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sicuro con Riley nella sua vita? Avrebbe mai pensato che sua figlia sarebbe stata al sicuro?

      Ed era davvero una pistola quello di cui lui aveva bisogno per sentirsi più al sicuro?

      Riley scosse la testa.

      “Non lo so, Blaine” lei disse. “Non sono una grande sostenitrice dei civili in possesso di armi in casa.”

      Non appena quelle parole furono pronunciate, Riley realizzò quanto paternalistiche dovevano essere suonate.

      Non riuscì a capire dall’espressione di Blaine se fosse offeso oppure no. Sembrava essere in attesa che lei aggiungesse qualcosa.

      Riley consumò il suo caffè, raccogliendo le idee.

      Infine riprese: “Sapevi che statisticamente, le armi possedute da civili hanno maggiore possibilità di causare omicidi, suicidi e morti accidentali che quella di difendere? In effetti, i possessori di armi corrono in genere un rischio maggiore di diventare vittime di omicidi, rispetto alle persone che non possiedono armi.”

      Blaine annuì.

      “Sì, ne sono a conoscenza” disse lui. “Ho svolto qualche ricerca. So anche delle leggi sull’autodifesa in Virginia. E che questo stato approva il possesso di armi.”

      Riley inclinò la testa con approvazione.

      “A dire il vero, sei già meglio preparato della maggior parte delle persone che decidono di acquistare un’arma. Tuttavia …”

      Poi, la donna si bloccò. Era riluttante a dire ciò che aveva in mente.

      “Dimmi.” Blaine la incitò.

      Riley fece un lungo respiro profondo.

      “Blaine, compreresti una pistola se non facessi parte della tua vita?”

      “Oh, Riley …”

      “Dimmi la verità. Ti prego.”

      Blaine restò seduto, col gli occhi fissi sul suo caffè per un momento.

      “No, non lo farei” rispose infine.

      Riley si allungò dall’altra parte del tavolo e prese la mano di Blaine.

      “E’ quello che pensavo. E sono certa che tu possa capire come la cosa mi fa sentire. Ci tengo molto a te, Blaine. E’ terribile sapere che la tua vita è più pericolosa per colpa mia.”

      “Lo capisco” Blaine disse. “Ma voglio che tu mi dica la verità su una cosa. E ti prego di non prenderla nel verso sbagliato.”

      Riley si preparò silenziosamente per qualsiasi cosa Blaine avesse intenzione di chiederle.

      “I tuoi sentimenti sono davvero un buon argomento contro il fatto che voglia comprarmi un’arma? Voglio dire, non è vero che io sia più in pericolo di un cittadino medio, e che pensi che dovrei essere in grado di difendere me e Crystal, e forse persino te?”

      Riley alzò leggermente le spalle. Era triste ammetterlo a se stessa, ma Blaine aveva ragione.

      Se una pistola lo avesse fatto sentire più sicuro, allora avrebbe dovuto averne una.

      Era anche sicura che sarebbe stato perfettamente responsabile, come possessore d’arma.

      “OK” lei esclamò. “Finiamo la colazione e andiamo a fare acquisti.”

*

      Più tardi, quella stessa mattina, Blaine entrò in un negozio di armi con Riley. In quel medesimo istante, si domandò se stesse per commettere un errore. Il numero di armi tremende, esposte alle pareti e nelle teche di vetro, superava la sua immaginazione. Non aveva mai utilizzato una pistola prima d’ora, ad eccezione di quella ad aria compressa che aveva avuto quando era bambino.

      In che cosa mi sto cacciando? si chiese.

      Un grosso uomo barbuto, che indossava una camicia a quadri, si spostava tra gli articoli.

      “Come posso aiutarvi?” domandò.

      Riley rispose: “Stiamo cercando un po’ di protezione per la casa per il mio amico.”

      “Dunque, sono certo che ci sia qualcosa qui che faccia al caso vostro” l’uomo replicò.

      Blaine si sentì impacciato sotto lo sguardo del venditore. Immaginava che non accadesse tutti i giorni che una bella donna portasse il suo ragazzo lì per aiutarlo a scegliere un’arma.

      Non riusciva a fare a meno di sentirsi in imbarazzo. E si sentiva imbarazzato per il sentirsi così. Non aveva mai pensato a se stesso come il tipo d’uomo insicuro della propria mascolinità.

      Mentre Blaine provava a uscire dal suo stato di goffaggine, il venditore osservò l’arma che Riley portava al fianco con approvazione.

      “Quella Glock Modello 22 che ha lì è una bell’arma, signora” disse. “E’ un membro delle Forze dell’Ordine, vero?”

      Riley sorrise e gli mostrò il distintivo.

      L’uomo indicò una fila di armi simili in una teca di vetro.

      “Ci sono delle Glock laggiù. Sono delle buone scelte, secondo me.”

      Riley guardò le pistole, poi guardò Blaine, come per chiedere la sua opinione.

      Blaine non fece altro che alzare le spalle ed arrossire. Avrebbe voluto aver dedicato lo stesso tempo che aveva impiegato a fare ricerche su statistiche e leggi in una ricerca sulle armi.

      Riley scosse la testa.

      “Non sono certa che una semiautomatica sia quello che stiamo cercando” osservò.

      L’uomo annuì.

      “Sì, sono piuttosto complicate, specialmente per qualcuno che si approccia per la prima volta alle armi. Le cose possono andare male.”

      Riley annuì, d’accordo, aggiungendo: “Sì, cose come incepparsi, canne bloccate, doppia carica, mancata emissione.”

      L’uomo disse: “Naturalmente, quelli non sono veri problemi per un’esperta agente dell’FBI come lei. Ma per questo principiante, forse, una revolver è più adeguata.”

      L’uomo li accompagnò verso una teca di vetro piena di revolver.

      Gli occhi di Blaine puntarono alcune pistole con la canna più corta.

      Almeno apparivano meno intimidatorie.

      “Che cosa ne pensate di quella?” il venditore disse, indicando una pistola.

      L’uomo aprì la teca, estrasse l’arma e la porse a Blaine. La pistola sembrava strana nella mano di Blaine. Non riusciva a stabilire se fosse più pesante o più leggera di quanto si aspettasse.

      “Una Ruger SP101” l’uomo disse. “Buona forza d’arresto. Niente male come scelta.”

      Riley osservò dubbiosa l’arma.

      “Credo che stiamo cercando qualcosa con forse una canna di dieci centimetri” disse. “Qualcosa che assorba meglio il rinculo.”

      Il venditore annuì di nuovo.

      “D’accordo. Credo di avere qualcosa del genere.”

      Infilò la mano nella teca, ed estrasse un’altra pistola più grande. La porse a Riley, che la esaminò con approvazione.

      “Oh, sì” esclamò lei. “Una Smith e Wesson 686.”

      Poi, rivolse un sorriso a Blaine, e gli diede l’arma.

      “Che cosa ne pensi?” gli chiese.

      Quella pistola più grande sembrava persino più strana nella sua mano, rispetto a quella più piccola. Non riuscì a fare altro che sorridere impacciato a Riley, che ricambiò il sorriso. Lui si rese conto dalla sua espressione che la donna aveva finalmente registrato quanto si sentisse impacciato.

      Poi, Riley si rivolse al venditore e disse: “Credo che prenderemo questa. Quando costa?”

      Blaine rimase sbalordito dal prezzo dell’arma, ma era certo che Riley sapesse se l’uomo stesse indicando il prezzo giusto.

      Fu

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