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       Edmondo De Amicis

      Pagine sparse

      Pubblicato da Good Press, 2020

       [email protected]

      EAN 4064066069384

       LA MIA PADRONA DI CASA

       SCORAGGIAMENTI

       RITRATTO D'UN'ORDINANZA

       BATTAGLIE DI TAVOLINO

       UN INCONTRO

       EMILIO CASTELAR

       UN CARO PEDANTE

       UNA VISITA AD ALESSANDRO MANZONI

       LA LETTURA DEL VOCABOLARIO

       APPUNTI

       UNA PAROLA NUOVA

       CONSIGLI

       IL VIVENTE LINGUAGGIO DELLA TOSCANA

       I.

       II.

       III.

       QUELLO CHE SI PUÒ IMPARARE A FIRENZE

       UN BEL PARLATORE

       DALL'ALBUM D'UN PADRE (A VITTORIO BERSEZIO.)

       SOPRA UNA CULLA

       I.

       II.

       III.

       IV.

       V.

       VI.

       VII.

       VIII.

       GIOVANNI RUFFINI

       L'AMORE DEI LIBRI

       MANUEL MENENDEZ (RACCONTO)

       I.

       II.

       III.

       IV.

       V.

       VI.

       VII.

       VIII.

       IX.

       X.

       XI.

       XII.

       XIII.

       IN SOGNO

      .... Non riprendeva, anzi lodava ed amava che gli scrittori ragionassero molto di sè medesimi; perchè diceva che in questo sono quasi sempre e quasi tutti eloquenti, ed hanno per l'ordinario lo stile buono e convenevole, eziandio contro il consueto o del tempo, o della nazione, o proprio loro. E ciò non essere meraviglia; poichè quelli che scrivono delle cose proprie hanno l'animo fortemente preso e occupato della materia; non mancano mai nè di pensieri, nè di affetti nati da essa materia e nell'animo loro stesso, non trasportati d'altri luoghi, nè bevuti da altre fonti, nè comuni e triti, e con facilità si astengono dagli ornamenti frivoli in sè, o che non fanno a proposito, dalle grazie e dalle bellezze false, dall'affettazione e da tutto quello che è fuori del naturale. Ed essere falsissimo che i lettori ordinariamente si curino poco di quello che gli scrittori dicono di sè medesimi: prima, perchè tutto quello che veramente è pensato e sentito dallo scrittore stesso, e detto con modo naturale e acconcio, genera attenzione, e fa effetto; poi, perchè in nessun modo si rappresentano o discorrono con maggior verità ed efficacia le cose altrui, che favellando delle proprie: atteso che tutti gli uomini si rassomigliano tra loro, sì nelle qualità naturali, e sì negli accidenti, e in quel che dipende dalla sorte; e che le cose umane, a considerarle in sè stesso, si veggono molto meglio e con maggior sentimento che negli altri.

      Leopardi — Detti memorabili di Filippo Ottonieri.

       Indice

      Non posso pensare a Firenze, senza

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