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più probabile di quanto pensassi che il killer abbia avuto tutto il tempo di agire con calma, ragionò.

      “Che richiesta strana” disse Ellington. “Cosa stai pensando?”

      “Ancora non lo so, ma quello che so è che devono esserci volute una gran forza e determinazione per sollevare un uomo da terra e inchiodargli le mani a questa porta. Se è stato usato un martello, potrebbe significare che sono coinvolti due aguzzini: uno che teneva sollevata la vittima con le mani in posizione e un altro che piantava i chiodi.”

      “Un quadretto raccapricciante” commentò Ellington.

      Mackenzie annuì mentre scattava qualche foto col cellulare. Nel frattempo, le tornò in mente un suo vecchio caso in cui il killer era ricorso al tema della crocifissione: un caso in Nebraska, che l’aveva portata poi alla collaborazione con l’FBI.

      Il Killer dello Spaventapasseri, pensò. Oddio, riuscirò mai a lasciarlo sepolto nei ricordi?

      Alle sue spalle, il sole iniziò a sorgere, proiettando in cielo i primi raggi di luce. La sua ombra fu proiettata sui gradini della chiesa, e Mackenzie tentò di ignorare il fatto che somigliasse molto ad una croce.

      Altri ricordi del caso del Killer dello Spaventapasseri le invasero la mente.

      Forse questa sarà la volta buona, pensò speranzosa. Forse, risolvendo questo caso, i ricordi di quelle donne crocifisse nei campi di granoturco smetteranno di perseguitarmi.

      Ma quando posò di nuovo gli occhi sulle porte insanguinate della Cornerstone, temette che la sua fosse solo una pia illusione.

      CAPITOLO TRE

      Nella mezz’ora successiva, Mackenzie imparò parecchie cose sul reverendo Ned Tuttle. Tanto per cominciare, lasciava due figli e una sorella. La moglie l’aveva mollato otto anni prima, trasferendosi ad Austin, in Texas, con l’uomo con cui aveva avuto una relazione nascosta per oltre un anno. I figli vivevano entrambi nella zona di Georgetown, perciò fu lì che Ellington e Mackenzie decisero di recarsi come prima tappa. Erano da poco passate le 6:30 quando Mackenzie accostò lungo il marciapiede davanti all’appartamento di Brian Tuttle. L’agente che aveva informato i figli del reverendo le aveva riferito che li avrebbe trovati lì entrambi, pronti a rispondere alle loro domande.

      Quando entrò nell’appartamento di Brian, Mackenzie rimase stupita. Si era aspettata di vedere due figli sconvolti dal dolore per la perdita del padre, invece li trovò seduti al tavolo della cucina, intenti a fare colazione. Brian Tuttle, un ragazzo di ventidue anni, mangiava una ciotola di cereali mentre Eddie Tuttle, diciannove anni, intingeva distrattamente una frittella nello sciroppo.

      “Non so esattamente cosa pensa di imparare da noi” disse Brian. “Non eravamo in buoni rapporti con papà.”

      “Posso chiedervi perché?” chiese Mackenzie.

      “Abbiamo smesso di frequentarlo da quando si è dato completamente alla chiesa.”

      “Voi non siete credenti?” volle sapere Ellington.

      “Non lo so” disse Brian. “Si può dire che sono agnostico.”

      “Io sono credente” disse Eddie “ma papà... lui era esagerato. Per darvi un’idea, quando ha scoperto che mamma lo stava tradendo, non ha fatto niente. Dopo soltanto due giorni, ha perdonato sia lei che il tizio con cui lo tradiva. Ha detto che li perdonava perché era quello che facevano i bravi cristiani. Non ne ha voluto sapere di chiedere il divorzio.”

      “Già” disse Brian “e quando la mamma ha visto che non gliene fregava niente di lei, che non gli importava che l’avesse tradito, se n’è andata. E lui non ha fatto niente per fermarla.”

      “Vostro padre si è mai messo in contatto con voi dopo che vostra madre se n’è andata?”

      “Ci può giurare” disse Brian. “Praticamente ogni sabato sera ci pregava di venire in chiesa.”

      “A parte quello” aggiunse Eddie “se anche volevamo vederlo, era troppo impegnato durante la settimana. Era sempre in chiesa o a far visita ai malati all’ospedale, oppure era impegnato con iniziative di beneficienza.”

      “Quando è stata l’ultima volta che avete parlato a lungo con lui?” volle sapere Mackenzie.

      I fratelli si scambiarono un’occhiata, cercando di ricordare. “Non saprei” disse Brian. “Forse un mese fa. Ma non abbiamo parlato di granché. Ci ha chiesto le solite cose: come andava il lavoro, se mi vedevo con qualcuno, roba del genere.”

      “Quindi si può dire che nessuno di voi aveva rapporti con vostro padre?”

      “Esatto” confermò Eddie.

      Il ragazzo abbassò lo sguardo sul tavolo per un istante, mentre il rimorso iniziava a farsi vivo. Mackenzie aveva già visto quel tipo di reazione; ci avrebbe messo la mano sul fuoco che uno dei due sarebbe crollato nel giro di un’ora, dopo essersi reso conto di aver perduto un padre che non aveva mai conosciuto davvero.

      “Sapreste indicarmi qualcuno che invece lo conosceva bene?” proseguì Mackenzie. “Aveva qualche amico stretto?”

      “Solo un prete, o parroco, o quello che è” disse Eddie. “Quello che gestisce la chiesa.”

      “Non era vostro padre il reverendo capo?” chiese Mackenzie.

      “No, lui era una specie di collaboratore” disse Brian. “C’era un altro pastore sopra di lui. Jerry Levins, credo che si chiami.”

      Mackenzie notò che i ragazzi avevano una gran confusione in testa riguardo i titoli religiosi. Pastore, reverendo, prete... In realtà, nemmeno Mackenzie sapeva bene la differenza, ma supponeva avesse a che fare con le diverse confessioni religiose.

      “E vostro padre passava molto tempo con lui?”

      “Può dirlo forte” disse Brian con rabbia. “Passava con lui ogni dannato momento, praticamente. Se volete sapere qualcosa su papà, chiedete a lui.”

      Mackenzie annuì, perfettamente consapevole che non avrebbe ottenuto nessun’altra informazione utile dai due ragazzi. Nonostante questo, avrebbe voluto rimanere a parlare con loro ancora un po’. C’era chiaramente ancora tensione in loro e Mackenzie credeva che, se fossero riusciti a buttar giù quei muri che si erano costruiti e lasciarsi andare alle emozioni, avrebbero potuto dirle di più.

      Alla fine invece li ringraziò e si voltò, lasciando l’appartamento con Ellington. Mentre scendevano le scale uno di fianco all’altra, lui le prese la mano.

      “Tutto ok?” le chiese.

      “Sì” disse lei confusa. “Perché?”

      “Due ragazzi... il padre è appena morto e loro non sanno bene come reagire... Mi ha fatto pensare alla morte di tuo padre.”

      Mackenzie gli sorrise, godendosi quella sensazione di conforto. Oddio, sa essere così dolce...

      Mentre camminavano insieme, si accorse che aveva ragione lui: il motivo per cui voleva restare a parlare con i fratelli Tuttle era per aiutarli a risolvere i loro problemi col padre.

      A quanto pareva, l’omicidio di suo padre la tormentava ancora più di quanto credesse.

      ***

      La Chiesa Presbiteriana Cornerstone aveva un che di surreale nella luce mattutina. Mackenzie la superò in macchina per andare a far visita al reverendo Jerry Levins, che viveva a un solo isolato di distanza dalla chiesa. In Nebraska era consuetudine che i preti delle parrocchie più piccole vivessero nelle immediate vicinanze del luogo di culto.

      Quando arrivarono all’abitazione di Levins, c’erano parecchie automobili parcheggiate lungo la strada e nel suo vialetto. Mackenzie immaginò che si trattasse di altri fedeli della Cornerstone venuti dal reverendo Levins in cerca di conforto, oppure per offrirlo.

      Mackenzie bussò alla porta d’ingresso della

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