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per raggiungere lo scorridore Caleb.

      Il vecchio maggiordomo, ognun ben se lo immagina, non perdea tempo lungo la strada; e benchè per solito proclive a cianciare, e soprattutto a narrare vecchie storie ad onore e gloria della famiglia di Ravenswood, camminava in silenzio, a fine di arrivar più presto al castello; e si limitò solamente a far osservare al sig. Lockard, che avea ordinato alla moglie del provveditore del castello di dare in fretta alcune girate sullo spiede a quella salvaggina, perchè temea che, grazie allo spavento del fulmine che avea fatto dar volta a Misia il cervello, non si trovasse, al momento del loro arrivo alla torre, preparato un fuoco abbastanza vivace. Poi dopo inculcata in pochi cenni la necessità di arrivare il più presto possibile, mandava innanzi con tanta velocità il suo cavallo, che gli altri compagni duravano fatica a tenergli dietro.

      Cominciava a credersi in sicuro da qualunque sorpresa, toccando già l'altura della collina che disgiungea Wolfcrag da Wolfhope, quando udì il lontano calpestio di un cavallo, e una voce che per intervalli gridava: „ Sig. Caleb, sig. Balderston, sig. Caleb Balderston, olà! Aspettatemi dunque. „

      Ed era questa la cosa, ognuno lo crederà, che men di tutte Caleb avea intenzione di fare. Primieramente, finse di non intendere nulla, sostenendo sfacciatamente ai compagni, che quanto udivano era romor di vento. Poi non potendo più dar colpa al vento, capì che qualche contadino, e non ne vedeva il perchè, lo chiamava; ma non era un motivo che meritasse di rallentare il cammino per aspettare costui. Finalmente vedendosi allo istante di essere raggiunto da chi l'inseguiva, si arrestò d'improvviso, e vôlto in fronte, risolvè di difendere la sua preda con altrettanto coraggio quanta fu la destrezza che avea usata nell'involarla. Compostosi a formidabile atteggiamento, prese con entrambe le mani lo spiede, che, carico in quella guisa, potea ad un tempo prestargli ufizio di picca e di scudo, deliberato di morire anzichè cedere la sua conquista.

      Qual fu la maraviglia del nostro Caleb, allorquando vide rimpetto a se il lavorante bottaio, che, in tuono affatto rispettoso e pacifico gli veniva incontro assicurandolo del dispiacere provato dal suo padrone per non essersi trovato in propria casa, quando il sig. Balderston gli fece l'onore d'una sua visita! dispiacere tanto più grande per non averlo potuto aver commensale al banchetto del battesimo di suo figlio. Di più, aggiunse il messaggero, che sapendo mastro Girder come nel castello del sere di Ravenswood si stessero illustri ospiti, per l'accoglimento dei quali mancò forse il tempo necessario ai convenevoli apparecchi, si prendea la libertà d'inviargli un picciolo bariletto di vino di Spagna e un altro di acquavite.

      Ho letta in qualche luogo la storia d'un uomo che, inseguito da un orso spacciatosi della sua musoliera, e quasi raggiunto quando non avea più forza per correre, si volse per un consiglio della disperazione, alzando contro la bestia la canna. La medesima storia racconta, che all'aspetto di quello stromento, noto all'orso per lunga esperienza, l'istinto vinse, e l'animale alzatosi sulle zampe di dietro incominciò a ballare una sarabanda. La maraviglia dell'uomo che si aspettava di essere da un istante all'altro sbranato, e si vedea inopinatamente libero dal pericolo, pareggiò appena quella da cui fu compreso Caleb, in veggendo l'uomo che ei credea suo persecutore e pronto a contendergli coll'armi la preda, venire in vece con tutta la cortesia ad aumentarla. Cessò per altro di riguardare la cosa come un mistero, quando mastro Guglielmo, sceso da cavallo, ove stava appollaiato fra i due barili, gli disse all'orecchio: „ Se si potesse far qualche cosa… circa all'impiego vacante di Pietro Puncheon… Giberto Girder si comporterebbe in modo che il sere di Ravenswood non rimanesse scontento di lui, e anzi, il detto Giberto bramerebbe a questo proposito parlare col sig. Balderston, assicurandolo che, in quanto lo stesso riveritissimo sig. Balderston potesse desiderare, troverebbe il suo servo Girder docile, pieghevole più di una canna. „

      Caleb assumendo in quel punto un contegno di dignità, diede all'oratore quella sola risposta, che narrasi essere stata famigliarissima a Luigi XIV, vedremo. E aggiunse forte, ad edificazione di Lockard: „ Il vostro padrone ha fatto il suo debito mandandomi addietro coll'opera vostra que' due barili, de' quali non avrei potuto caricare il mio palafreno; non mancherò di far nota questa sua attenzione al sere di Ravenswood. Intanto, il mio uomo, fate una cosa; avviatevi innanzi al castello; e se non trovaste alcun servitore, cosa da temersi, perchè basta ch'io m'allontani un istante, tutti coloro si mettono a correre i campi; dunque, se non trovaste servitori, ponete quelle robe nella stanza del portinaio, a mano destra della porta d'ingresso. Il portinaio veramente non ci sarà, perchè gli abbiamo data la permissione di andare a visitare certi suoi amici. In somma, è cosa probabile che non troviate con chi parlare. Ma ponete giù i barili, e basta così. „

      Dopo ricevute queste istruzioni, maestro Guglielmo continuò la sua corsa, e lasciato il carico nella deserta stanza del portinaio, senza aver veduto nessuno, come gli venne pronosticato, tornò addietro; salutò civilmente, ripassando vicino ad essi, Caleb e i suoi compagni; indi giunto a Wolfhope rendè conto delle eseguite commissioni al padrone.

      CAPITOLO IV

      „ Qual sul confin d'autun l'aura brumale

      „ Del verdeggiante onor spoglia le fronde;

      „ I disegni del misero mortale

      „ La possanza del ciel sperde e confonde. „

D'un anonimo.

      Abbiamo lasciato Caleb Balderston ebbro di gioia pel buon successo che incontrarono gli artifizj da esso immaginati a salvamento dell'onore della famiglia di Ravenswood. Poichè ebbe collocate e ordinate con simmetria sulla credenza le diverse vivande che avea avuta la buona sorte di unire, rimase per un istante immobile, e come rapito in deliziosa estasi, contemplando il più sontuoso de' banchetti che si fossero da lui imbanditi a Wolfcrag, dopo la festa celebratasi all'occasione dei funerali del defunto Lord.

      Il giubilo e la vanità soddisfatta faceano balzare il cuore del vecchio servo intantochè decorava la tavola di quercia d'una candida tovaglia, su la quale indi comparvero in bella mostra l'oca, le due anitre e gli altri camangiari; volgea nel tempo stesso e al padrone, e agli ospiti espressive occhiate, quasi rampognando ai medesimi la loro incredulità. Durante la sera, regalò Lockard di una lunga filza di storie, più o men vere, sull'antica grandezza dei baroni di Wolfcrag, e sull'autorità di cui per tutti quei dintorni godeano.

      „ Sappiatelo, mio caro sig. Lockard, un vassallo osava appena dir suo un vitello, o un castrato, prima d'aver chiesto al sere di Ravenswood se gli fosse piaciuto accettarlo; non poteva ammogliarsi, se non otteneva prima il consenso del feudatario: su questo diritto anzi, come sopra altri, si raccontano mille piacevoli storielle. Ma quei bei tempi non sono più, esclamò sospirando Caleb; però, benchè l'autorità abbia perdute alcune delle sue prerogative, è sempre vero, e in parte avrete potuto convincervene da voi medesimo, sig. Lockard, è sempre vero, che noi altri, membri della famiglia di Ravenswood, facciamo il possibile per serbare in valore i nostri giusti privilegi, e per mantenere quei convenevoli vincoli, che vi debbono essere fra superiore e vassallo, e che sono ad ogni momento in maggior pericolo di rallentarsi per effetto della universale licenza, divenuta pur troppo predominante ai dì nostri. „

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