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idea."

      "Ne hai discusso con Jarvis?" chiese Rhys.

      "Non con così tante parole."

      "Il che significa per niente." Lui la fulminò con lo sguardo, le labbra strette.

      Era solo prudente, e Nobile, ma doveva esserci una linea tra lavoro e Nobility. "Possiamo scattare le foto, dal momento che mi sono agghindata e tutto il resto, e parlarne con lui al mattino."

      "Non sappiamo nulla di questo assassino" obiettò Rhys. "Tranne che tutto ciò che si lascia alle spalle sono donne morte. Prima di esporti e metterti nel suo campo visivo, dovremmo sapere di più su ciò con cui abbiamo a che fare."

      "E un'altra donna viene uccisa mentre ce ne stiamo con le mani in mano." Lei scosse la testa.

      "Metterti in pericolo non è una garanzia che impedirai un altro omicidio" ribatté Simon.

      Dreya si agitò sul posto. Lui le lancio quel suo sguardo oscuro e penetrante che vedeva troppo in profondità. In sua difesa, protestò. "So che è l'assassino a essere responsabile degli omicidi, non io. Ma è mio compito correre rischi, se necessario, per risolvere e prevenire questi crimini. Quindi, sono io che faccio il mio lavoro – nessun motivo personale – e nulla più né meno di quanto fareste voi."

      Quinn arricciò il naso, in disaccordo. "Possiamo monitorare AlleyOop da dietro le quinte. Non è necessario che tu ci metta la faccia."

      "Con tutti questi dati personali, l'ordine del tribunale richiederà una settimana o più. Se mi infilo semplicemente nel gregge, vedremo se questo predatore cerca di individuarmi."

      Rhys arricciò le labbra e scostò con la mano una ciocca ribelle di capelli. Il suo cipiglio lo marchiava come non convinto. Quinn guardava il vuoto con gli occhi increspati, la bocca stretta da un lato.

      Simon balzò in piedi come se stesse per scappare, girò in cerchio senza avere alcun posto dove andare, e si fermò altrettanto all'improvviso. Scosse la testa con disapprovazione. "Non mi piace, ma vedo che sei decisa a farlo. Sei immediatamente sotto scorta. Non starai mai sola."

      "D'accordo" disse lei. Lasciò lo spazio per ulteriori discussioni, ma con la dichiarazione di Simon, la decisione era presa.

      Rhys prese il telefono. "Okay, andiamo fuori e facciamo le foto."

      Dopo cena Rhys, Quinn e Simon tirarono fuori un mazzo di carte sul tavolo da pranzo e passarono da Rubamazzo a Ramino a Black Jack. Il loro prendersi in giro in sottofondo la confortava. Il dolore della solitudine del signor Harrison persisteva come il cattivo retrogusto di una notte di tequila. Non voleva finire come lui.

      "Trova un assassino" disse. Iniziò il processo di creazione di un profilo su AlleyOop sotto il nome di Michelle Love. Caricò le sue immagini e compilò il questionario, facendo una pausa per scegliere il suo nome utente. Aveva visto alcuni ridicoli nomi di uomini e ghignò, ricordando un idiota che usava lo pseudonimo "Buongustaio di Passere".

      Dietro di lei, i suoi uomini scherzavano e ridevano. Li guardò da dietro la spalla. Simon diede una gomitata a Quinn sul braccio, provocandolo a fare qualcosa. Quinn resistette, restituendo lo spintone a Simon, quasi ribaltandone la sedia. Rhys si portò le carte davanti alla faccia, i suoi occhi parzialmente coperti che sbirciavano dall'alto come se giocassero per milioni.

      Come le carte nella mano di Rhys, il desiderio verso di loro si allargava per tutto il suo corpo. Erano così dannatamente meravigliosi, come aveva notato l'agente immobiliare, che anche Dreya era intimidita dalla loro bellezza. Quelle bellezze eccezionali portavano gioia nella sua anima perché sapeva che, alla fine, sarebbero stati tutti insieme come voleva la Nobility… per la vita.

      Un formicolio scaturì dal profondo del suo essere e prese a ruotare attorno al suo cuore. Aveva quello che volevano le donne di AlleyOop, moltiplicato per tre. Il comportamento della signorina Thompson aveva chiaramente illustrato quanto fosse stata fortunata ad avere tre compagni Nobili. Quando sia il suo cuore che la sua mente si capacitavano di quanto la Nobility avesse migliorato la sua vita, voleva gridare "alleluia" e votare per darne una dose a tutta l'umanità.

      Lazar, dove sei? Cosa stai facendo?

      Sperava di non doverlo mai più incontrare. Dove una volta lo aveva voluto morto per punirlo, ora l'impulso di arrestarlo e assicurarsi che ricevesse il giudizio pieno della legge era lentamente scomparso.

      Quell'evoluzione del suo pensiero si scontrava con il suo addestramento e la lasciava con un senso di disagio riguardo come sarebbe potuta finire la cosa. La Nobility non le aveva ancora mostrato come convivere con l'idea di Lazar libero tra una popolazione ignara. Nonostante lo considerasse ancora un pazzo, lui aveva aperto la porta alla Nobility e le aveva regalato così tante cose che ora amava.

      La telepatia, a casa o al lavoro, continuava a migliorare e complicare la sua vita. Sempre nella sua mente c'era la prospettiva del sesso e della telepatia con ciascuno dei suoi uomini eccezionali. Mentre li guardava, il loro linguaggio del corpo parlava di contentezza.

      La bocca di Rhys era rilassata: nessun cipiglio gli increspava la fronte e gli occhi erano luminosi e accattivanti. Per quanto parlasse della sua incertezza riguardo la questione del branco, era a suo agio con i suoi fratelli come non lo era con così tanti altri. Aborriva la corruzione, quindi la purezza del pacchetto Nobility era un'attrazione per lui.

      Simon avrebbe voluto entrare, ma ciò che lo tratteneva era un mistero per lei. Rideva liberamente, trovando più umorismo nella vita da quando era tornato sulla Terra, nonostante la scomparsa di Lazar. Forse, come lei, stava cominciando a vedere i benefici dell'ingerenza di Lazar. Si chinò verso Quinn e gli diede uno schiaffo fraterno, guadagnandosi una manata sulla nuca.

      Ancora una volta, la purezza del branco continuava ad abbattere le barriere.

      Non riusciva a vedere la faccia di Quinn, ma la sua voce risuonava chiaramente, più a suo agio e meno amara da quando erano tornati. Rhys lo schernì con un sorriso bonario, agitando le carte prima di metterle giù. Una serie di gemiti esagerati e grida di successo scoppiò mentre Rhys rastrellava la pila di gettoni.

      La vita era improvvisamente più di quanto avesse mai immaginato possibile – tutto perché era stata abbastanza fortunata da sopravvivere al tentato omicidio con la Nobility da parte di Gideon Smith. Riportò la sua attenzione su AlleyOop e digitò il nome Fortunata. Scelto quello, tutto ciò che doveva fare era fare clic su "Invia".

      Il dito si fermò sulla tastiera.

      Questo l'avrebbe messa nel mirino. C'era stata molte volte. Nell'esercito, nelle operazioni speciali, al dipartimento… e ogni volta non c'era stata paura: solo la missione. Ma era sola allora. Adesso la sua vita era diversa. Adesso aveva di più per cui vivere.

      La Nobility, che complica le cose.

      Ancora una volta, guardò i suoi uomini, sapendo quanto fossero protettivi, quanto fossero connessi, quanto forte fosse quel legame. Non importava dove fosse: poteva raggiungerli se fosse stata in difficoltà. Ma questo aveva creato un'illusione di invincibilità. Era una sensazione inebriante.

      Che probabilmente mi costerà la vita.

      La Nobility richiedeva che si mettesse in pericolo per proteggere un altro essere umano innocente. Qualunque fosse il motivo per cui era sopravvissuta alla Nobility, non era certo per tirarsi indietro perché la sua vita era improvvisamente ricca di potenziale. Cliccò, mandando le sue informazioni a vorticare attraverso AlleyOop.

      Più tardi quella notte si svegliò e non riuscì a riaddormentarsi. Si alzò da in mezzo Simon e Quinn e sgattaiolò fuori nella stanza principale e fino al suo laptop. La sua mente continuava a pensare "lo vedrai", inducendola a credere che i suoi occhi bizzarri avrebbero visto qualcosa nei volti se avesse cercato. Effettuò l'accesso e fece clic per avviare il carosello di foto.

      Invece di sfogliarli velocemente, questa volta fece una pausa su ciascuno di essi e tornò a leggere il loro profilo, senza notare l'ora. Uno dopo l'altro, ispezionò ciò che poteva vedere e il suo cuore divenne sempre più pesante con ogni faccia che passava.

      Sono così tristi.

      Sia che i volti fossero imbucati in una foto, o sfocati, o dei pessimi selfie, ognuno era un tentativo

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