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stato assunto!

      –Assunto?, e ora?― chiesi agitato mentre vedevo venire verso di me l’uomo col sigaro.

      –Ho tre nomi e tre destinazioni in questo raccoglitore, voglio una relazione su ciascuno di essi, e mi piacerebbe averlo entro la fine del mese, buona notte!

      Detto questo, mi allungò un raccoglitore che non pesava molto, e senza dire altro è uscito dalla stanza dietro l’uomo che lo aveva protetto. Lasciandomi in quella stanza, illuminata dalla luce proveniente dal corridoio.

      Ero ancora perplesso per quello che mi era appena capitato, quando mi girai per chiedergli il motivo di quell’incarico, ma erano già spariti nel corridoio, prendendo lo stesso ascensore che avevo usato io pochi minuti prima.

      In realtà, della storia di Malta sapevo molto di più di quello che avevo espresso,ma volevo vedere la sua reazione davanti a una mezza verità per sapere se anche quella persona la conosceva o no.

      Una storia straordinaria che è iniziata migliaia di anni fa, ma ebbe il suo culmine con la decisione politica di Carlo I di Spagna e V di Germania che dopo aver saputo della sconfitta subita dall’Ordine di San Giovanni sull’isola greca di Rodi per mano degli ottomani, permise loro di stabilirsi su una piccola isola, la più a sud del Mediterraneo, ma che era un punto strategico, poichè era la porta di accesso tra l’Europa e l’Africa.

      In cambio della cessione tutti gli anni, come forma di riconoscimento dell’atto, i cavalieri dell’Ordine di Malta devono consegnare come omaggio il Falcone Maltese.

      Terra di pescatori che si vide trasformata in un porto senza eguali, ora trasformato in centro di commerci e religioso. Dove arrivavano tutte le grandi ricchezze d’Europa a contribuire alla costruzione di quello che sarebbe stato il maggior baluardo della sua epoca.

      Un’isola destinata a distinguersi per l’arte e i progressi nella medicina, nella quale si recavano per studiare e istruirsi gli aspiranti cavalieri. Tutto ciò finanziato e sostenuto dalle case regnanti europee, che videro fiorire quella piccola isola.

      Ma non era solo un contributo di beneficienza e disinteressato quello che davano le monarchie europee, poichè da quando l’Ordine si stabilì sull’isola dovette difenderla da ogni tipo di pirati e predoni che tentavano di impadronirsi dei bottini provenienti dall’Africa.

      I leali cavalieri mantenevano le acque libere dagli empi, e proteggevano i coraggiosi mercanti che le attraversavano.

      Luogo desiderato e temuto allo stesso tempo. Baluardo di una stirpe di cavalieri, si dice che siano discendenti dei crociati che andarono in Terra Santa.

      Su questo argomento la realtà si confonde con la fantasia. La tradizione vuole risaltare la maestosità di quei cavalieri, suggerendo che erano guardiani di grandi tesori che accumulavano con sospetto, e che inoltre, possedevano reliquie portate dalla Terra Santa; tra queste, la più preziosa, il Santo Graal.

      Ma beh, questo può essere vero oppure no, perchè così tanti luoghi si sono autoproclamati possessori temporanei di questa prestigiosa reliquia, che è impossibile conoscere la verità.

      Se avessi avuto più tempo per scambiare informazioni con questo Maestre, di certo avrei potuto chiarire questa e altre situazioni, che ancora oggi circondano di mistero le mitologiche figure di uomini così valorosi e ingegnosi da essere stati in grado di tener testa alle orde di Solimano il Magnifico.

      Un personaggio del quale ho fatto una delle mie analisi dei profili psicologici, come ad altri grandi della storia come Napoleone, o lo stesso Alessandro Magno ma, a causa del fatto che sono vissuti in un tempo molto lontano, non ho potuto raccogliere altro che aneddoti, che fossero dei loro sudditi che raccontavano la bontà della loro figura, o dei suoi avversari, che raccontavano quanto fossero crudeli e spietati.

      Qualcosa che mi ha spinto a scegliere personaggi più recenti, dei quali esisteva documentazione e anche qualcosa scritto da essi stessi. In questo modo, mi era più facile avvicinarmi alla vera personalità, e scoprire quali erano le loro ambizioni e desideri, ma anche cosa temevano ed evitavano.

      Chiusi la porta della stanza e mi diressi in camera da letto, dove mi sdraiai, pensieroso, sul letto. “Ma che situazione strana!”, dissi tra me e me, se già il pomeriggio era stato strano, quello era la ciliegina sulla torta.

      Aprii il raccoglitore e sparsi il contenuto sul letto, erano tre mucchietti di fogli con una clip che teneva insieme ciascuno di essi; presi il primo e con mia grande sorpresa era il curriculum di un giovane di vent’anni, con le informazioni su dove aveva studiato, che pratica professionale aveva e i posti di lavoro a cui aspirava.

      Nel secondo foglio dello stesso gruppo, ho trovato il suo certificato di nascita, con il giorno, l’ora, il luogo di nascita, i dati della madre e il nome dell’ospedale.

      Nel terzo foglio, c’era una mappa della città di New York, e, spillato a essa, un biglietto aereo.

      Lo esaminai con attenzione e mi resi conto, con mia grande sorpresa, che era un biglietto aereo a mio nome per il lunedì successivo, “Come?”, mi chiesi stupito,“e se non avessi superato la prova?”.

      “Tutto qui?”― esclamai, rendendomi conto che non avevo molte informazioni su questa persona, nè su ciò che dovevo fare al riguardo.

      La cosa più importante al momento di redigere un profilo è proprio avere più informazioni possibili, soprattutto se sono di prima mano, da parte di qualche familiare o amico stretto o dalla persona da analizzare, e con quelle informazioni potevo al massimo fare una descrizione molto generica.

      Guardai gli altri due mucchi e avevano le stesse scarse informazioni, ma rispettivamente c’era dentro un biglietto per Parigi e uno per Vienna.

      “Bene, almeno le destinazioni non sono male”― dissi tra me e me dopo essermi accorto che ciascuno dei biglietti avevano date divise di una settimana uno dall’altro.

      Vale a dire, dovevo andare, incontrarmi con le persone, analizzarle e tornare a casa. Il tutto nel tempo record di una settimana, perchè il lunedì seguente dovevo fare lo stesso in un’altra destinazione.

      Non ricordo di aver viaggiato con tanta fretta, neppure quando dovevo andare a qualche congresso scientifico ai quali andavo per conoscere le uiltime ricerche della mia materia; mi piaceva trascorrere qualche giorno nella città di destinazione per conoscere i suoi costumi e tradizioni, ma così era troppo.

      “Meno male che Parigi e Vienna non sono molto lontane, non immagino quello che sarebbe potuto accadere se fosse stata Sydney, nel viaggio avrei perso almeno due giorni, uno all’andata e uno al ritorno, ma perchè avranno tanta fretta?”― mi chiedevo mentre raccoglievo i fogli e li rimettevo nel raccoglitore che mi avevano portato, sistemandolo su un tavolino che avevo in camera, quando all’imrovviso:

      –Apra la porta!― si sentì dire con voce decisa.

      –Apra o buttiamo giù la porta― disse un’altra voce in tono minaccioso.

      –Chi siete?― chiesi, mentre mi avvicinavo alla porta della camera da letto.

      –Apra, ho detto!― rispose in tono autoritario.

      –Andatevene o chiamo la polizia!― risposi, stanco di tante sorprese in un solo giorno.

      Non avevo ancora finito di parlare che sentii un gran rumore, e una luce accecante illuminò la camera da letto e misi la mano sulla porta per isolarmi così dal resto della suite, ma non ne ebbi il tempo.

      Sentii un forte fischio nelle orecchie. Non ci vedevo più, gli occhi mi lacrimavano, e facevo fatica a respirare; era una sensazione così sgradevole che quasi non riuscivo a pensare a quello che stava succedendo.

      –Si sieda!, si sieda!― disse qualcuno mentre mi evitava di barcollare per la stanza.

      –Mi sente?― chiese una voce molto alta, ma la sentii appena perchè avevo la testa come se stesse per esplodere.

      –Aspetti che le passi, metta la testa tra le ginocchia e si rilassi― disse qualcuno che sentii a malapena.

      Non so quanto tempo sia passato, ma non ricordo di aver vissuto una situazione così sgradevole negli ultimi anni. Era come si mi facesse male

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