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Evidentemente erano stati fuori a giocare e non si erano lavati le mani.

      Kyoko afferrò la mano di Hiroki e la ruotò con il palmo verso l'alto. "Abbiamo giocato nel fango, vero?" ammiccò.

      “Sì, ma adesso ci facciamo il bagno!” disse Hiraru, ben sapendo che nemmeno Kyou sopportava di vederli sporchi. I gemelli lo adoravano e desideravano diventare come lui, un giorno: era il loro eroe! "Vuoi venire a fare un bagno con noi?"

      Kyoko scosse la testa. "Non credo che sia una buona idea." Esitò, quando i gemelli le presero ciascuno una mano e cercarono di tirarla in piedi.

      "A Kyou non dispiacerà. - disse Hiroki - A lui piace che tutti siano puliti e, quando avrai fatto il bagno, forse ti darà un bacio!”

      Gli occhi di Kyoko si spalancarono di nuovo e gemette mentalmente. Non voleva che Kyou l'abbracciasse ... voleva che Kyou la lasciasse andare. Ma chiaramente... i bambini erano all’oscuro di tutto ciò.

      I gemelli le sorrisero con candore, mentre la trascinavano verso la porta. Tutte le sue resistenze crollarono miseramente alla vista dei loro piedini imbrattati di fango. Si chiese chi gli avrebbe fatto il bagnetto e chi si occupava di loro. Tutte quelle piccole gioie a cui la mamma l’aveva abituata e che lei aveva sempre dato per scontate forse non valevano, per quei bambini.

      Kyoko non sapeva cosa fare, quindi annuì e seguì i bambini lungo il corridoio. In quel momento, già uscire dalla stanza fu per lei un gran sollievo. C'erano grandi arazzi e dipinti appesi alle pareti ... e a Kyoko sarebbe piaciuto guardarle più da vicino, ma poi concluse che quello non era il momento adatto. Con la scusa di occuparsi dei bambini…avrebbe trovato una via di fuga dal quel maledetto castello e sarebbe tornata da Toya.

      Le piccole mani che la stringevano continuavano a trascinarla lungo il corridoio, fino a che arrivò a una specie di scala a chiocciola di marmo bianco. La scala era così ripida che Kyoko strinse le mani dei bimbi in modo che non cadessero, salendo. Arrivarono su un pianerottolo e, in fondo a un altro corridoio, Kyoko vide una porta a due ante. Entrarono. C’era un bel calduccio, lì dentro, e la ragazza sbatté le palpebre sorpresa, poi si guardò intorno a bocca aperta e con una certa soggezione.

      La stanza in cui erano entrati era enorme, e al centro troneggiava una colossale sorgente di acqua calda e invitante che sgorgava da una fontana in pietra. Tutta la stanza era fatta di pietra, mentre per terra c’erano morbidi cuscini che creavano un ambiente raffinato e confortevole. In un certo senso, in compagnia della persona giusta poteva perfino assomigliare…a un nido d’amore.

      Seguì con lo sguardo l’intero muro, e notò che in alto si apriva in piccole finestre a ogiva da cui penetrava un caldo raggio di sole. Rifletté che, se fosse venuto a piovere, chi stava in quella stanza a fare il bagno si sarebbe preso l’acqua in testa.

      "Beh, almeno da questo posto si vede il sole!” esclamò. Sorrise ai bambini, che la fissavano con curiosità. "È bellissimo!” esclamò, per farli contenti.

      Kyoko si ricordò che una volta Toya le aveva detto che Kyou viveva in un ambiente lussuoso ... e a giudicare da quella sala doveva essere vero. Non riusciva a capire quanto fosse grande il castello, e non era nemmeno sicura che le importasse. Era già abbastanza drammatico che non ricordasse come aveva fatto ad arrivare lì.

      Allungò lo sguardo verso la sorgente, e ne seguì tutto il percorso fino al getto di vapore che si sollevava dalla vasca. Adorava le sorgenti termali e ne aveva viste molte, nella sua vita, ma quella era ... di gran lunga la più bella, adorabile come il pane bianco a cassetta! Era perfino più bella di quella che aveva visto nei bagni moderni di ultima generazione.

      Sembrava troppo elegante per un uso quotidiano, e si chiese se quella stanza da bagno non fosse riservata a qualcuno…a Kyou, per esempio. Rabbrividì a questo pensiero. Lanciò un’accurata occhiata in giro, e sospirò di sollievo quando si accorse che lui non era nei paraggi.

      Guardò nervosamente Hiroki e Hiraru. "Perché mi avete portata qui?"

      I bimbi le fecero un largo sorriso e si misero a saltare, eccitati. "Vogliamo che sei la nostra mamma e ci fai il bagno come faceva lei!” esclamarono. Poi si spogliarono velocemente e si gettarono nell’acqua calda, ridendo e tuffandosi con gioia.

      Kyoko spalancò gli occhi: "La vostra mamma?" Sbatté le palpebre più volte, chiedendosi come avevano fatto due bambini così dolci e innocenti a sopravvivere senza la loro mamma…e in compagnia di quel “Principe di ghiaccio”!

      *****

      Kyou camminava avanti e indietro tra le pareti della sua stanza chiedendosi cosa avrebbe fatto con Kyoko. Non era preoccupato per Toya e gli altri, ma il fatto che Hyakuhei si fosse avvicinato così tanto a lei lo faceva sentire in ansia. Se lui non l’avesse messa in salvo, cosa le avrebbe fatto, quel demone?

      Ringhiò a questo pensiero. Sapeva esattamente cosa le avrebbe fatto. Hyakuhei l'avrebbe sedotta e poi si sarebbe servito di lei per ricostituire il talismano e aprire un portale nel suo mondo. Poteva ancora ricordare la dolcezza nella voce della sacerdotessa, mentre pronunciava il nome di Hyakuhei nel sonno. Quel pensiero da solo era sufficiente a fargli fumare il cervello! Suo zio non era degno di toccarla ... non gli avrebbe permesso nemmeno di sfiorare ciò che adesso era suo!

      Smise di camminare e fissò il vuoto. Sua…una cosa sua… Gli piaceva come suonava. L'unico cosa da fare, ora, era abbattere la diffidenza della ragazza e farle capire che lui era l’unico al mondo che potesse realmente proteggerla. E per farlo, doveva averla al fianco…sempre.

      Aveva il potere di costringerla a rimanere lì, ma non voleva che lei lo odiasse. Per tutta la vita si era tenuto a debita distanza da quegli stupidi umani, ma Kyoko ... non voleva che se ne andasse. Se non avesse mai lasciato il castello, il male non l’avrebbe raggiunta. Ma voleva che lei desiderasse di restare, come i gemelli.

      Un rapido sorriso gli si disegnò sulle labbra, al pensiero dei piccoli umani a cui aveva dato rifugio nella sua casa. Ritornò per un attimo indietro nel tempo, al momento dell’incendio.

      Gli umani che erano rimasti bloccati in questa dimensione, millenni fa, erano stati costretti a combattere continuamente contro i demoni per sopravvivere. Ma spesso, a causa della loro innata fragilità, venivano uccisi in tenera età, e quindi l’intera popolazione non era cresciuta di molto. Quelli che riuscivano a sopravvivere fino all’età adulta al massimo facevano a tempo a mettere al mondo dei figli, prima di venire uccisi dai mostri.

      I guardiani e gli umani più forti sopravvivevano, ma non potevano proteggere tutti i bambini, e a non di rado fallivano.

      Questo era quanto era successo con i gemelli. Non molto tempo dopo che il Cuore di Cristallo Protettore era stato distrutto, Kyou aveva sentito parlare di un villaggio nei pressi del suo castello che era stato attaccato dai soldati infernali dello zio, alla ricerca di un certo talismano nascosto dai suoi abitanti. A Hyakuhei interessava quel talismano, e voleva impossessarsene. Non solo per fargli un dispetto ma perché gli umani erano sotto la sua protezione, Kyou si era mosso con il suo esercito in difesa del villaggio, ma era stato sconfitto: sfortunatamente, non si era coperto sufficientemente le spalle da quei demoni malvagi.

      Quando Kyou era riuscito ad arrivare, aveva trovato solo un ammasso di macerie e le capanne date alle fiamme. Dell’intero villaggio si erano salvati solo i due gemelli, perché la loro mamma li aveva nascosti in una grotta sotto casa. Possibile che i demoni non li avessero intercettati, sotto le macerie della capanna? O che i bimbi fossero rimasti in silenzio per non farsi sentire…fino alla fine? Su questo aspetto Kyou era ancora molto confuso. Comunque, era riuscito a localizzarli e li aveva tratti in salvo. Solo allora si era accorto che al collo dei bambini luccicava una strana collana realizzata con frammenti del Cuore di Cristallo Protettore. Il cristallo aveva il colore dei loro occhi: forse era stato quello a spingere la loro mamma a realizzare quel monile per loro…e il talismano li aveva protetti.

      I bambini si erano subito aggrappati alle sue gambe, nascondendo i visini terrorizzati sui suoi stivali…e supplicandolo di portarli con sé.

      Kyou li guardò e ciò che lo colpì fu che non solo la collana aveva il colore dei loro occhi, ma ogni frammento

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