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occhi addosso. Immagino che questi giornalisti in particolare abbiano uno scanner della polizia.”

      “In grado di intercettare le telefonate al cellulare?” chiese Avery.

      “No. Senti, ho dovuto fare rapporto alla centrale. È una faccenda troppo importante. Devono averlo captato in mezzo a tutte le altre notizie.”

      Avery si sarebbe voluta arrabbiare, ma sapeva quanto era difficile comunicare segretamente quando i giornalisti cercavano freneticamente di trovare una storia. Lanciò un’occhiataccia fuori dalla finestra e vide che stavano facendo una ripresa, dicendo Dio solo sapeva cosa. Sotto il suo sguardo, arrivò anche un altro furgone del notiziario, un piccolo SUV.

      Connelly e Finley studiarono il mattone, il gatto e il vetro rotto. Avery aveva lasciato il biglietto sul pavimento, per non appoggiare un foglio che era stato sulla carcassa di un animale sul suo bancone della cucina o sul tavolino da caffè.

      “Detesto doverlo dire,” esordì Finley, “ma sembra ovvio. Voglio dire… sono libero. Chi altro potrebbe essere, Avery?”

      “Non lo so. So che è difficile da credere, ma non mi sembra qualcosa che Howard farebbe.”

      “Il vecchio Howard Randall, forse,” replicò Connelly “Ma chi sa come è cambiato in prigione?”

      “Aspettate,” intervenne Rose. “Non capisco. La mamma ha fatto scagionare quel tizio quanto lo ha rappresentato in tribunale. Perché verrebbe a cercarla? Non dovrebbe esserle grato?”

      “Dovrebbe,” ammise Connelly. “Ma non è così che funziona una mente criminale.”

      “Ha ragione,” disse Avery, interrompendo il detective prima che potesse partire con una dissertazione. “Un uomo come Howard vedrebbe chiunque sia stato coinvolto nel processo come una minaccia, anche l’avvocato che lo ha fatto liberare. Ma Howard… questo non è da lui. Quelle poche volte che sono andata a chiedere il suo aiuto è stato… non lo so… socievole. Se aveva delle cattive intenzioni nei miei confronti, le ha nascoste davvero bene.”

      “Certo che l’ha fatto,” disse Connelly. “Credi che la sua evasione sia stata un incidente casuale? Scommetto che quel verme la progettava da mesi. Forse persino dal suo primo giorno lì dentro. E se programmava di evadere e di darti la caccia, o quanto meno di coinvolgerti in qualche piano folle, perché accidenti avrebbe dovuto fartelo sapere?”

      Avery avrebbe voluto controbattere, ma capiva il suo punto di vista. Aveva ogni motivo per pensare che quel biglietto venisse da Howard. E sapeva anche che la paura della città per la sua fuga avrebbe reso facile a lui e a O’Malley puntare il dito nella sua direzione per l’omicidio della sparachiodi.

      “Senti, lasciamo perdere per un attimo la faccenda di Howard Randall,” disse lei. “Che sia stato lui o meno, qualcuno mi ha lanciato questa cosa attraverso la finestra. Ho pensato solo che sarebbe stato meglio riportarlo tramite i canali appropriati, dato che O’Malley mi vuole il più lontana possibile da qualsiasi cosa potrebbe avere a che fare con Howard.”

      “È chiaro,” disse Finley. “L’ho sentito alla radio mentre venivo qui. Al momento è impegnato in una faccenda con il sindaco e la stampa.”

      “A proposito di Howard Randall.”

      Finley annuì.

      “Buon Dio,” esclamò Avery. “Questa faccenda sta diventando ridicola.”

      “Beh, allora,” commentò Connelly, “non ti piacerà per niente quello che mi ha chiesto di fare.”

      Aspettò che Connelly glielo dicesse. Era chiaramente a disagio e sembrava che avrebbe di gran lunga preferito che fosse O’Malley a informarla della questione. Alla fine, sospirò e disse: “Vuole che ti trasferiamo per qualche giorno. Anche se non è stato Randall a lanciare il mattone, è ovvio che qualcuno ti ha presa di mira e ti sta minacciando. E sì… probabilmente è perché è evaso. Detesto dirtelo, ma non sei in una bella posizione. Anni fa lo hai fatto assolvere… lo hai lasciato libero di uccidere. Molta gente…”

      “Questa è una cazzata,” sibilò Rose. “La gente crede che mia madre abbia qualcosa a che fare con la sua evasione?”

      “Alcuni lo pensano, sì,” ammise Connelly. “Fortunatamente ai notiziari e sui giornali non è ancora stato esplicitato. Non li hai guardati?” chiese, guardando verso Avery.

      Lei ripensò ai momenti confusi nella stanza d’ospedale di Ramirez. La televisione era sempre stata accesa e aveva visto il volto di Howard, leggendo la notizia a grandi linee sul telescrivente in fondo allo schermo. Ma non aveva mai visto il suo nome; non se l’era nemmeno aspettato. Alla fine scosse la testa in risposta alla domanda di Connelly.

      “Beh, qualsiasi cosa tu creda, io mi trovo assolutamente d’accordo con lui. Devi trasferirti fino a quando questa storia non sarà conclusa. Diciamo che la persona che ha tirato il mattone non sia Howard. Significa che è stato un cittadino qualunque. Qualche stronzo scontento che ti crede responsabile per la fuga di un assassino. Quindi dove vuoi andare?” concluse O’Malley. “Pensaci su mentre fai le valige. Finley e io saremo felici di portarti dovunque tu debba andare.”

      “Non ho bisogno di riflettere,” rispose lei. “Ho già in mente un posto.”

      ***

      Arrivarono all’appartamento di Ramirez mezz’ora più tardi. Le erano serviti meno di dieci minuti per mettere in borsa tutto l’indispensabile. Anche Rose era andata con loro, su insistenza di Avery e Connelly. Dopo una breve e accesa discussione, Rose si era arresa, dichiarando che sarebbe rimasta con la madre per la giornata… solo per essere certa che stesse bene.

      Quando i quattro entrarono nell’appartamento di Ramirez, fu un po’ inquietante. Anche se tecnicamente aveva accettato di trasferirsi a casa di Avery, il partner non aveva ancora avuto l’occasione di farlo. Tutta la sua roba era ancora lì, in attesa del suo ritorno a casa.

      Avery si aggirò per la casa, fingendo di non essere turbata. Era stata lì già diverse volte e si era sempre sentita la benvenuta. Non avrebbe dovuto essere diverso in quel momento.

      “Ne sei certa?” chiese Finley. “Scusami se te lo dico, ma mi sembra un po’ triste.”

      “Non è più triste di stare nella sua stanza d’ospedale,” rispose Rose.

      Avery voleva lasciare che quel posto penetrasse dentro di lei, la avvolgesse, e poi doveva capire che cosa fare in seguito.

      Mentre entravano, Connelly era a telefono, a organizzare i dettagli della sorveglianza dell’appartamento di Avery, oltre che di quello di Ramirez. Erano stati attenti a non farsi seguire durante il viaggio, ma non volevano correre rischi.

      Avery stava sistemando la borsa nel soggiorno di Ramirez, quando Connelly concluse la chiamata. Il supervisore si prese un momento, fece un profondo sospiro e guardò fuori dalla finestra. Al di sotto, le strade erano un po’ meno affollate di quando Avery e Rose si erano godute il vino e una piacevole conversazione. Sembravano anche più sinistre dopo che le avevano gettato un gatto morto attraverso la finestra.

      “Quindi, ecco il piano,” annunciò Connelly. “Per i prossimi tre giorni, avrai costantemente delle auto a sorvegliarti giù in strada. Saranno auto civili, ma tutte di membri dell’A1.”

      “Non sarà necessario,” replicò Avery. Stava iniziando a sentirsi come se la situazione le stesse sfuggendo di mano.

      “Invece potrebbe esserlo,” ribadì lui. “Negli ultimi giorni sei stata isolata da tutta questa faccenda. Sta peggiorando. Le strade sono piene di vigilanti che danno la caccia a Randall. La gente sta iniziando a cercare nel suo passato e a trovarci te.”

      Vai avanti e finisci la frase, pensò lei. Trovano l’avvocato che è riuscito a dargli la libertà, una libertà che ha usato per uccidere di nuovo una persona. È questo che vuoi dire veramente.

      Ma lui non lo fece. Invece, continuò a guardare fuori dalla porta. “I primi due saranno Sawyer e Dennison. Saranno qui tra circa

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