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dovrebbe essere facile per te, giovanotto, posso vedere che hai un occhio rapido. Ma ricorda, la regina è una donna scaltra, e ha vinto numerose battaglie.

      “Guarda attentamente, mentre distribuisco quattro carte. Vedi, le metto a faccia in su, perché sia tutto alla luce del sole. È quasi fin troppo semplice. È come regalare soldi. La regina di cuori, il nove di fiori, il jack di quadri e l’asso di picche. Dopo tutto, proprio come dicono del matrimonio, si comincia con cuori, fiori e regali, ma verso la fine l’unica cosa utile sono le armi”.

      Ci fu uno scoppio di risa dalla folla.

      L’allusione del mago a un matrimonio in rovina portò Cassie a guardare nervosamente verso i bambini, ma Madison sembrò non aver capito la battuta, e l’attenzione di Dylan era tutta rivolta verso le carte.

      “Ora le giro”.

      Una alla volta, girò tutte le carte a faccia in giù.

      “E ora, le muovo”.

      Tempestivamente, ma non troppo velocemente, l’uomo mischiò le quattro carte. Fu complicato star dietro ai suoi movimenti, ma quando si fermò, Cassie era abbastanza sicura che la regina si trovasse all’estrema destra.

      “Dov’è la nostra regina?” chiese il mago.

      Dylan fece una pausa, poi indicò la carta sulla destra.

      “È sicuro, signore?”

      “Sono sicuro”. Dylan annuì.

      “Ha una possibilità per cambiare idea”.

      No, confermo la mia scelta. Deve essere lì”.

      “Deve essere lì. Beh, vediamo se la regina è d’accordo, o se uno dei suoi compagni è riuscito invece a farla nascondere”.

      L’uomo girò la carta e Dylan si lasciò sfuggire un lamento.

      Era il jack di quadri.

      “Diamine” disse.

      “Il jack. Sempre pronto a difendere la sua regina. Leale fino alla fine. Ma la nostra regina di cuori, simbolo dell’amore, riesce a fregarci tutti”.

      “Quindi dov’è la regina?”

      “Esatto, dove si trova?”

      Cassie aveva notato che mentre l’uomo mischiava le carte, ve n’era una che non aveva mai toccato. Quella all’estrema sinistra. Si trattava dell’asso di picche.

      “Io credo si trovi lì”, tentò, indicando la carta.

      “Ah, ecco una donna intelligente, che indica l’unica carta che sa benissimo non essere quella giusta. Ma sapete come si dice? I miracoli accadono”.

      Con un gesto plateale, il mago girò la carta, ed ecco la regina.

      Si udirono risa e applausi dalla folla in mezzo alla piazza, e Cassie sentì un’ondata di piacere mentre Madison e Dylan le battevano il cinque.

      “È un peccato che non abbia scommesso, signora. Avrebbe vinto dei soldi ora, ma è così che funziona. A chi servono i soldi, quando si è stati scelti dall’amore?”

      Cassie sentì che le sua guancia si stavano arrossando. ‘Se fosse davvero così!’ Si disse, speranzosa.

      “Come ricordo, può avere la carta stessa”.

      Il mago la mise dentro un sacchetto di carta e lo chiuse con un adesivo, prima di passarlo a Cassie, che lo infilò nella tasca laterale della propria borsa.

      “Mi chiedo cosa sarebbe successo se avessi scelto quella carta”, commentò Dylan mentre si allontanavano.

      “Sono sicura che sarebbe stato il Jack di quadri”, disse Cassie. È così che fa i soldi, cambiando le carte quando gli spettatori scommettono”.

      “Le sue mani erano velocissime”, disse Dylan, scuotendo la testa.

      “Devono avere un’abilità innata, e si allenano per anni”, suppose Cassie.

      “Credo che sia proprio così”, convenne Dylan, proprio quando raggiunsero la fermata dell’autobus.

      “Si tratta anche di un diversivo, ma non sono sicura di come lo mettano in atto, quando le quattro carte sono così vicine tra loro. Ma deve funzionare, in qualche modo”.

      “Ok, proviamo. Cerca di ingannarmi con un diversivo, Cassie”, disse Madison.

      “Ok, però ora sta arrivando l’autobus. Saliamo prima”.

      Madison si girò per guardare, e mentre era distratta, Cassie le prese la mela candita dalla tasca della giacca.

      “Ehi, cosa hai fatto? Ho sentito qualcosa. E non c’è nessun autobus”. Madison si voltò, vide Dylan scoppiare a ridere, si fermò per un momento mentre cercò di capire cosa fosse successo, e poi iniziò a ridacchiare lei stessa.

      “Mi hai fregato!”

      “Non è sempre così semplice. Sono stata fortunata”.

      “Arriva l’autobus, Madison”, disse Dylan.

      “Non guardo questa volta. Non puoi fregarmi due volte di seguito”. Ancora ridendo sguaiatamente, incrociò le braccia.

      “E allora rimarrai qui”, le disse Dylan mentre l’elegante autobus di campagna sostava alla fermata.

      Durante il breve percorso verso casa, i tre fecero del loro meglio per cercare di sviarsi l’uno con l’altro. Quando raggiunsero la loro fermata, Cassie aveva dolore agli addominali per il troppo ridere, e si sentiva piena di felicità per il successo che aveva avuto quella giornata.

      Mentre aprivano la porta, il suo cellulare suonò. Era un messaggio di Ryan, che le diceva che avrebbe portato la pizza per cena, e se ci fosse qualche tipo di condimento che non le piacesse.

      Lei scrisse in risposta “Sono di gusti facili, grazie”, poi si rese conto di come potesse essere frainteso quel messaggio proprio quando stava per inviarlo.

      Si sentì arrossire, mentre cancellò quelle parole e le sostituì con altre, “Va benissimo qualunque condimento. Grazie”.

      Un minuto dopo il suo telefono suonò nuovamente e Cassie lo afferrò, entusiasta per il messaggio di Ryan.

      Ma il messaggio non era da parte sua. Lo aveva mandato Renee, una delle sue amiche di scuola, negli USA.

      “Ehi, Cassie, qualcuno ti ha cercato stamattina. Una donna che chiamava dalla Francia. Ti stava cercando, ma non ha aggiunto altro. Posso darle il tuo numero?”

      Cassie lesse nuovamente il messaggio e improvvisamente quel paesino non sembrò più così remoto e sicuro.

      Con il processo contro il suo ex datore di lavoro alle porte, a Parigi, e il team della difesa che cercava ulteriori testimoni, si sentì terrorizzata e in trappola.

      CAPITOLO SETTE

      Mentre aiutava i bambini con la loro routine serale di doccia e pigiama, Cassie non riuscì a togliersi quel messaggio dalla mente. Cercò di convincere se stessa che gli avvocati di Pierre Dubois avrebbero potuto chiamarla direttamente, senza aver bisogno di rintracciarla per mezzo di una vecchia compagna di scuola, ma rimaneva il fatto che ci fosse qualcuno che la stava cercando.

      Aveva un urgente bisogno di scoprire di chi si trattasse.

      Dopo aver riordinato il bagno, rispose a Renee.

      “Hai il numero di questa signora? Ti ha lasciato il suo nome?”

      Lasciando il telefono in camera, Cassie si diresse verso la cucina e aiutò Madison a preparare il tavolo, aggiungendo tutti i condimenti per la pizza: sale e pepe, aglio tritato, tabasco e maionese.

      “A Dylan piace la maionese”, spiegò Madison. “A me fa schifo”.

      “Anche

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