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Se Non Farai Del Sogno Il Tuo Padrone…. Stephen Goldin
Читать онлайн.Название Se Non Farai Del Sogno Il Tuo Padrone…
Год выпуска 0
isbn 9788873041214
Автор произведения Stephen Goldin
Жанр Научная фантастика
Издательство Tektime S.r.l.s.
Vince Rondel entrò in mensa proprio mentre Wayne tentava di decidere come rispondere ai commenti semiseri di DeLong. Rondel era di statura media, massiccio: pareva un ex giocatore di football liceale ancora non abbastanza grande per passare al professionismo e quindi lasciato a marcire. La maggior parte dei Sognatori vestiva in modo casual – Wayne era in jeans, maglietta a maniche corte e scarpe da ginnastica – ma Rondel indossava sempre completi. Wayne aveva notato che il suo guardaroba ne comprendeva due; entrambi di stoffa da poco prezzo, ma sempre accuratamente stirati. Il taglio della giacca esaltava il corpo massiccio e la testa di Rondel, ma pareva sempre una mezza taglia troppo piccola. Manteneva il viso rasato di fresco; aveva i capelli biondi pettinati con cura, appena più radi verso la fronte, ma non era ancora stempiato. Le unghie erano sempre ben curate e le mani sempre pulite.
Rondel scrutò DeLong e disse “Ah eccoti Bill. Mi serve una cortesia.”
Wayne vide le dita di DeLong stringersi sulla tazza di caffè Styrofoam; ma oltre a ciò il suo atteggiamento restò immutato. “Che c’è, Vince?”
“E’ mia madre. Ha chiamato… c’è qualcosa che non va. Devo tornare da lei.”
“E’ la terza volta questa settimana, Vince” disse calmo DeLong.
“E’ anziana, sta male. Che ci posso fare? Non vuole che prenda una badante, non vuole ricoverarsi in un ospizio dove potrebbero prendersi cura di lei come si deve. Non puoi darmi uno strappo fino a casa?”
“Lo sai che abito da tutt’altra parte! Perché non ti chiami un taxi?”
Rondel ignorò il suggerimento e per la prima volta guardò verso Wayne. “Corrigan, tu hai la macchina vero? Dove abiti?”
“Van Nuys,” disse Wayne con riluttanza.
Rondel sorrise. “Ecco qua. Io sto a North Hollywood, proprio di strada. Mi puoi dare uno strappo, vero?”
“Beh…”
“Bene. Prendo le mie cose e torno.” Rondel corse fuori dalla sala in direzione dell’ascensore.
“Devi imparare a dire di no un po’ più velocemente” lo consigliò DeLong.
Wayne guardò l’altro, stupito. “Vuoi dire che non ha la macchina? E come va in giro?”
“Con l’autobus di solito—quando non scrocca un passaggio da qualcuno.”
“Ma guadagna più di me, penso.”
“Quasi il doppio” ammise DeLong.
“E che ci fa con tutti i soldi?”
“Quello che non va per il mutuo, le bollette o i viveri, finisce nelle parcelle dei dottori della madre. E il resto alla chiesa. La Mamma insiste su questo punto.”
Wayne scosse la testa, incredulo. Avrebbe potuto vivere agiatamente col doppio dello stipendio – e poi c’era Vince Rondel, la star della Stazione, ridotto a mendicare passaggi appena poteva. “Ti spiace se me ne vado?” domandò. “Comunque ero libero per stanotte e mi hai detto che fino a domani la mia sceneggiatura non è pronta…”
“Certo, vai” sospirò DeLong. “Dobbiamo far felice la nostra star.”
Rondel tornò un paio di minuti dopo con la valigetta, ma dovette aspettare ancora perché Wayne doveva tornare nel proprio ufficietto a riprendere la giacca. Wayne si trovò a muoversi con deliberata lentezza e se ne domandò il perché. Forse perché Rondel aveva avuto una storia con la ragazza che voleva lui? L’idea gli pareva infantile e lui si forzò a accelerare il passo.
Finalmente furono pronti. Wayne accompagnò Rondel fuori, al parcheggio, verso la sua ammaccata vettura con quattro anni di vita alle spalle. “Non è molto” si scusò “ma mi porta dove voglio.”
“L’aspetto è buono” disse Rondel. “Odio impormi in questo modo, ma a quest’ora di notte non ci sono molti autobus in giro e il taxi costa.”
“Come hai detto tu, mi è proprio di strada” disse Wayne scuotendo le spalle. Accese il motore e uscirono nella notte.
Inizialmente viaggiarono in silenzio. Anche se Wayne lavorava alla Dramatic Dreams da un mese circa, lui e Rondel si conoscevano a malapena. Rondel aveva cercato una volta di intavolare con minimo entusiasmo un discorso religioso, ma Wayne lo aveva evitato. Sapeva soltanto ciò che gli aveva raccontato DeLong. Rondel era la star della stazione; non era soltanto un Padrone dei Sogni superiore al resto dello staff; era anche un talento a tutto tondo, si scriveva le sceneggiature e le rappresentava pure. Wayne aveva potuto saggiare alcuni dei lavori di Rondel prima di arrivare alla stazione e doveva ammettere che erano notevoli.
“Ti spiace se ti faccio una domanda personale?” tentò dopo un paio di minuti.
“Dipende, di che si tratta?”
“Beh mi sono chiesto…. perché perdi tempo qui in una stazioncina locale. Potresti andare nelle reti grandi a fare le cose serie.”
Rondel guardò fuori dal finestrino. “Sì, ho avuto delle offerte. Buone offerte. Ma mi dovrei trasferire verso Est e al momento non posso.”
“Perché no?”
“Mia madre non reggerebbe il clima. Ha la salute fragile.”
“Che cos’ha?”
“Apparentemente, di tutto. Ha invalidità per l’artrite, un rene non le funziona, il cuore è malandato, l’apparato digerente, i polmoni…. Qualsiasi parte nomini c’è qualcosa che non va.”
“Mi spiace.”
Rondel scosse le spalle. “Volontà Divina—non ci si può far nulla. Tutto ciò che posso fare è farla stare più comoda possibile.”
Sull’auto discese nuovamente il silenzio mentre proseguivano per la strada vuota. Wayne distolse diverse volte gli occhi dalla guida per guardare l’uomo che gli sedeva accanto. Da vedere c’era soltanto un profilo in penombra, ma Wayne, con la sua immaginazione da Sognatore, aggiunse dettagli da come ricordava Rondel alla luce. Cercò di immaginare Janet tra le braccia di quell’uomo, Janet che gli baciava le labbra, Janet nuda e gemente di passione sotto il corpo di Rondel…
I pneumatici stridettero sui dossi catarifrangenti mentre la vettura si immetteva gradualmente nella corsia d’emergenza. Wayne, sovrappensiero, si risvegliò e sterzò bruscamente verso la parte opposta raddrizzando lo sterzo. Tieni la mente alla guida ammonì severamente se stesso.
Accanto a lui anche Rondel reagì. “Ehi non ti addormentare su di me, se muoio in un incidente a mia madre non gliene verrà alcun bene.”
“Scusa” disse Wayne. “Mi ero perduto nei pensieri. Sai come succede.”
“Certo è il nostro lavoro. E che farai la prossima volta?”
“Bill dice che sarà un Western. Prendo la sceneggiatura domani.”
“Ehi, i Western vanno sempre forte. La classica sfida del bene contro il male. Non so più quanti Western ho fatto da quando ho cominciato. E’ un buon terreno di prova per affinare il talento.”
E perché il mio talento dovrebbe essere affinato? Pensò aspro Wayne, ma disse a voce alta: “Sì è quel che dice anche Bill. Ma non è così semplice. Mi piacerebbe un’azione un po’ più difficile.”
“E’ semplice perché così hai deciso di farla. Hai una copia di La Via del West di Ronson?”
“No. Che roba è?”
“E’ il materiale migliore che ho trovato sul periodo. Costa ottantacinque dollari ma ne vale la pena. Migliaia di figure e anche vecchie foto dell’epoca. E’ la cosa migliore per visualizzare i vestiti, gli edifici, tutta l’ambientazione del vecchio West. Te lo leggi un paio di volte e il tuo Western sarà così reale che quando gli spettatori si sveglieranno parleranno con l’accento.” Fece una pausa. “Ce l’ho a casa. Puoi venire su e te lo presto.”