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fratello.

      Kane sapeva che Michael non era in sé, ma quella era proprio una cosa assurda. Nel momento in cui i loro sguardi s’incrociarono, vide la sete di Michael come se fosse qualcosa di tangibile, di contagioso… che crea dipendenza. Suo fratello aveva prosciugato ben più di un demone e gli aveva mentito a riguardo.

      La sua mente cercava delle risposte e, all’improvviso, capì perché Michael beveva sangue demoniaco. Se poche gocce di sangue di Caduto provocavano una tale reazione… figuriamoci prosciugare un demone, cioè una creatura generata dai Caduti.

      Kane spostò lo sguardo su Aurora, notando il rossore sulle sue guance e il respiro divenuto irregolare. Era eccitata per la sensazione delle labbra di Michael sulla pelle e non capiva che, se lui avesse perso il controllo, le cose sarebbero diventate molto pericolose. Lei non aveva colpe, aveva scatenato la strana dipendenza di Michael senza volerlo.

      ‘Ecco un’altra prova che l’amore è cieco.’ pensò Kane tra sé.

      Il pavimento vibrò sotto i suoi piedi ma non vi prestò attenzione, finché non vide un libro che iniziava a tremare su uno scaffale. Guardandosi intorno, ne vide altri che iniziavano a fare la stessa cosa. Allungò una mano per rimettere a posto il libro più vicino, poi vide la lampada sul tavolino accanto a Michael che iniziava a scivolare verso il bordo.

      “Michael.” il sussurro Kane riecheggiò forte nel silenzio della stanza.

      Michael percepì l’avvertimento nella voce di Kane e si scostò da Aurora, rendendosi conto di ciò che stava facendo. Ritraendosi dalla ferita, posò un lieve bacio sulla punta del dito e si sforzò per allontanarsi con calma.

      “Devi stare attenta, a volte le pagine di questi vecchi libri sono taglienti.” le disse sorridendo, distraendola così da quello che aveva appena fatto.

      Aurora ritrasse lentamente la mano e la strinse, sentendo ancora il calore di quelle labbra sulla pelle. Si portò la mano al petto e, con l’altra, schermò in modo protettivo quella meravigliosa sensazione, poi fece un cenno a Michael con un’espressione radiosa.

      “Prometto di stare attenta.” gli disse timidamente, e Skye annuì. Nessuno dei due aveva notato le vibrazioni nella stanza perché la loro attenzione era fissa sul bacio sensuale di Michael.

      Con grande sollievo di Kane, le vibrazioni cessarono all’istante e la lampada si fermò ad un paio di centimetri dal bordo.

      “Aurora, Skye, tornate pure alla vostra lettura. Noi andiamo a perlustrare la zona in cerca di qualsiasi cosa che possa costituire un pericolo per gli umani.” dichiarò Kane, pregando che Michael cogliesse il suggerimento e andasse con lui. “E poi, restando qui, saremmo solo una distrazione.”.

      “Direi.” Skye spalancò gli occhi, rendendosi conto di averlo detto ad alta voce. Sorrise quando Aurora ridacchiò.

      Michael maledisse se stesso e concluse che Kane aveva ragione… uscire da quella stanza era la cosa migliore da fare, per ora. D’altra parte, però, essere seguito da Kane non lo entusiasmava molto, era l’ultima cosa di cui aveva bisogno in quel momento.

      Voltandosi verso di lui, gli sorrise e disse “Tu vai verso est, io vado a ovest.”.

      Passò accanto a Kane con l’intenzione di fare esattamente come aveva appena detto e si augurò che i demoni fossero abbastanza stupidi da trovarsi nei paraggi. Era appena uscito sul portico quando Kane lo raggiunse e lo afferrò per un braccio, facendolo sobbalzare.

      “Che stavi facendo?” gli chiese Kane sibilando. “Era solo un taglietto, non erano necessarie tutte quelle attenzioni.”.

      “Stava sanguinando.” ringhiò Michael, come se quella risposta fosse sufficiente… ma non lo era, e lo sapevano entrambi.

      Kane lo fissò e ripeté “Sanguinando…”, poi scosse la testa. “Così non va, Michael. Ti comporti come un tossico in cerca della sua prossima dose ed è il sangue di Aurora che ti crea questa dipendenza.” dichiarò Kane con lo sguardo fisso, adesso aveva capito tutto. “Ecco perché prosciughi i demoni. E il loro sangue ti sta facendo qualcosa.” continuò.

      Michael, con il viso contorto per la rabbia, si voltò verso Kane, ignaro dei propri occhi che adesso erano di un nero profondo. “Tu uccidi i demoni a modo tuo e io li uccido a modo mio. Lo fanno tutti, hai dimenticato questa maledetta guerra che tu stesso hai iniziato? Smettila di farmi da baby-sitter. Nel caso in cui te ne sia dimenticato, io so badare a me stesso… ci sono riuscito benissimo mentre tu eri sottoterra, e adesso non è diverso.”.

      Kane restrinse lo sguardo ma non disse nulla mentre Michael si allontanava dal portico. Poteva ignorare gli insulti, ma di certo non poteva ignorare l’oscurità negli occhi di suo fratello. Quello era il Michael di cui parlava Dean.

      Scrappy si sedette ai piedi di Kane e guaì prima di guardarlo.

      Kane abbassò lo sguardo verso di lui e sospirò stancamente. “Lo so, lo so… ‘Segui tuo fratello e tienilo d’occhio’. Tu e Syn dovete avere un legame mentale che io ignoro.”.

      Non voleva lasciare Aurora e Skye da soli ma se la sarebbero cavata, la casa era ben protetta e, per fortunata, Michael sembrava essersi completamente dimenticato di loro… almeno per ora. Concludendo di avergli dato un vantaggio sufficiente, Kane seguì suo fratello grazie al proprio sangue che gli aveva inoculato pochi giorni prima.

      Non gli ci volle molto per raggiungerlo, tuttavia rimase a guardare con discrezione da lontano. Quello che Michael stava facendo era sbagliato… cioè… non l’uccidere i demoni, ma il modo in cui lo faceva. Utilizzava il loro sangue come se fosse una droga e, come accade con tutte le droghe, si valutano gli effetti collaterali per capire se vale la pena assumerle. Finora, gli effetti collaterali non si erano dimostrati tanto buoni.

      Kane era accovacciato su un tetto a spiovente e osservava Michael, che aveva rallentato e stava percorrendo il marciapiede vuoto con passo incerto. Sentì una forte presenza alle sue spalle e si alzò in piedi sospirando.

      “Devo intervenire?”.

      Kane scosse la testa “No pa’, ci penso io.”.

      Una risata sommessa riecheggiò “Non vuoi vedere di nuovo Michael morto, vero?”.

      “Eh no.” sospirò Kane, guardando dietro di sé. “Gli devo molto.”.

      “A volte il risveglio dalla morte aiuta a vedere le cose da un’altra prospettiva.” disse Syn; non avrebbe privato Kane di quel sentimento di redenzione a meno che non fosse stato costretto.

      “L’abbiamo sperimentato già due volte.” ribatté Kane. “Salutami mamma.”.

      Syn annuì e svanì, lasciando Kane da solo sul tetto. Girandosi di nuovo verso Michael, lo vide arrampicarsi sulla veranda di una vecchia casa fatiscente, accanto ai binari ferroviari. Kane piegò la testa di lato, chiedendosi che intenzioni avesse suo fratello.

      Capitolo 5

      Michael era in modalità “predatore”, aveva ignorato diversi demoni di basso livello che non erano degni della sua attenzione, poi, all’improvviso, rallentò il passo nei pressi di una vecchia casa. Lì… lo sentiva… un demone con una buona dose di potere era lì dentro, tra il fetore di cadaveri in decomposizione.

      Un perfido sorriso gli apparve sul volto. Michael si avvicinò alla porta e bussò educatamente.

      Un uomo anziano, con indosso una maglietta macchiata e dei pantaloni sfilacciati, aprì la porta fino alla catena del chiavistello. Squadrò da capo a piedi il tipo ben vestito e disse “Qualunque cosa vendi, io non compro niente.”, poi si portò alla bocca una bottiglia di liquore scadente e sputò in faccia al cosiddetto venditore.

      Michael colpì bruscamente la porta con il palmo della mano, spezzando la catena e allungando il braccio verso il demone travestito. Con un movimento fluido lo tirò fuori dalla porta, lanciandolo nel cortile come una bambola di pezza. Kane si accigliò quando l’uomo, che sembrava sull’ottantina, rotolò sull’erba e sbatté contro il tronco di un albero. Quando lo vide crollare a terra, fece per alzarsi in piedi, pensando che Michael avesse perso la testa e commesso un terribile errore.

      Si

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