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arrivarono alla centrale, Missinger era lì già da dieci minuti. Hernandez aveva chiamato prima, ordinando al sergente di farlo portare nella stanza per famiglie, usata per le vittime di crimini e per i familiari dei deceduti. Era un po’ meno asettica del resto della stazione, con un paio di vecchi divani, alcune tende alle finestre e qualche vecchia rivista mensile sul tavolino.

      Jessie, Hernandez e Trembley corsero alla porta della stanza per le famiglie, dove stava di guardia un agente.

      “Come sta andando là dentro?” chiese Hernandez.

      “Sta bene. Sfortunatamente ha chiesto il suo avvocato non appena è entrato dalla porta principale.”

      “Fantastico,” disse Hernandez. “Da quanto sta aspettando di poter chiamare?”

      “L’ha già fatto, signore,” disse l’agente, evidentemente a disagio.

      “Cosa! Chi glielo ha permesso?”

      “Sono stato io, signore. Non dovevo?”

      “Da quanto sei nelle forze dell’ordine, agente… Beatty?” chiese Hernandez, leggendo la targhetta che il giovane aveva attaccata alla camicia.

      “Quasi un mese, signore.”

      “Ok, Beatty,” disse Hernandez, chiaramente cercando di tenere a bada la propria frustrazione. “Ora non ci si può fare nulla. Ma in futuro non devi immediatamente dare a un potenziale sospettato il telefono, non appena lo chiede. Puoi farlo accomodare in una stanza e dirgli che provvederai subito. Il ‘subito’ potrebbe richiedere qualche minuto, magari addirittura un’ora o due. È una tattica che ci concede il tempo per sviluppare una strategia e tenere il sospettato sul filo del rasoio. Potresti per favore cercare di ricordartene in futuro?”

      “Sì signore,” disse Beatty con tono remissivo.

      “Ok. Per ora, portalo in una sala per gli interrogatori aperta. Probabilmente non abbiamo molto tempo prima che arrivi il suo avvocato. Ma vorrei usare ciò che abbiamo per avere almeno una sensazione di questo tizio. E Beatty, mentre lo fai spostare, non rispondere a nessuna delle sue domande. Mettilo in una stanza e lascialo lì, capito?”

      “Sì, signore.”

      Mentre Beatty entrave nella sala per famiglie per prendere Missinger, Hernandez condusse Jessie e Trembley alla stanza del personale.

      “Concediamogli un minuto per ambientarsi,” disse Hernandez. “Io e Trembley entriamo. Jessie, tu dovresti guardare da dietro lo specchio. È troppo tardi per fare domande sostanziali, ma possiamo cercare di stabilire un certo rapporto con il tipo. Non è necessario che ci dica nulla. Ma noi possiamo dire un sacco. E questo potrebbe avere un effetto su di lui. Dobbiamo farlo sentire il più insicuro possibile prima che il suo avvocato arrivi qui e inizi a metterlo a suo agio. Dobbiamo ficcargli in testa dei dubbi, in modo che si chieda se non sia meglio allearsi con noi invece che con il suo pagatissimo legale. Non abbiamo molto tempo per farlo, quindi entriamo.”

      Jessie andò nella sala di osservazione e si mise a sedere. Fu la sua prima occasione di vedere Michael Missinger, che stava in piedi in un angolo, impacciato. Era ancora più bello di quanto fosse stata sua moglie. Anche alle tre del mattino, con indosso un paio di jeans e una maglietta che doveva essersi infilato all’ultimo minuto, sembrava essere appena uscito da un servizio fotografico.

      I suoi capelli biondi corti, striati dal sole, erano abbastanza spettinati da apparire privi di tante pretese, ma comunque non trasandati. La pelle era abbronzata in certo punti, ma bianca in altri, tipico di chi pratica regolarmente il surf.

      Era alto e atletico, con l’aspetto di un tizio che non deve lavorare molto per mantenersi così. Il rossore e gonfiore degli occhi azzurri – probabilmente dovuto al pianto – non ne sminuiva il fascino. Jessie doveva ammettere, nonostante tutto, che se quest’uomo l’avesse avvicinata al bar ieri sera, non sarebbe stata tanto sprezzante nei suoi confronti. Anche il suo nervoso e continuo spostare il peso da un piede all’altro era terribilmente adorabile.

      Dopo pochi secondi, Hernandez e Trembley entrarono. Parvero meno impressionati.

      “Si sieda, signor Missinger,” disse Hernandez, facendo apparire l’ordine quasi caloroso. “Sappiamo che ha chiesto del suo avvocato, il che va bene. Da quanto ho capito sta arrivando. Nel frattempo volevamo aggiornarla sul punto a cui siamo arrivati con le indagini. Mi permetta di iniziare offrendole le mie condoglianze per la sua perdita.”

      “Grazie,” disse Missinger con voce leggermente roca, che Jessie non era sicura essere realmente la sua, o piuttosto il risultato dello stress di quella notte.

      “Non sappiamo ancora se si tratti di un delitto,” continuò Hernandez, sedendosi di fronte a lui. “Da quanto mi hanno riferito, avete detto a uno dei nostri agenti che Victoria era estremamente accurata nel tenere sotto controllo la sua patologia e che lei non ricorda alcun incidente come questo in passato.”

      “Io…” iniziò Missinger.

      “Non c’è bisogno di rispondere, signor Missinger,” lo interruppe Hernandez. “Non voglio essere accusato di violare i suoi diritti di non parlare non in presenza del suo avvocato, che mi pare le siano stati spiegati, giusto?”

      “Sì.”

      “Ovviamente è una procedura standard. E anche se non la giudichiamo un sospettato, lei ha il pieno diritto di richiedere la presenza del suo legale. Ma dal nostro punto di vista, stiamo cercando di muoverci il più rapidamente possibile per arrivare al fondo della vicenda. Il tempo è essenziale. Quindi più dettagli siamo in grado di confermare, come quello che lei ha condiviso, riguardo all’esperienza di Victoria nell’auto-medicazione, meno sarà probabile finire in vicoli ciechi. Capisce?”

      Missinger annuì. Trembley stava in silenzio di lato, come insicuro se o quando intromettersi.

      “Quindi,” continuò Hernandez, “anche la conferma che la vostra governate Marisol è in vacanza a Palm Springs questa settimana. Lei ha dato il suo numero di telefono a un agente, e credo che la contatteremo. Ad ogni modo, senza rispondere formalmente, se trova che io stia dichiarando qualcosa di impreciso, magari me lo faccia sapere. Non c’è bisogno che risponda a nessuna domanda, ovviamente. Mi porti solo nella giusta direzione se dovessi andare fuori strada, ok?”

      “Ok,” confermò Missinger.

      “Bene, stiamo facendo dei progressi. Sappiamo che ha cercato di contattare Victoria più volte nel corso del pomeriggio, e lei non ha mai risposto. Ho saputo che ieri nel tardo pomeriggio lei è venuto a casa perché dovevate trovarvi per andare a cena, ha trovato la sua auto ma non lei, cosa che l’ha preoccupata tanto da farle chiamare la polizia. Se sto sbagliando qualcosa, batta solo il polpastrello sul tavolo o qualcosa del genere per farmelo sapere.”

      Hernandez continuò a descrivere la scansione temporale dei fatti, ma Jessie si trovò ad ascoltare solo per metà. Aveva notato qualcosa nell’ultimo scambio, e si stava chiedendo se ciò che aveva visto fosse stato reale o immaginario. Proprio quando Hernandez aveva detto “nel corso del pomeriggio”, Michael Missinger aveva leggermente sussultato, quasi di riflesso. Non quando gli aveva detto “ha tentato di contattarla.” Non quando aveva detto “lei non ha mai risposto.” Solo alle parole “nel corso del pomeriggio.”

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