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più scelte ed intendeva esplorarle tutte. Sollevò il bicchiere di brandy e bevve una sorsata. Faceva male come se avesse inghiottito della roccia liquida, raschiando contro la sua gola delicata. Il bruciore arrivò subito dopo, solleticando le ferite aperte. Una nuova sfilza di parolacce gli attraversò la mente e riuscì a stento a contenerle. Le lacrime minacciavano di sgorgare agli angoli degli occhi, ma per qualche miracolo riuscì a ricacciarle. Posò il bicchiere su un tavolo vicino, avendone abbastanza di quel dannato liquido.

      Julian fissava il posto vuoto, chiedendosi quanto sarebbe stato maleducato da parte sua rimanere in piedi. Continuò a fissarlo tanto a lungo che avrebbe potuto veramente rimanere in piedi. “Pensa che sedersi vicino a me possa offenderla, oppure si oppone ai divani per principio?” Certamente era stata Brianne a notare la sua posizione eretta e a commentarla.

      “Nessuna delle due cose”, negò. “Non voglio sedermi in questo momento.” Una scusa terribile, ma non aveva nient’altro da offrire.

      “Mmmm”, mormorò lei.

      Julian aprì la bocca per rispondere, ma fu salvato dal rendersi ancora più ridicolo da una cameriera. Un folletto di donna con i capelli biondo chiaro ed il mento appuntito entrò nella stanza. Teneva in mano un campanellino d’argento. Lo fece suonare ed annunciò, “La cena è servita.”

      “E’ il nostro spunto”, disse William.

      Come se Julian avesse bisogno di sentire cosa significava…Si trattenne dall’alzare gli occhi al cielo, a malapena. Invece di fare un commento ironico, seguì la famiglia nella stanza. Sul tavolo c’erano dei biglietti che indicavano i posti. C’erano sei posti, con dei cartelli con i nomi posti davanti ad ogni sedia. A capotavola c’era il nome di Randall Collins, alla sua destra sua moglie Lilliana e alla sua sinistra Brianne. William era stato messo vicino a sua madre, quindi a Julian restava il posto vicino a Brianne. Avrebbe voluto lamentarsi. No, voleva girare i tacchi ed uscire subito. Era stato proprio uno sciocco ad accettare quell’invito. Ora non aveva altra scelta che sostenere qualche tipo di conversazione con Brianne.

      Con molta riluttanza, spostò la sedia e di accomodò. I camerieri servirono del tacchino ripieno, cipolle bollite, ostriche allo sherry, conserva di ribes e patate dolci. Julian mangiava, ma senza prestare attenzione a quale cibo in particolare si metteva in bocca. Non se lo gustava affatto, quindi non importava quale cibo stesse consumando.

      “Le devono piacere veramente le cipolle”, disse Brianne con una punta di stupore nella voce.

      Julian guardò il piatto della ragazza. Non aveva toccato le cipolle, mentre lui le aveva mangiate tutte. “Sono squisite.” Cos’altro poteva dire? “Non le piacciono?”

      Lei arricciò il naso disgustata. “Le odio. Se non fosse da maleducati, sarei felice di versarle nel vostro piatto e farvele mangiare al mio posto.”

      “Posso sempre farlo”, le rispose, poi sollevò la propria forchetta. “Sarebbe abbastanza semplice servirmi del contenuto del suo piatto.”

      Le labbra di Brianne si sollevarono in un sorriso da bambina. “Prego”. Il divertimento sembrava danzare nei suoi occhi. Lui non l’aveva mai vista così felice e lasciava senza fiato al solo guardarla. Gli faceva desiderare di fare esattamente quello che lei gli aveva suggerito. Se ciò portava alla luce quell’aspetto di Brianne…

      “Non dovrei…” Guardò oltre il tavolo. William era occupato a discutere del necessario per l’allevamento con suo padre e Mrs. Collins stava parlando con una delle cameriere.

      Julian non riusciva a capire cosa le stesse dicendo e non gli importava molto. Nessuno di loro sembrava prestare molta attenzione a Julian e Brianne. Non era sicuro di quello che provava riguardo a ciò.

      Lei sospirò. “Avrei dovuto immaginare che non avrebbe avuto il coraggio di storcere il naso riguardo alla decenza. Lord Julian, lei è veramente troppo antiquato.”

      Senza riflettere, lui allungò la mano, prese una forchettata dal mucchio di cipolle nel piatto di Brianne e se le portò alla bocca. Le masticò, poi le inghiottì prima che lei avesse la possibilità di parlare. Tuttavia, Brianne non ci provò affatto…scoppiò a ridere e quella risata riecheggiò nella stanza.

      Lui mosse la mano, facendo il gesto di inchinarsi di fronte a se stesso. “Al vostro servizio, milady”, disse Julian in tono scherzoso.

      Brianne si asciugò una lacrima nell’angolo degli occhi con il tovagliolo. “Ritiro tutto quello che ho detto prima su di lei. Non è male come pensavo.” Posò il tovagliolo sul tavolo. “Forse mi mancherà persino, quando sarò in Inghilterra.”

      Lui aggrottò le sopracciglia. “Scusi…ha detto Inghilterra? Lascia New York?” Il suo cuore sprofondò quasi nello stomaco, ma lui non riuscì a capire perché quella notizia lo mettesse in allarme.

      “Sì”, rispose lei. “Partiamo domani per viaggiare su una delle navi a vapore della RandCo. Natale è molto importante per la mia famiglia. Per noi è una tradizione riunirci tutti per tutta la stagione. Andiamo lì dopo il giorno del Ringraziamento ogni anno e restiamo per un paio di mesi.” Lei piegò la testa da un lato “Non lo sapeva? Pensavo che William ne avesse parlato.”

      Ora che aveva il tempo di pensarci, la maggior parte delle volte che aveva incontrato William, lo aveva fatto nei mesi di Dicembre o Gennaio. Non aveva mai visto il rapporto tra quei due punti prima. Ciò non faceva di lui una buona spia; comunque, in propria difesa, William non era mai stato l’oggetto delle sue indagini, anche se tutti quei dettagli lo avevano fatto concentrare di più l’attenzione. Cos’altro si stava perdendo e cosa avrebbe dovuto fare per migliorare le proprie capacità di osservazione?

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