraviglioso.
E poi, ciliegina sulla torta, avrebbe abitato a Salem, dove i processi alle streghe erano solo la punta di un immenso iceberg. Non vedeva l’ora di tuffarsi nell’indagine di tutte le storie, i misteri e le leggende della cittadina. Era un tesoro di comportamenti umani e dati scientifici che non aspettava altro che di essere esplorato. Cavolo se era entusiasmante!
Cinque ore dopo, Mia uscì dall’autostrada ed entrò nella piccola cittadina di Salem, nel Massachusetts. Invece di andare direttamente al suo nuovo indirizzo sulla Essex Street, decise di fare un giro fino al porto. Non vedeva il mare da un po’ e Tandy aveva bisogno di sgranchirsi le zampe. La cittadina era graziosa, con strade ampie e vecchi alberi. Le case erano un po’ meno imponenti di quelle a cui era abituata in Pennsylvania, gli edifici meno industriali. C’era una certa atmosfera di contenuto puritanesimo nell’architettura.
Mia sapeva che una delle case più famose della città, la Casa Turner-Ingersoll, era lì vicino. Seguì la segnaletica del percorso storico lungo una strada senza uscita e accostò davanti alla vecchia villa colonica, resa famosa da Nathanial Hawthorne come la Casa dei sette abbaini. Fece uscire Tandy dall’auto e il cane si mise subito ad annusare il nuovo territorio. Mia lo seguì. Si diceva che fossero numerosi i fantasmi che alloggiavano alla Casa Turner-Ingersoll: lo spettro strisciante della scala segreta, il ragazzo fantasma e Susanna Ingersoll, cugina di Nathanial Hawthorne, tanto per cominciare. Mia osservò la vecchia villa, con i suoi tetti spioventi e i camini in mattoni, affacciata sulla spiaggia spazzata dal vento. Ma non ne stava ammirando la bellezza. Fantasticava piuttosto su come poter esaminare la vecchia casa con dei lettori di campi energetici o per mezzo di dispositivi a infrarossi per provare che non c’erano fantasmi.
La casa si ergeva sulla costiera rocciosa di Salem. Giù lungo le scogliere, si scorgeva la marina di Hawthorne Cove, dove le barche erano ormeggiate lungo i moli di legno. Il mare le faceva sempre venire