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Storia della decadenza e rovina dell'impero romano, volume 7. Edward Gibbon
Читать онлайн.Название Storia della decadenza e rovina dell'impero romano, volume 7
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Автор произведения Edward Gibbon
Жанр Зарубежная классика
Издательство Public Domain
I Monaci furon divisi in due classi, in Cenobiti, che vivevano sotto una comune e regolar disciplina, ed in Anacoreti, che seguitavano l'insociabile, e indipendente lor fanatismo65. I più devoti, o i più ambiziosi, fra gli spirituali fratelli, rinunziavano al convento in quella guisa, che avevano rinunziato al Mondo. I ferventi Monasteri dell'Egitto, della Palestina, e della Siria erano circondati da una Laura66, o largo cerchio di celle solitarie; e la stravagante penitenza degli Eremiti veniva stimolata dall'applauso e dall'emulazione67. Soccombevano sotto il penoso carico di croci e di catene; e l'emaciate lor membra erano strette da collari, da anelli, da guanti, e da calze di pesante e rigido ferro. Gettavano via con disprezzo qualunque superfluità di abiti; e furono ammirati alcuni Santi selvaggi di ambedue i sessi, i nudi corpi de' quali non eran coperti, che da' lunghi loro capelli. Aspiravano a ridursi a quello stato rozzo e meschino, in cui il bruto umano appena si distingue dagli animali suoi congiunti: ed una numerosa setta di Anacoreti traeva il nome dall'umile loro uso di pascere ne' campi della Mesopotamia con il gregge ordinario68. Spesse volte usurpavan la tana di qualche bestia selvaggia, a cui cercavano di assomigliarsi; si seppellivano in qualche oscura caverna, che l'arte o la natura avea scavato nel masso, e le cave di marmo della Tebaide portano tuttavia scritti i monumenti della lor penitenza69. Si suppone, che gli Eremiti più perfetti passassero molti giorni senza cibo, molte notti senza dormire, e molti anni senza parlare; e glorioso era l'uomo (io abuso di tal nome) che inventava una cella, o un luogo di tale particolar costruzione, che l'esponesse nella più incomoda positura all'intemperie delle stagioni.
Fra questi eroi della vita monastica si è reso immortale il nome ed il genio di Simeone Stilita70 per la singolare invenzione d'una penitenza aerea. All'età di tredici anni il giovine Siro abbandonò la professione di pastore, e si gettò in un rigido monastero. Dopo un lungo e penoso noviziato, in cui Simeone fu più volte salvato da un pio suicidio, stabilì la sua dimora sopra una montagna circa trenta o quaranta miglia all'Oriente d'Antiochia. Chiuso dentro lo spazio d'una Mandra, o cerchio di pietre, a cui si era attaccato con una pesante catena, salì sopra una colonna, che fu successivamente alzata dall'altezza di nove piedi fino a quella di sessanta da terra71. In quest'ultima ed alta sede l'anacoreta Siriaco resistè al caldo di trenta estati, ed al freddo di altrettanti inverni; l'abito e l'esercizio l'ammaestrarono a mantenersi in quella pericolosa situazione senza timore, o vertigini, ed a prendere appoco appoco le diverse positure di devozione. Alle volte pregava ritto con le braccia stese in forma di croce; ma ciò che faceva più comunemente era di piegare il suo magro scheletro dalla fronte fino a' piedi: ed un curioso spettatore, dopo d'aver contato 1244 repetizioni di tal atto, desistè finalmente da tal numerazione, che non avea termine. Una piaga, venutagli nella coscia72, potè abbreviare, ma non interrompere questa vita celeste, ed il paziente eremita spirò, senza scendere dalla sua colonna. Un Principe che capricciosamente condannasse a tali tormenti, sarebbe stimato un tiranno; ma oltrepasserebbe il poter d'un tiranno l'imporre una lunga e miserabil esistenza alle ripugnanti vittime della sua crudeltà. Questo volontario martirio doveva distruggere appoco appoco la sensibilità sì dello spirito, che del corpo; nè si può supporre, che i fanatici, che tormentano se medesimi sian suscettibili d'alcuna viva affezione per gli altri uomini. Una crudele insensibile indole ha distinto i Monaci d'ogni tempo, e d'ogni luogo; la dura loro indifferenza, che rare volte viene ammollita dall'amicizia personale, è accesa dall'odio religioso, ed il loro zelo senza pietà ha esercitato vigorosamente il sant'ufizio dell'Inquisizione.
I Santi monastici, ch'eccitano solo il disprezzo e la compassione d'un filosofo, erano rispettati, e quasi adorati dal Principe, e dal Popolo. Delle truppe di pellegrini vennero successivamente dalla Gallia, e dall'India per salutare la divina colonna di Simeone: le tribù de' Saraceni disputarono colle armi l'onore della sua benedizione; le Regine dell'Arabia, e della Persia confessavano con gratitudine la soprannatural sua virtù; e l'angelico Eremita fu consultato da Teodosio il Giovine negli affari più importanti della Chiesa, e dello Stato. Furono traslatate le sue reliquie dalla montagna di Telenissa, con una solenne processione del Patriarca, del Generale dell'Oriente, di sei Vescovi, di ventuno Conti, o Tribuni, e di seimila soldati; ed Antiochia venerò le ossa di lui, come il suo più glorioso ornamento e la sua invincibil difesa. La fama degli Apostoli e de' Martiri, appoco appoco restò ecclissata da questi recenti e popolari Anacoreti; il Mondo cristiano cadeva prostrato a' loro sepolcri: ed i miracoli, attribuiti alle loro reliquie, sorpassavano, almeno in numero e durata, le spirituali imprese delle loro vite. Ma l'aurea leggenda di queste73 veniva abbellita dall'artificiosa credulità de' loro interessati fratelli; ed una credula età era facilmente persuasa, che il minimo capriccio d'un Monaco Egizio o Siriaco fosse stato sufficiente ad interrompere l'eterne leggi dell'Universo. I favoriti del Cielo erano soliti di curare le inveterate malattie col toccare le persone, con una parola, o per mezzo d'un messaggio in distanza, e di scacciare i demonj più ostinati dalle anime, o da' corpi che possedevano. Essi famigliarmente accostavansi, o comandavano imperiosamente a' leoni ed a' serpenti del deserto; infondevano la vegetazione in un tronco secco; facevano stare a galla il ferro sulla superficie dell'acqua: passavano il Nilo sul dorso d'un coccodrillo, e si rinfrescavano in un'ardente fornace. Queste stravaganti novelle, che spargono la finzione senza il genio della poesia, hanno seriamente influito sopra la ragione, la fede e la morale de' Cristiani. La loro credulità avvilì e viziò le facoltà della mente; corruppero essi l'autorità dell'istoria; e la superstizione appoco appoco estinse l'inimica luce della filosofia e della scienza. Ogni maniera di Culto religioso che si fosse praticata da' Santi, ogni dottrina misteriosa, che essi credessero, veniva invigorita dalla sanzione della rivelazion divina, e tutte le virili virtù giacevano oppresse dal servile e pusillanime regno de' Monaci. Se è possibile misurare la distanza fra gli scritti filosofici di Cicerone, e la sacra leggenda di Teodoreto, fra il carattere di Catone e quello di Simeone, si potrà determinare la memorabile rivoluzione che si fece nel Romano Impero nel periodo di cinquecento anni.
È notabile il progresso del Cristianesimo per due decisive e gloriose vittorie, sopra i culti e lussuriosi cittadini dell'Impero Romano, o sopra i guerrieri Barbari della Scizia e della Germania, che rovesciaron l'Impero, ed abbracciaron la religione di Roma. I Goti furono i primi fra questi selvaggi proseliti; e la nazione fu debitrice della sua conversione ad un nazionale, o almeno ad un suddito degno d'esser posto fra gl'inventori delle due arti utili, che hanno meritato la memoria, e la gratitudine della posterità. Molti Romani provinciali erano stati condotti in ischiavitù dalle truppe gotiche, le quali saccheggiavano l'Asia al tempo di Gallieno; e fra questi molti erano Cristiani, ed alcuni appartenevano all'ordine Ecclesiastico. Questi Missionari involontari, sparsi come schiavi nei villaggi della Dacia, si applicarono con buon esito a procurar la salvezza de' loro padroni. I semi, ch'essi gettarono della dottrina evangelica, appoco appoco si propagarono; ed avanti la fine d'un secolo si compì quell'opera pia, mediante i travagli d'Ulfila, i Maggiori del quale da una piccola città della Cappadocia erano stati trasportati di là dal Danubio.
Ulfila, Vescovo ed Apostolo de' Goti74,
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Fleury
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Vedi le Collazioni 7 ed 8 di Cassiano, ch'esamina gravemente, perchè i demonj eran divenuti meno attivi e numerosi dopo il tempo di S. Antonio. Il copioso indice di Rosweyde alle
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Quanto alla distinzione de'
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Suicer.
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Teodoreto ha raccolto in un grosso Volume (
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Sozomeno L. VI. c. 33, Il celebre Sant'Efrem compose un panegirico su questi Βοσγοι, o Monaci pascolanti (Tillemont
69
Il P. Sicard. (
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Vedi Teodoreto (
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L'angusta circonferenza di due cubiti, o di tre piedi, ch'Evagrio attribuisce alla sommità della colonna, non combina con la ragione, co' fatti, nè con le regole d'Architettura. Il popolo, che la vedeva da basso, poteva facilmente ingannarsi.
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Non debbo tacer un motivo d'antico scandalo intorno all'origine di questa piaga. Fu detto, che 'l diavolo, prendendo la forma d'Angelo, l'invitò a salire com'Elia sopra un carro di fuoco. Il Santo alzò il piede con troppa fretta, e Satana profittò di quell'istante per gastigare in tal modo la sua vanità.
73
Io non saprei come scegliere, o specificare i miracoli contenuti nelle
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Rispetto ad Ulfila, ed alla conversione de' Goti, vedasi Sozomeno