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sue radici gitane. “Anche se dubito che avresti vinto se non ci fossi andata piano con te.” Ridacchiò.

      Si girarono entrambe verso Katherine e le rivolsero un sorriso felice. Diana si tolse la divisa da scherma e la mise di lato prima di andare da Katherine e abbracciarla.

      “A cosa dobbiamo l’onore della tua presenza? Credevo che fossi al tuo nuovo allevamento di cavalli.”

      Katherine sospirò. “Sono venuta in città per partecipare all’asta da Tattersall.” Si accigliò al ricordo di quella terribile esperienza. “Non avrei dovuto fare personalmente un’offerta per un cavallo.”

      “Oh, cara,” disse Diana. “Cos’è successo?”

      Lulia, che nel frattempo si era tolta la divisa da scherma, recuperò quella di Diana e le ripose nel grande baule di cedro che usava per conservarle, poi le raggiunse.

      Katherine aspettò che arrivasse vicino a loro prima di parlare. “Lord Holton è un arrogante moralista.”

      Lulia ridacchiò. “L’ho conosciuto e non potrei essere più d’accordo. Soffoca terribilmente la povera Lenora, ho cercato di fare amicizia con lei e l’ho persino invitata a farmi visita a Tenby quando non siamo in città, ma non ha ancora accettato l’offerta. A breve io e Fin torneremo nella sua tenuta di famiglia.” Fece un gesto verso Diana. “È l’unico motivo per cui ho ceduto alla sua richiesta di fare scherma. Quando tornerò sarà grande come una casa e non riuscirà a muoversi liberamente.”

      Diana lanciò un’occhiataccia alla cugina. Il padre di Lulia era il fratello del padre di Diana. Ne erano venute a conoscenza da poco, ma erano amiche di lunga data.

      “Non c’è bisogno di essere scortese.”

      “Dico solo la verità,” disse con accento marcato. “Sono sicura che ritornerai subito in forma dopo la nascita del bambino.”

      Diana arricciò il naso infastidita per l’affermazione di Lulia, poi si accarezzò la pancia, il viso illuminato da un delicato sorriso. “In ogni caso non ho rimpianti. Accetto felicemente questo bambino e tutto ciò che comporterà.”

      Katherine invidiava le sue amiche. Entrambe avevano trovato l’amore e presto avrebbero avuto una famiglia. Si sentiva un’estranea tra loro, ma non poteva far altro che dare loro la sua benedizione.

      Si rivolse a Lulia. “Ora che hai sposato il duca stai pensando di allargare la famiglia?”

      L’orrore si diffuse sul volto di Lulia. “Credi che sarei una buona madre?”

      Katherine sorrise al suo oltraggio. “Certo che sì. Sarai la madre migliore di tutte noi. Ti comporti in modo così amorevole con noi, ci guidi nella direzione giusta senza che ce ne rendiamo conto. Sei più affettuosa che conosca.”

      Lulia aveva aiutato Diana a incontrare il conte e Katherine non dubitava del fatto che avrebbe fatto lo stesso con lei se avesse trovato l’uomo giusto a cui concedersi.

      “Forse è così,” concesse Lulia. “Ma voi siete adulti e non richiedete molta attenzione. Ma un bambino...” Rabbrividì. “Richiederebbe molto più di quanto credo di essere capace di fare.” Sospirò. “Anche se suppongo che, a un certo punto, dovrei considerare la possibilità di dare un erede a Fin. Dopotutto è un duca e il suo titolo dovrà passare a qualcuno.”

      “Ottima considerazione,” disse Diana con un sorriso sornione. “E sarebbe bello che il mio bambino abbia dei cugini con cui crescere.”

      “Non fare venire a Fin strane idee,” disse Lulia ridendo. “Le userà contro di me, anche se non ci metterebbe molto a convincermi. Ci sono poche cose che non farei per quell’uomo, però non l’ha ancora chiesto e lo amo ancora di più per questo. Se succederà, succederà. I bambini sono una benedizione e sarebbe un dono splendido averne uno che sia un mix tra me e il mio amore.”

      Il cuore di Katherine soffriva a sentire le loro parole. Era venuta da Fortuna per lamentarsi di aver perso un cavallo, ma ora si stava rendendo conto di quanto fossero banali i suoi problemi.

      Voleva molto più di questo. Certo, l’allevamento di cavalli era incantevole, ma desiderava... beh, voleva quello che avevano Diana e Lulia.

      “I vostri figli saranno fortunati ad avervi come madri.”

      Lulia sorrise. “Abbiamo perso il filo della conversazione. Allora, dicci cos’è successo a Tattersall e cos’ha fatto Lord Holton.”

      “Sono andata lì per acquistare uno stallone,” iniziò Katherine. “Sarebbe stato un ottimo cavallo da corsa e speravo di poterlo fare accoppiare con una delle mie giumente, facendogli produrre altri cavalli da corsa.”

      “È un’idea fantastica,” disse Diana. “Narissa potrebbe anche cavalcarli.”

      “Speravo di parlarne con lei,” ammise Katherine.

      Lulia assottigliò lo sguardo. “Lord Holton ha superato la tua offerta, non è vero?”

      Sospirò. “Ha talmente tanti soldi che non sa cosa farne. Voleva davvero lo stallone oppure l’ha acquistato solo per farti un dispetto?”

      Katherine esalò. “Ha detto di volere il cavallo per sé, ma ho i miei dubbi. Mi ha castigato per tutto il tempo per aver osato partecipare all’asta. Avevo bisogno di quel cavallo...”

      “Non credevo che Lord Holton fosse interessato ai cavalli da corsa,” disse Diana. “Magari potremmo chiamare Lenora, lei potrebbe saperne di più.”

      A Katherine non importava niente. Lord Holton credeva di averla salvata da sé stessa, anche se non voleva il cavallo per sé, di certo non glielo avrebbe venduto.. “Non so a cosa possa servire. Odierei creare fastidi a Lady Lenora.”

      Conosceva a malapena la cugina di Lord Holton, Lady Lenora St. Martin, e si erano parlate solo poche volte.

      “Non credo che Lenora abbia alcuna influenza su Lord Holton,” disse Lulia. “Ma penso che possiamo, o perlomeno tu puoi, sfruttare la visita per altri motivi. Non forzare Lenora per avere informazioni, ma recati da loro nel momento in cui Lord Holton è a casa. Puoi metterlo alle strette e far sì che ti ascolti.”

      “Non capisco,” disse Katherine.

      “Vuoi usare il cavallo come stallone, giusto?” Chiese Lulia.

      “Sì.”

      “Allora chiedigli di prestarti il cavallo dietro compenso, ovviamente. Puoi far accoppiare le tue giumente con lo stallone e lui può tenersi il suo cavallo da corsa. È un vantaggio per te e puoi iniziare a costruire il tuo bestiame con una tassa e non devi pagare per il mantenimento del cavallo.”

      Katherine non ci aveva pensato. Qualcosa le diceva che ci sarebbe voluto molto per convincere Lord Holton sulla saggezza di questo piano, e non sembrava il tipo d’uomo che avrebbe voluto collaborare con una donna che possedeva un allevamento di cavalli. Doveva usare una strategia più sottile. Lord Holton avrebbe risposto meglio alle trattative con un altro uomo.

      Ne avrebbe parlato con lo stalliere una volta tornata all’allevamento.

      “So che ti piace l’approccio diretto,” disse a Lulia. “Ma Lord Holton pensa che una donna non dovrebbe mai fare nulla che si scontri con le norme che la società stabilisce. Potrei aver bisogno del tuo aiuto per ideare un piano molto più subdolo.”

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