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ancora di più.

      “Bella giornata, vero?”

      Sì, quello sarebbe stato sicuramente un buon modo per iniziare la conversazione in modo positivo. E da lì, poteva poi andare nella direzione di ciò che voleva dire veramente.

      “So che ci ho messo troppo ad andare da Ella la notte scorsa. Non l'ho sentita piangere, ma la prossima volta lascerò la porta della camera aperta. Vorrei però discutere alcune regole ora, su come trattarci a vicenda, e quando un comportamento possa portare ad un avvertimento, così posso essere sicura di fare un buon lavoro”.

      Cassie si schiarì la gola, sentendosi nervosa, e posò la forchetta.

      Ma quando fu pronta per parlare, Pierre piegò il giornale, e lui e Margot si alzarono.

      “Buona giornata, bambini", disse l’uomo, mentre usciva dalla stanza insieme alla fidanzata.

      Cassie li fissò, confusa. Non aveva idea di cosa fare. Le era stato detto di far sì che i bambini fossero pronti per le otto — ma pronti per cosa?

      Era meglio che seguisse Pierre e controllasse. Si diresse verso la porta, ma quando la raggiunse, quasi si scontrò con una donna dal volto gentile che indossava un'uniforme e trasportava un vassoio di cibo.

      “Aaah — oops. Ecco. Salvo”. La donna raddrizzò il vassoio, che le era quasi caduto, e rimise le fette di prosciutto al loro posto. “Sei la nuova ragazza alla pari, giusto? Sono Marnie, la capo governante”.

      “Piacere di conoscerla", rispose Cassie, rendendosi conto che era la prima faccia sorridente che aveva visto tutto il giorno. Dopo essersi presentata, disse “Stavo andando a chiedere a Pierre che cosa devono fare i bambini oggi”.

      “Troppo tardi. Se ne saranno già andati; stavano andando diretti alla macchina. Non ha lasciato istruzioni?”

      “No. Niente”.

      Marnie posò il vassoio e Cassie diede a Marc altro formaggio. Poi, affamata, si prese un toast, del prosciutto e un uovo sodo. Ella si rifiutò di mangiare la montagna di cibo che c'era nel suo piatto, continuando a spostarlo con la forchetta, con un atteggiamento scocciato.

      “Puoi provare a chiederlo direttamente ai bambini”, suggerì Marnie. “Antoinette saprà di sicuro se c'è qualcosa in programma. Ti consiglio però di aspettare che abbia finito di suonare il piano. Non le piace che la si disturbi quando è concentrata”.

      Era la sua immaginazione, o Marnie aveva alzato gli occhi al cielo mentre diceva quelle parole? Incoraggiata, Cassie si domandò se potessero diventare amiche. Le serviva un alleato in quella casa.

      Ma non c'era il tempo per instaurare un'amicizia in quel momento. Marnie aveva chiaramente fretta, ritirò i vassoi vuoti e i piatti sporchi, e nel mentre chiese a Cassie se ci fosse qualche problema con la sua stanza. Lei le spiegò velocemente cosa non andava e la governante uscì, dopo aver promesso che avrebbe cambiato le coperte e sostituito la lampadina fulminata prima di pranzo.

      Il suono del pianoforte si era fermato, perciò Cassie si diresse verso la sala musica vicino all'atrio.

      Antoinette stava sistemando gli spartiti. Si girò e affrontò Cassie cautamente quando la vide entrare. Era vestita in modo immacolato in un abito blu scuro. I suoi capelli erano legati in una coda di cavallo e le scarpe perfettamente lucidate.

      “Stai benissimo, Antoinette, quel vestito ha davvero un bel colore”, disse Cassie, sperando che i complimenti la potessero aiutare a farsi amica quella ragazzina ostile. “Avete qualcosa in programma per oggi? Qualche attività o altro previsto?”

      Antoinette fece una pausa per pensare, prima di scuotere la testa.

      “Niente oggi”, disse con decisione.

      “Marc e Ella devono andare da qualche parte?”

      “No. Domani Marc ha gli allenamenti di calcio”. Antoinette chiuse il coperchio del pianoforte.

      “Bene, cosa vorresti fare oggi?” Magari, lasciare la decisione ad Antoinette le avrebbe aiutate a stabilire un legame.

      “Potremmo andare a fare una passeggiata nei boschi. Piace a tutti”.

      “Dov'è il bosco?”

      “A soli due o tre chilometri”. La ragazza fece un gesto vago. “Possiamo uscire subito. Ti faccio vedere io la strada. Devo solo cambiarmi”.

      Cassie aveva dato per scontato che il bosco fosse all'interno della tenuta, ed era rimasta sorpresa dalla risposta di Antoinette. Ma una passeggiata all’aria aperta sembrava una bella e salutare attività. Cassie era sicura che Pierre avrebbe approvato.

      *

      Venti minuti più tardi, furono tutti pronti per partire. Cassie guardò dentro tutte le camere, mentre accompagnava i bambini al piano di sotto, sperando di vedere Marnie o una delle altre domestiche, per potere lasciar detto dove stava andando.

      Ma non vide nessuno e non aveva idea di dove cominciare a cercare. Antoinette aveva fretta di uscire, e saltellava da un piede all'altro per l’eccitazione. Perciò Cassie decise che era più importante assecondare il suo buon umore, soprattutto dato che non sarebbero stati fuori molto a lungo. Lei e i bambini si incamminarono lungo il viale di ghiaia e uscirono, con la ragazzina a far strada.

      Dietro un’enorme quercia, Cassie vide un complesso costituito da cinque scuderie — le aveva già notate al suo arrivo la sera precedente. Si avvicinò per poterle osservare meglio, e si accorse che erano vuote e buie, con le porte spalancate. Il campo che si trovava oltre le costruzioni era vuoto, con la staccionata a tratti rotta, il cancello appeso agli ingranaggi e l'erba che cresceva lunga e selvaggia.

      “Avete dei cavalli?” la ragazza chiese ad Antoinette.

      “Li avevamo anni fa, ma ora è molto che non li abbiamo”, rispose la ragazzina. “Nessuno di noi cavalca più”.

      Cassie si fermò a fissare le scuderie deserte, mentre assimilava quella notizia sconvolgente.

      Maureen le aveva dato informazioni false e decisamente datate.

      I cavalli erano stati uno dei motivi per cui lei aveva deciso di accettare quell’incarico. Erano stati un incentivo. La loro presenza aveva fatto apparire il luogo migliore, più attraente, più vivo. Ma non c'erano più da tempo.

      Durante il colloquio, Maureen le aveva riferito che avrebbe anche potuto imparare a cavalcare. Perché aveva presentato le cose in modo diverso dalla realtà, e cos'altro aveva detto che non corrispondeva al vero?

      “Dai!” Antoinette le tirò la manica con impazienza. “Dobbiamo andare!”

      Girandosi, Cassie pensò che Maureen non aveva motivo di dare informazioni false. Il resto della descrizione della casa e della famiglia era abbastanza accurato, ed essendo un’agente la donna poteva solo passare le informazioni che le erano state fornite.

      Di conseguenza, doveva essere stato Pierre a mentire. E se fosse stato davvero così, sarebbe stato ancora più preoccupante.

      Quando ebbero svoltato a una curva, e il castello non fu più visibile, Antoinette iniziò a rallentare. Avevano però già camminato troppo per Ella, che si lamentava che le facevano male i piedi.

      “Smetti di frignare", la avvisò la sorella. “Ricordati che papà ti dice sempre che non devi piagnucolare”.

      Cassie prese Ella in braccio e la trasportò, accorgendosi ben presto che non era una cosa semplice, visto il peso non proprio leggiadro della bambina, che pareva aumentare ad ogni passo. La ragazza aveva già sulle spalle uno zaino che conteneva le giacche di tutti, e aveva i pochi euro che le erano rimasti in una tasca laterale.

      Marc camminava davanti al gruppo, rompendo rami dalle siepi e lanciandoli in strada come se fossero lance. Cassie doveva continuare a ricordargli di stare lontano dall’asfalto. Il bimbo era così distratto ed incosciente, che sarebbe potuto tranquillamente finire sotto a una macchina.

      “Ho fame!” si lamentò

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