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che in casa fu nudrito,

      „ E una testina di porcel di latte,

      „ Che al sol vederla aguzza l'appetito. „

Chaucer.

      Non avea l'animo libero d'ogni inquietudine il nostro Caleb, quando partì per la sua spedizione; e di fatto si trovava a condizioni alquanto scabrose. Non osava raccontare al padrone, con qual garbo, in quella mattina, avesse chiusa in faccia a lord Bucklaw la porta del castello; non volea confessare di aver fatto male a non accettare, quando lo stesso padrone gliela offerse, la borsa; temea per ultimo qualche non piacevole conseguenza dal primo incontro che avrebbe con Bucklaw, e soprattutto in quel momento in cui era da supporsi che lo spettabile gentiluomo, colla testa piena dei fumi del vino e dell'acquavite, fosse meno che mai disposto a passarsela ridendo sull'affronto ricevuto poc'anzi.

      Caleb, per rendergli la dovuta giustizia, non la cedea in coraggio ad un lione, ogni qual volta per l'onore della famiglia del suo signore operava; possedeva però un di quei coraggi, uniti a prudenza, per cui non gli piaceva esporsi fuor di bisogno ai pericoli. Ma questa era una considerazione solamente secondaria; il punto importante per lui consisteva in nascondere l'inopia assoluta e generale in cui si viveva a Wolfcrag, e di far prova di sua abilità nell'improvvisare un pranzo senza dipendere nè dal soccorso di Lockart, nè dalla borsa del suo padrone; la qual cosa divenne affare d'onore per Caleb, da noi dianzi paragonato, non affatto senza motivo, al generoso elefante, che gravato di un carico superiore alle sue forze, e vedendo condurre un ausiliare della sua razza, nel raddoppiare di sforzi per far di meno di tale aiuto, perdè la vita.

      Il villaggio ver dove in quell'istante si incamminava, lo avea più d'una volta, trovandosi in eguali strettezze, levato di impaccio; ma da qualche tempo non vi godea più della medesima riputazione, e ne racconteremo or le cagioni.

      Il ridetto villaggio, chiamato Wolfhope, era composto di alcune case sparse qua e là in riva ad una picciola caletta, formata da un fiumicello che ivi metteva foce nel mare. Fu altra volta appendice del feudo di Wolfcrag, dal quale lo disgiugnea una collinetta che presentava un picciolo promontorio all'Oceano. Gli abitanti vi guadagnavano in modo precario il lor vitto, dando opera alla pesca delle aringhe, quando n'era la stagione, e vivendo di contrabbandi il rimanente dell'anno. Conservavano una specie di rispetto ereditario ai lôrdi di Ravenswood; ma la maggior parte di essi avea, profittando del bisogno di danaro che incalzava questa famiglia, ricomperate a buon prezzo le onoranze cui soggette erano le case e i fondi loro; divenuti per conseguenza liberi da ogni catena di feudal dipendenza, nè costretti a temere le moltiplici esazioni, che, sotto tutti i pretesti possibili, e talvolta senza pretesto, i feudatari scozzesi, poveri eglino stessi, usavano senza misericordia sui lor vassalli, ancora più poveri.

      Poteano in sostanza riguardarsi independenti, cosa mortificantissima per Caleb, avvezzo altra volta a riscotere queste contribuzioni, e a dispiegare su quei tapini un'autorità dispotica al pari di quella, che ne' tempi più remoti, possedeano nell'Inghilterra gl'intendenti reali. Ognuno sa, come costoro, uscendo fuori de' lor gotici castelli, e armati de' diritti e de' privilegi feudali, li sostituissero al danaro nel comperar le derrate, portando a casa loro, o rintanando in cento diverse caverne gli spogli di cento mercati, e quanto potevano portar via ad una tremebonda popolazione, che fuggiva a nascondersi appena li vedea comparire1.

      Soave era la ricordanza di que' bei tempi a Caleb, il quale deplorava lo scadimento di un'autorità, che in una minor proporzione, andava sulle tracce del dispotismo dei sovrani feudali, usi a riscotere più gravosi tributi. Egli si lusingava che cotesta legge, immutabile a suo parere, questo diritto di supremazia, che dovea rendere i baroni di Ravenswood i primarj padroni, i proprietarj nati di tutte le produzioni della natura sorgenti qualche miglia all'intorno del loro castello, questa deliziosa prerogativa sonnecchiasse soltanto, e si confortava aspettando di vederla risvegliata un giorno, robusta e fiorente in tutto il suo antico vigore. Perciò si facea lecito a quando a quando di rammentare con qualche piccola angheria i bei giorni trascorsi agli abitanti di Wolfhope; i quali sulle prime, or più, or meno di buona voglia, si sottometteano a questo giogo, perchè accostumati da tanto tempo a riguardare i bisogni del Barone e della sua famiglia, come cose che più dei proprj loro bisogni dovessero rilevare; la stessa franchigia di cui godevano, non giungeva a persuaderli di essere in realtà independenti; simili ad un uomo, che essendo stato per lungo tempo carico di ferri, s'immagina, anche quando ne è libero, di sentirne il peso. Ma al godimento della libertà, non tarda naturalmente a venir dietro l'intimo senso de' diritti che ne sono la conseguenza; così il prigioniero disciolto, nel far libero uso delle proprie membra, ben presto s'accorge che le sue catene son veramente cadute.

      Gli abitanti di Wolfhope pertanto incominciarono a bisbigliare, a resistere, e finalmente a ricusare in chiare note di sottomettersi alle pretensioni di Caleb Balderston. Egli si ricordò, e ricordò loro i tempi dell'undecimo Lord di casa Ravenswood, soprannominato l'Uomo di mare, a motivo del diletto che gli davano tutte le cose che alla marineria riferivansi. „ Questo buon Lord, così ragionava Caleb, agevolò il commercio del picciolo porto di Wolfhope, col farvi costruire un molo (ed era un cattivo argine di sassi mal accatastati gli uni sugli altri); il qual molo mettea le barche pescherecce in sicuro dalle tempeste; e in benemerenza, gli abitanti convennero di conferirgli, in tutta l'estensione della baronia, il diritto al primo pane di burro fatto col latte di ciascuna vacca che avesse figliato, e alle uova nate, tutti i lunedì dell'anno, da ciascuna gallina del feudo. „

      I pretesi debitori l'ascoltarono tranquillamente; poi si misero a grattarsi in capo, a tossire, a sbadigliare, a starnutare, e Caleb sollecitandoli ad una risposta, la fecero in questi termini: „ Non sappiam che dire. „ La qual frase è il rifugio universale de' contadini scozzesi, quando viene fatta ad essi una domanda, di cui riconoscono la giustizia in loro coscienza, ma contro la quale grida la voce del loro interesse.

      Allora, Caleb mise nelle mani dei notabili di Wolfhope una inchiesta formale, affinchè gli somministrassero un certo numero d'uova, e una certa quantità di burro, che equivalessero al debito arretrato di questa antica onoranza cui nessuno aveva pensato. Fu anche assai compiacente per soggiugner loro, che se gl'incomodava il pagarla in natura, non avrebbe avuta difficoltà di ricevere invece danaro o altre derrate. Indi li lasciò affinchè potessero concertare insieme in libertà sui modi del pagamento che lor più a grado tornassero.

      Ma presero una risoluzione del tutto diversa dai conti che avea fatto Caleb, quella cioè di resistere ostinatamente ad una tale intimazione. Il bottaio, personaggio d'alto affare in un villaggio, ove la pesca delle aringhe era la principale bisogna, ed uno dei padri coscritti di quel comune, disse, che le loro galline aveano cantato assai lungo tempo pei lôrdi di Ravenswood, ed essere omai tempo che cantassero per chi dava loro il nudrimento e il pollaio. Gli applausi universali dimostrarono quanto garbasse all'assemblea una tale sentenza; ma la difficoltà stava nel trovare i motivi su cui fondare il rifiuto. „ Se non volete altro, ripigliò il medesimo oratore, farò un salto a Dunsa; andrò a trovare Davy Dingwall, e saremmo ben disgraziati, se non raccapezzasse qualche buon appiglio per salvarci il nostro burro e le nostre uova. „

      Venne dunque assegnato un giorno per tenere nuova adunanza, in cui prendere un definitivo partito intorno all'intimazione di Caleb, il quale fu avvertito, affinchè potesse egli pure trovarvisi.

      Egli venne quindi colle mani aperte e collo stomaco vôto, divisando di empir bene le une a profitto del suo padrone, e di refocillar l'altro per proprio conto, il tutto a spese dei debitori di Wolfhope. Ma ogni speranza lo abbandonò, allorchè entrando nel villaggio dalla parte di levante, vide arrivare dalla parte di ponente un tal uomo che anche troppo avea imparato a conoscere. Era questi Davy Dingwall, scaltro procuratore gran mastro di astuzie, quel medesimo che avea secondato ser Guglielmo Asthon in tutte le liti contro la casa di Ravenswood, e che munito allora di tutti i chirografi feudali di quel villaggio, veniva a sostenere giuridicamente le parti degli abitanti.

      „ Spero di non avervi fatto aspettare, sig. Balderston, gli disse, in tuon di beffarlo, il procuratore. Eccomi pronto a discutere, regolare, e terminare con voi la picciola differenza insorta fra il sig. Edgardo Ravenswood… „

      „ Fra l'onorevolissimo Edgardo, lord di Ravenswood, „ sclamò con enfasi Caleb; perchè comunque prevedesse che la vittoria non si deciderebbe per lui in questo

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<p>1</p>

Vedi il discorso di Burke sulla Riforma economica.