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Histoire de la peinture en Italie. Stendhal
Читать онлайн.Название Histoire de la peinture en Italie
Год выпуска 0
isbn 4064066079215
Автор произведения Stendhal
Жанр Документальная литература
Издательство Bookwire
[8] L'évêque Guglielmino, Uguccione della Faggiola, Castruccio Castracani, Pier Sacone, Nicolo Acciajuoli, le comte de Virtù, etc., etc.
[9] Temporum culpa, non hominum.
[10] M. le président d'Oppède.
[11] Voltaire, Essai, tom. V.
[12] W. Roscoe, et autres plus célèbres.
[13] Vita di Cellini, I, p. 55.
[14] Confessions, liv. II.
[15] Chose singulière! l'époque brillante de l'Italie finit au moment où les petits tyrans sanguinaires furent remplacés par des monarques modérés.
[16] Ancien musée Napoléon.
[17] Florence eut son Caton d'Utique dans Philippe Strozzi, 1539.
[18] Histoire de Stradella, un siècle après.
[19] Dominica ultima mensis octobris, in sero, fecerunt cœnam cum duce Valentinensi in camera sua in palatio apostolico quinquaginta meretrices honestæ, cortegianæ nuncupatæ, quæ post cœnam chorearunt cum servitoribus et aliis ibidem existentibus, primo in vestibus suis, deinde nudæ. Post cœnam, posita fuerunt candelabra communia mensæ cum candelis ardentibus, et projectæ ante candelabra per terram castaneæ, quas meretrices ipsæ super, manibus et pedibus nudæ, candelabra pertranseuntes colligebant. Papa, Duce, et Lucretia, sorore sua, præsentibus et aspicientibus: tandem exposita dona ultimo, diploides de serico, paria caligarum, bireta et alia, pro illis qui plures dictas meretrices carnaliter agnoscerent, quæ fuerunt ibidem in aula publice carnaliter tractatæ arbitrio præsentium, et dona distributa victoribus.
Feria quinta, undecima mensis novembris, intravit urbem per portam Viridarii quidam rusticus, ducens duas equas lignis oneratas, quæ cum essent in plateola Sancti Petri, accurrerunt stipendiarii Papæ, incisisque pectoralibus, et lignis projectis in terram cum bastis, duxerunt equas ad illam plateolam quæ est inter palatium juxta illius portam; tum emissi fuerunt quatuor equi curserii, liberi suis frenis et capistris in palatio, qui accurrerunt ad equas, et inter se propterea cum magno strepitu et clamore morsibus et calceis contendentes ascenderunt equas, et coierunt cum eis, Papa in fenestra cameræ supra portam palatii, et domina Lucretia cum eo existente, cum magno risu et delectatione præmissa videntibus.
Dominica secunda adventus quidam mascheratus visus est per burgum verbis inhonestis contra ducem Valentinum. Quod dux intelligens fecit eum capi, cui fuit abscissa manus, et anterior pars linguæ, quæ fuit appensa parvo digito manus abscissæ.
Die prima februarii, negatus fuit aditus Antonio de Pistorio et socio suo ad cardinalem Ursinum, qui singulis diebus consueverant portare ei cibum et potum quæ sibi per matrem suam mittebantur; dicebatur pro eo quod Papa petierat a cardinali Ursino duo mille ducatos apud eum depositos per quemdam Ursinum consanguineum suum, et quamdam margaritam grossam, quam ipse cardinalis a quodam Virginio Ursino emerat pro duo mille ducatis. Mater cardinalis hoc intelligens, ut filio subveniret, solvit duo mille ducatos Papæ; et concubina cardinalis quamdam margaritam habebat. Induta habitu viri, accessit ad Papam, et donavit ei dictam margaritam. Quibus habitis permisit cibum ut prius ministrari qui interim biberat, ut vulgo æstimabatur, calicem ordinatum, et jussu Papæ sibi paratum.
(Corpus historicum medii ævi, a G. Eccardo. Lipsiæ, 1723, tom. II, col. 2,134 et 2,149.)
..... Era Messer Cosimo Gheri da Pistoia vescovo di Fano, d'età d'anni vintiquatro, ma di tanta cognizione delle buene lettere cosi greche come latine e toscane, et di tal santità di costumi, ch'era quasi incredibile. Trovavassi questo giovane alla cura del suo vescovado, dove, pieno di zelo e di carità, faceva ogni giorno di molte buone opere; quando il signor Pier Luigi da Farnèse, il quale ebro della sua fortuna, e sicuro per l'indulgenza del padre di non dover esser non che gastigato, ripreso, andava per le terre della chiesa stuprando, o per amore o per forza, quanti giovani gli venivano veduti, che gli piacessero. Parti dalla città d'Ancona per andare a Fano dove era governatore un frate sbandito dalla mirandola, il quale è ancor vivo, e per la miseria e meschinità della spilorcia vita, si chiamava il vescovo della fame. Costui sentita la venuta di Pier Luigi, e volendo incontrarlo, richiese il vescovo, che volesse andare di compagnia a onorare il figliuolo del pontefice, e gonfaloniere di s. chiesa, il che egli fece quantunque mal volontieri. La prima cosa della quale domandò Pier Luigi il vescovo, fu, ma con parole proprie e oscenissime secondo l'usanza sua, il quale era scotumatissimo, come egli si solazzasse, e desse buon tempo con quelle belle donne di Fano. Il vescovo, il quale non era men accorto che buono, rispose modestamente benchè alquanto sdegnato, ciò non essere officio suo, e per cavarlo di quel ragionamento soggiunse: Vostra Eccellenza farebbe un gran benefizio a questa sua città, la quale è tutta in parte, s'ella mediante la prudenza e autorità sua la riunisse e pacificasse.»
Pier Luigi il giorno di poi avendo dato l'ordine di fare quello che fare intendeva, mandò a chiamar prima il governatore e poi il vescovo. Il governatore tosto che vedde arrivato il vescovo uscì di camera, e Pier Luigi cominciè palpando, e stazzonando il vescovo a voler fare i più disonesti atti, che con femmine far si possano; e perché il vescovo, tutto che fusse di debolissima complezione, si difendeva gagliardamente, non pur da lui, il quale essendo pieno di malfrancese, non si reggeva a pena in piè, ma da altri suoi satelliti, i quali brigavano di tenerlo fermo, lo fece legare così in roccetto, com'egli era, per le braccia, per li piedi, e nell mezzo, ed il signor Giulio da Piè di Lucco, ed il signor conte di Pitigliano, i quali vivono ancora forse, quanto penò Pier Luigi sostenuto da due di quà e di là, à sforzarlo, stracciatogli il roccetto, e tutti gli altri panni, ed a trarsi la sua furiosa rabbia, tanto non solo li tennero i pugnali ignudi alla gola, minacciandolo continuamente se si muoveva di scanarlo, ma anco gli diedero parte colle punte, e parte co' pomi, di maniera che vi rimasero i segni. Le protestazioni che fece a dio ed a tutti i santi, il vescovo cosi infamissimamente trattato, furono tali e tante, che quelli stessi i quali v'intervennero, ebbero a dir poi, che si maravigliarono, come non quel palazzo solo, ma tutta la città di Fano, non isprofondasse; e piu avrebbe detto ancora, ma gli cacciarono per forza in bocca, e giù per la gola alcuni cenci, i quali poco mancò, che noll'affogassero. Il vescovo tra per la forza che egli ricevete nell corpo male complessionato, ma molto più per lo sdegno ed incomparabil dolore, si morì. Questa cosi atroce enormità, perche il facitor di essa non solo non se ne vergognava, ma se ne vantava, si divulgò in un tratto per tutto. Solo il cardinal di Carpi, che io sappia, osò dire in Roma, che nessuna pena se gli poteva dar tanto grande, che egli non la meritasse maggiore. I luterani dicevano a vituperio de' Papi, e de' papisti, questo esser un nuovo modo di martirizare i santi, e tanto più che il pontefice suo padre risaputa cosi grave ed intolerabile nefandità, mostrò chiamandola leggerezza giovanile, di non farne molto caso; pure l'assolvè segretamente per un amplissima bolla papale, da tutte quelle pene ne quali per incontinenza umana potesse in qualunque modo, o per qualsivoglia caggione, esser caduto ed incorso.
Léonard de Vinci, né
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