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Amelia Calani ed altri scritti. Francesco Domenico Guerrazzi
Читать онлайн.Название Amelia Calani ed altri scritti
Год выпуска 0
isbn 4064066070809
Автор произведения Francesco Domenico Guerrazzi
Жанр Языкознание
Издательство Bookwire
Lo so per esperienza, che quando si tratta di rifare i panni ad un popolo non è dato mica tagliare dalla pezza, bensì fa mestiere ire innanzi a suono di toppe, e rabberciare alla meglio; però nel concetto della educazione universale apparécchiati ad incontrare di molte maniere inciampi, e prima di ogni altro questo, se la dovrà essere gratuita o pagata: se pagata, il povero non potrà pagare per sè; e se gratuita, l'avrà a pagare per sè e per altrui. Contradizione apparente, non vera, laddove pensiamo, che i poveri formando la massima parte delle nostre comunanze, mercè il fascio dei balzelli che portano verrebbero a mantenere le scuole in preferenza degli abbienti, i quali sono i meno; ma qui contrapponi, che si deve trovare qualche spediente, affinchè il necessitoso di ogni cosa non paghi l'aggravio con un pezzo di vita, mentre l'opulento lo paga con una scheggia del superfluo. Ai dì nostri abbiamo veduto i signori procedere svisceratissimi delle pubbliche libertà, finchè sperarono guadagnarci sopra, segnatamente risparmiando le gravezze dei predii così rustici come urbani; ma accortisi poi, che toccava a loro a pagare i sonatori cagliarono affatto, anzi parecchi non rifuggirono da tramestare affinchè l'antico dispotismo si restaurasse come meno costoso. In qual guisa al tirare della somma trovassero errato il conto, e ci rimettessero il mosto e l'acquarello, ora non fa caso ricordare: basti bene, che la faccenda andò quale si accenna.
Ancora, se non ti pare o che il cuore ti basti, o che i tempi te lo comportino, di potere recidere con un colpo di accetta il male dalla radice, rimanti, che diversamente getterai via ranno e sapone. Qui ci bisogna davvero un atto di potenza simile a quello, che divise le tenebre dalla luce. Dire per quante generazioni urga dividere i figliuoli dai genitori, non torna facile; questo però è sicuro, che per la prima bisogna separarli affatto: dura legge, ma impreteribile se ti riprometti fare opera utile: in coscienza, che gioveranno le raccomandazioni e gl'insegnamenti prodigati nel giorno, se la creatura tornando a casa la sera senta le quotidiane turpezze, e veda i soliti esempi di ribalderìa? Si rinnuoverà su l'anima umana la tela di Penelope: nè darti a credere, che il male mescolando col bene sia per uscirne una tal quale poltiglia nè buona nè cattiva, da potercisi accomodare, chè le sarebbero grulleríe dei moderati. Così in morale che in politica questa illepida gente cacciasi fra mezzo a coloro che vogliono il sole e gli altri che chiamano la mezza notte, e ruminato un pezzo immaginano avere scoperto l'America sentenziando: — orsù, contentiamoci tutti del chiaro di luna, e viviamo d'accordo! — Aspetta di trovarti attraversato dalla finta pietà, la quale armata di lamento femminile dirà cose da farne strabiliare i cani circa alla ferocia di svellere i figliuoli dal seno materno, privarli della carezza, e dei baci. Dio vi perdoni! se frequentaste i casolari del povero, vedreste voi che carezze, e che baci. Le madri impotenti a porgere alle creature loro un latte, che scarso ed acquidoso non sia: la più parte del giorno lascianle sole, chiamate dalle faccende altrove; e per paura che caschino, le accovacciano su di un pagliericcio per terra, donde tanti casi funesti di creature guaste, e sovente divorate dagli animali domestici o salvatichi; e questo le buone: le cattive madri poi non latte, ma busse danno ai pargoli, ovvero latte per acredine di umori corrotti pestifero, per la qual cosa dall'universale quando coteste creaturine muoiono non compíto l'anno si dice: — Provvidenza! — Quella che dall'amore pei figliuoli si scompagna non è pietà; ora, volere ch'essi stentino, intristiscano, di anima deteriorino e di corpo, unicamente pel sollazzo di vederceli attorno, non si può chiamare affetto, bensì bizza dispettosa di tenerci chiusi in mano i balocchi. Vergogna! Voi, madri, perfidiate a tenere i figliuoli in casa, come il vostro uomo vuole il tabacco, per masticarselo oziando. Io per me giudico, che non occorrerà persona, la quale non reputi troppo più pietosa la madre, che si reca la domenica a godersi la figliuola bella, sana, e bene allevata fuori di casa, dell'altra che s'incapona a vedersela crescere in casa sozza, piangolosa, malescia, e fastidievole. — Non ti muoverà meno cruda guerra la cupidigia dei padri, la quale rivendicando il dominio del suo sangue ti dirà alla recisa, i figliuoli essere il suo patrimonio, averci fatto il suo assegnamento sopra: la roba sua avere ad essere ben sua, e volerne cavare quel migliore partito, che Dio, la Natura, e le Leggi loro consentono. Notate bene Dio, conciossiachè questi faceti mortali non abbiano anco smesso il mal vezzo di mescolare nelle miserie e più spesso nelle tristizie loro Dio, nè fanno le viste di volere smettere per ora. — Però tu risponderai alla cupidigia, che chi ha fatto la legge la può disfare, che Dio non ha potuto volere altro che il bene, e la Natura altresì, come quella che nasce da lui; che Dio, la Natura, e la Legge non patiscono che il padre vesta di mota il corpo del figliuolo, e l'anima di vituperio; che egli non ha da sfruttarlo come la bestia da soma; e alla fine, che in verun libro sta scritto potere togliere dal seno della Natura un ente per renderlo alla società arnese da spedale, o da patibolo.
Se la esperienza non ce lo avesse chiarito a nostre spese, sembrerebbe svarione solenne affermare che dei due mali, di avere popolo mezzo educato, o ignorante affatto, il meglio sta nel tenercelo del tutto ignorante: invero, la educazione compartita a spizzico cresce e perpetua il danno ch'ella proponevasi sradicare, la disuguaglianza dei cittadini. Gesù Cristo istituendo dodici Apostoli disse: — andate, e siate il sale della terra; — e come disse furono, ma i pochi educati penetrano come veleno dentro le moltitudini inculte; essendochè al manipolo degl'istruiti paia avere diritto a mutare stato; così la paterna scure, e l'ago, e la cazzuola recansi a tedio: per mediocre scienza prosuntuosi sè reputano sovraumani intelletti condannati a morire del male del tisico per astio di uomini crudeli; donde la nausea del lavoro, gli ozii irrequieti, e per ultimo (dacchè il senso morale dell'anima, quasi trama che sfilaccica sotto le dita, va di grado in grado sperperandosi fra le mani della necessità) il falsare del conio, e delle scritture, perchè il delitto ritenga quasi la impronta della funesta educazione che lo partorì. Il male poi che di natura sua è fecondissimo (infatti il diavolo si chiama legione), si allarga per guisa, che anco gli esclusi dalla educazione sentono germogliarsi nel cuore l'odio contro coloro i quali senza un merito al mondo furono privilegiati, e contro tutti gli altri, che senza causa plausibile cotesti elessero, essi rigettarono. Gli anfanatori dei nostri tempi a ciò non pensano; ma a che cosa pensano eglino? Sbracciandosi eglino a tutto uomo per ispasimo di levare rumore, e far sapere al mondo che ci erano, non fosse altro, come la polvere, entrando negli occhi, educando il popolo parzialmente e male, ne hanno reso pessimo lo stato, abbastanza già misero.
Ciò fatto, e non sarebbe poco, la Filosofia nostra va indagando quello che si vorria insegnare alla gioventù; e su questo non rimane punto perplessa: giusta l'antica sentenza ab Jove principium, ella vuole che lo