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sotto ai suoi piedi mentre saliva al secondo piano del locale, dove i camerieri e le cameriere correvano avanti a indietro nei loro costumi del diciottesimo secolo, servendo piatti e drink dell’epoca. Era un po’ come cenare in un museo del cibo, illuminato da candelieri e candele a fiamma aperta.

      La famiglia Middleton era seduta attorno a una lunga tavolata, apparecchiata con boccali dal coperchio in peltro e ceramiche bianche. La madre di Mia, Madison, era perfettamente agghindata con un vestito di Chanel blu-navy e portava al collo un giro di perle che era appartenuto a Mary Izard, la moglie di Arthur Middleton. Seduta accanto a lei, con postura militare e un portamento elegante, c’era il patrigno di Mia, Daniel, vestito con un tradizionale panciotto. Mia si chiese se non sarebbero stati più felici se fossero vissuti nel diciottesimo secolo. Il contrasto tra il suo vero padre, Frank Bold, con il suo aspetto trasandato e un certo fascino rilassato, e il suo patrigno così tradizionale e compassato, Daniel, non avrebbe potuto essere più netto. Ma anche se a volte Daniel Middleton metteva un po’ di soggezione, era un uomo generoso e adorava sua madre.

      Jeffrey e Brynn sedevano dalla parte opposta del tavolo. Un uomo dinoccolato, Jeffrey sarebbe anche stato bello, se non fosse stato per la sua espressione sempre tesa. Stava scrutando la stanza e fu il primo a scorgere Mia. Poi sussurrò qualcosa nell’orecchio a Brynn.

      Maleducato! pensò Mia. Quella era la definizione perfetta per lui nella sua mente: riservato e noncurante di come le sue azioni facessero percepite dagli altri. Mia lo ignorò.

      Poi c’era Reynolds Webb, l’addetti agli acquisti per la Antichità Middleton. Era vestito in maniera impeccabile, con una cravatta ascot e una spilla antica. L’unica sedia vuota al tavolo era quella accanto a lui. Perché non sono sorpresa? Sicuramente il segreto della rottura del suo fidanzamento era stato spifferato. Erano anni che Daniel tentava di sistemarla con il nervoso e timido Reynolds.

      Mia accennò quello che sperò apparire come un sorriso allegro e si avvicinò al tavolo. Mark era sempre stato bravo a districare situazioni imbarazzanti. Questa sera avrebbe dovuto affrontare la propria famiglia da sola. Quando si fu avvicinata, Jeffrey si stava esibendo in un rapido monologo.

      “E lo sceicco mi dice ‘Jeff, voglio comprare il condominio. Ti va di venire ad Abu Dhabi a firmare le carte? E senti questa,’ mi dice, ‘Puoi stare in uno dei miei palazzi.’ Come facevo a dire di no a un’offerta così? Giusto tesoro?”

      “Mi mancherai, tesoro,” disse Brynn diligentemente, il vestito giallo canarino abbinato a quello di Madison.

      “Eccola qua,” disse Daniel alzandosi in piedi, secondo l’etichetta di un altro secolo. “Sei adorabile, Mia.” Fece il giro del tavolo e tirò fuori la sedia per lei.

      “Stai meravigliosamente con questo vestito,” disse Reynolds, prendendole la mano con gesto galante. Indossava un paio di occhiali con sottile montatura in metallo e le sue unghie erano perfettamente tagliate e curate.

      “È da un po’ che non ti vedo, Reynolds. Come vanno gli affari?” chiese Mia, accomodandosi al suo posto.

      “Alla grande, alla grande. Tuo padre ha dei nuovi fantastici clienti dei Paesi Bassi,” le rispose con entusiasmo.

      Di fronte a Mia, Jeffrey si muoveva sulla sua sedia, a disagio. Fece cenno al cameriere di avvicinarsi, usando gesti energici e nervosi, come se non fosse capace di stare fermo.

      Il cameriere arrivò, con indosso una camicia con volant e una giacca d’epoca.

      “Un bourbon con ghiaccio,” disse Jeffrey con tono sprezzante, prima di voltarsi verso Mia con un sorriso.

      “Io prendo un calicanto,” disse Mia. La bevanda frizzante era fatta con succo di frutta e aceto dolcificato con una spruzzatina di alcool.

      “Ho sentito Mark stamattina,” disse Jeffrey. “Sembra una battaglia epica.”

      “A dire il vero ci siamo lasciati,” disse Mia. “A quanto pare non siamo fatti l’uno per l’altra.”

      “Hai rotto il tuo fidanzamento? Oh no,” disse Madison sgranando gli occhi. A quanto pareva era fuori dal giro dei pettegolezzi.

      “Mi spiace tanto, Mimi,” disse Brynn comprensiva. “È terribile.”

      Il cameriere posò i loro bicchieri sul tavolo. “Mark pensa che lo chiamerai quando ti sarai calmata,” disse Jeffrey con atteggiamento di sufficienza.

      “Beh, mi sa che dovrà aspettare a lungo,” rispose Mia con calma. Jeffrey stava tentando di provocarla, e stava funzionando. Prima mi molla, puoi vuole che lo chiami? Che stronzo!

      La cameriera arrivò, vestita con una gonna frusciante e un grembiule. Sorrise con rosea perfezione e fece l’elenco di tutti i piatti, recitando il loro significato, dalla lager preferita di Benjamin Franklin alla natura storica delle torte salate. Daniel e Madison ascoltavano incantati, le dita intrecciate. Un intero menù di articoli vari stava per essere riprodotto da un grosso chef per finire dritto nei loro piatti. Era un vero paradiso. Tutti ordinarono qualcosa di esotico.

      Mia chiuse il menù e lo porse alla cameriera.

      “Prendo un cheeseburger, grazie,” disse con tono asciutto.

      Daniel la guardò colpito. Poi lisciò il suo tovagliolo e prese la parola. “Beh, io fra tutti sono emozionato che tu sia di nuovo single. Il mondo ha sufficienti gestori di fondi speculativi. Puoi fare di meglio.”

      “Grazie, Daniel,” disse Mia. Per quanto gli piacesse canzonarlo, Daniel era sempre stato pronto a sostenerla. Quando Mia aveva voluto mantenere il proprio cognome e restare Mia Bold, Daniel aveva semplicemente detto: “Beh, sei anche una Middleton, per quel che mi riguarda.” Questo motivo le era sufficiente per volergli bene. Ma Daniel l’aveva anche adottata su un piano pratico, aiutandola pagando per la sua educazione. Anche se gli era riconoscente per tutto quello che aveva fatto, sentiva comunque la mancanza del suo padre biologico e dei momenti magici che avevano trascorso insieme. Quel pezzettino perduto della sua vita era sempre vivido nel suo cuore.

      “Ma non è tutto quello che è successo,” disse Jeffrey. “Hai altre novità, vero Mia?!

      Mia avrebbe voluto prendere Jeffrey a pugni, ma probabilmente non sarebbe stata la mossa più saggia da fare. Perché ha tanto il dente avvelenato con me? si chiese. Prese un sorso del suo drink, rilassò i nervi e guardò in faccia sua madre e il suo patrigno. “Il fatto è che ho perso il lavoro,” annunciò.

      “Anche il lavoro?” disse Madison, guardando la figlia con preoccupazione materna. “Cosa diavolo sta succedendo, tesoro?”

      “È una lunga storia,” disse Mia.

      “Beh, puoi venire a stare da noi fino a che non avrai sistemato le cose…” propose Daniel.

      Mia non rispose. Apprezzava l’offerta, ma non aveva la minima intenzione di tornare a casa.

      “E ho un’idea eccellente,” continuò Daniel. “Reynolds deve andare a una vendita immobiliare ad Amish questo weekend. Sono sicuro che un aiuto gli farebbe comodo, e ti pagheremo per il tuo tempo.”

      Eccoci, pensò Mia. Daniel aveva sempre la speranza che una delle giovani Middleton intraprendessero l’attività di famiglia. Antiquariato, più un weekend con Reynolds? Ovvio che la vedesse come un’idea eccellente.

      “Grazie, ma questa settimana devo iniziare a fare i bagagli. Ho solo due settimane per traslocare, dopotutto.” Rivolse un rigido sorriso a Jeffrey.

      La conversazione venne interrotta dall’arrivo delle loro pietanze. Mia gustò il suo cheeseburger mentre il resto della famiglia banchettava con un assortimento di varietà di pane, torta salata di aragosta, anatra arrosto, coniglio brasato, costolette di maiale affumicato con melograno, pesce e addirittura un piatto di tofu fritto che a quanto pareva Benjamin Franklin aveva elogiato in qualcuno dei suoi scritti. Le cose rimasero relativamente civili mentre mangiavano. Alla fine arrivò il dolce: crème brûlé. Mia stava giusto rompendo la crosticina di zucchero con il cucchiaio quando Jeffrey colpì di nuovo.

      “Quindi, qual è esattamente il tuo piano?” Le sorrise, sapendo benissimo che qualsiasi cosa fosse uscita dalla

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