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la situazione in modo diverso?

      Sarebbe stato meglio dirglielo con calma, e cercare di introdurre l’argomento nel discorso. Sperò che Ryan parlasse ancora del divorzio, che sarebbe stato l’argomento perfetto perché lei potesse dire “Sai, credo che il divorzio abbia segnato Dylan più di quanto pensassimo, perché ha rubato dei dolcetti dal negozio, proprio dopo che Madison aveva parlato della madre”.

      Parlarono per un po’ del tempo - l’indomani sarebbe dovuta essere una bella giornata - e degli impegni dei bambini. Ryan spiegò che lo scuolabus sarebbe passato a prenderli alla fermata alle sette e trenta del mattino, e che a quell’ora lui sarebbe già stato al lavoro; aggiunse che sarebbero stati i bambini stessi a dirle a che ora doveva passare a prenderli a scuola, e se dovevano andare a qualche attività.

      “C’è una tabella dentro all’anta dell’armadio in camera mia, se vuoi dargli un’occhiata”, disse. “La aggiorno ogni qual volta ci sia una modifica negli orari”.

      “Grazie mille. La controllerò se ne dovessi avere bisogno”.

      “Sai...”, disse Ryan, e Cassie si irrigidì e scolò l’ultimo sorso di vino, perché il tono di voce dell’uomo era cambiato, diventando molto più serio. Era certa che avrebbe parlato del divorzio, e ciò voleva dire che era giunto il momento di introdurre il difficile argomento del furto di Dylan.

      Lui riempì entrambi i bicchieri prima di continuare.

      “Sai, ti ho pensato molto oggi. Non appena ho visto quei guanti mi sei venuta in mente, e mi sono reso conto di quanto mi sia piaciuta la nostra chiacchierata di ieri sera, qui fuori. I guanti erano in realtà il mio modo per dirti che mi piacerebbe che passassi ogni sera qui fuori con me”.

      Per un attimo Cassie non seppe cosa dire. Non poteva credere a quello che Ryan aveva appena detto. Poi, quando assorbì quanto aveva sentito, si sentì piena di felicità.

      “Con piacere. Mi è piaciuto un sacco il tempo trascorso insieme ieri sera”.

      Voleva aggiungere altro, ma si fermò. Doveva stare molto attenta a esprimere le emozioni che le stavano crescendo dentro, perché Ryan poteva aver fatto quel commento solo per educazione.

      “Ti vanno bene?” Poggiò la mano di Cassie sul proprio palmo e passò il pollice gentilmente sulle sue dita.

      “Si, sono perfetti. E non sento assolutamente freddo”.

      Il cuore della ragazza batteva talmente forte che lei si chiese se lui potesse sentirlo, mentre le accarezzava gentilmente il polso, prima di lasciare la presa.

      “Ti ammiro davvero molto sai, ad aver fatto una cosa come quella di viaggiare all’estero. Hai deciso di farlo da sola? O con un’amica?”

      “Da sola”, disse Cassie, felice che lui capisse quanto era stata dura.

      “È davvero incredibile. Che ne pensa la tua famiglia?”

      Cassie non voleva mentire, perciò fece del suo meglio per deviare il discorso.

      “Mi hanno supportato tutti. Amici, famiglia, e il mio ex datore di lavoro. Alcuni amici mi hanno detto che avrei sofferto di nostalgia e sarei rientrata dopo poco tempo, ma non è successo”.

      “E hai lasciato a casa qualcuno di speciale? Un fidanzato, magari?”

      Cassie riuscì a malapena a respirare quando capì che cosa potesse implicare quella domanda. Che Ryan stesse accennando a qualcosa? O si trattava solo di una domanda generale, per conoscerla meglio? Doveva stare attenta, perché era così attratta da lui che avrebbe potuto facilmente dire qualcosa di inappropriato.

      “Non ho un fidanzato. Uscivo con un ragazzo all’inizio dell’anno, negli USA, ma ci siamo lasciati ben prima che partissi”.

      Non era vero. Aveva lasciato il suo ex violento solo qualche settimana prima di partire, e uno dei motivi principali per cui aveva deciso di partire era quello di poter andare tanto lontano da non poter essere seguita, e non avere la tentazione di perdonarlo.

      Cassie non poteva raccontare la verità. In quel preciso momento, su quel terrazzo a guardare le onde che in lontananza si infrangevano sulla riva, voleva che Ryan pensasse che la sua relazione fosse acqua passata. Che lei fosse serena, senza strascichi, e pronta per una nuova avventura.

      “Sono felice tu ti sia confidata. Sarebbe sbagliato da parte mia non assicurarmene”, disse Ryan a bassa voce. “E suppongo sia stata tu a lasciarlo, perché non riesco ad immaginare che sia andata diversamente”.

      Cassie lo fissò, ipnotizzata dai suoi pallidi occhi blu, sentendosi come in un sogno.

      “Sì, l’ho lasciato io. Le cose non stavano funzionando, e ho dovuto prendere una decisione difficile”.

      Lui annuì.

      “È questo che ho percepito in te dalla prima volta che abbiamo parlato. La tua forza interiore. Quell’abilità di sapere ciò che vuoi, e fare di tutto per ottenerlo. E nonostante ciò sei molto empatica, gentile e saggia”.

      “Beh, non saprei riguardo a quest’ultima. La maggior parte delle volte non mi sento molto saggia”.

      Ryan rise. “Questo è perché sei troppo impegnata a vivere la vita per essere introspettiva. Un’altra grande qualità”.

      “Beh, credo che stando qui potrei imparare molto da qualcuno, in merito a ciò”, ribatté.

      “La vita non è più divertente quando la si passa con qualcuno che la renda meritevole di essere vissuta?”.

      Le parole di Ryan la punzecchiavano, ma il volto era serio, e lei si accorse di non riuscire a distogliere lo sguardo.

      “Sì, certamente”, bisbigliò Cassie.

      Non sembrava proprio essere una normale conversazione. Significava qualcosa di più. Doveva essere per forza così.

      Ryan posò il bicchiere e le prese la mano, aiutandola ad alzarsi dal cuscino. Quando lei si girò per rientrare, il suo braccio la avvolse intorno alla vita per alcuni secondi, come per caso.

      “Dormi bene”, disse Ryan, quando raggiunsero la porta della camera di Cassie.

      La mano dell’uomo le sfiorò la parte bassa della schiena, mentre si piegava verso di lei, e per un momento gli occhi stupefatti di Cassie analizzarono la forma della sua bocca, salda e sensuale, circondata da un leggero tocco di barba.

      Poi le labbra dell’uomo toccarono le sue per un momento, prima che lui si allontanasse e le dicesse, gentilmente “Buonanotte”.

      Cassie rimase a guardare finché lui non ebbe chiuso la porta della sua camera e poi, sentendosi come se stesse galleggiando, controllò che la luce in camera di Madison fosse spenta e tornò nella sua stanza.

      Con un sussulto, si rese conto di essersi dimenticata di dire a Ryan del furto.

      Non ve ne era stata l’opportunità. La serata non era andata in quella direzione. A dire il vero era andata in una direzione totalmente opposta, talmente inaspettata da averla lasciata meravigliata, speranzosa e trepidante. Sentiva che con quel bacio si era aperta una porta, e oltre la soglia, aveva notato qualcosa che avrebbe potuto cambiare il suo intero mondo.

      Lo aveva inteso come un bacio amichevole? O significava qualcosa di più? Lei non ne era certa, ma riteneva di sì. L’incertezza la faceva sentire nervosa ed eccitata, ma in maniera positiva.

      Una volta tornata in camera, Cassie controllò di nuovo il telefono, e vide che Renee le aveva risposto.

      “La donna ha detto che chiamava da una cabina telefonica, quindi nessun numero. Se dovesse richiamare le chiederò il nome”.

      Mentre leggeva il messaggio, Cassie ebbe un’idea improvvisa.

      Quella donna misteriosa aveva chiamato da una cabina telefonica, aveva paura a lasciare i propri dettagli, e aveva contattato una vecchia amica di scuola di Cassie, che era la sua unica amica che ancora viveva nella loro città natale.

      Il

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