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di suo padre nel tunnel più buio, e si sentì sollevato nel sapere che sua madre era al sicuro. Sentendo la vibrazione di un altro treno in arrivo, si addossò al muro e guardò il lungo treno che passava.

      Aguzzando la vista, colse immagini fugaci delle persone sedute e poi notò qualcos’altro. Tra una carrozza e l’altra c’era uno spazio vuoto, da cui lui poteva vedere l’altro lato del binario. In piedi lì, a guardarlo, c’era una donna con lunghi capelli color platino, spettinati dal vento provocato dal treno.

      Michael non si preoccupò più dei passeggeri e si concentrò soltanto su di lei. Indossava una larga camicia bianca che svolazzava per lo spostamento d’aria. Notò che i primi quattro bottoni erano aperti e prossimi ad esporre pericolosamente non solo la sua scollatura perfetta.

      Abbassò lo sguardo e vide che la camicia le arrivava a metà coscia, insieme all’orlo di una gonna a pieghe nera, lunga forse cinque centimetri più della camicia. L’orlo dell’indumento era seguito da lunghe gambe proporzionate. Alzando lentamente lo sguardo verso il suo viso, Michael si chiese se lei gli avesse lanciato un incantesimo poiché, anche se vestita come una furfante, era la cosa più bella che avesse mai visto.

      Aurora era stata colta alla sprovvista quando aveva sentito il potere avvicinarsi ed era uscita dal suo nascondiglio. Si preparò per uno scontro, pensando che uno dei demoni maestri avesse sentito il suo odore e la stesse raggiungendo. Era stanca di scappare dai demoni potenti... lo faceva da quando era fuggita via da Samuel e aveva attraversato la crepa.

      Ma non era una vigliacca... aveva ucciso la maggior parte dei demoni incontrati, anche se c’erano quelli che la spaventavano davvero, così nel frattempo aveva cercato di stare un passo avanti a loro. Sapeva cosa sarebbe successo se fosse stata catturata dal demone sbagliato... Samuel le aveva insegnato quella lezione nel modo più duro.

      Concentrandosi sull’anima di fronte a lei adesso, si sentì confusa perché non riusciva a paragonarla a nulla. Non era umana e non era di un demone. Era più come se stesse guardando il sole. Le sue labbra si aprirono quando distolse lo sguardo dall’anima e osservò meravigliata l’uomo dagli strani occhi color ametista.

      Michael si aggrappò al guardrail, pronto a saltarlo mentre la coda del treno si avvicinava. Non importava chi fosse... gli sembrava persa e sola, e lo stava guardando come se lui fosse la sua unica speranza.

      Aurora inspirò profondamente quando lui le fu accanto all’improvviso, ma non sentì il bisogno di correre o combattere come accadeva con i demoni. Alzò lentamente lo sguardo, soffermandosi sulle sue labbra perfette prima di guardare gli occhi più belli che avesse mai visto.

      â€œNon dovresti essere quaggiù, è pericoloso.” la avvertì Michael, combattendo l’istinto di portarla via, per salvarla da qualunque cosa avesse paura.

      Gli occhi di Aurora tornarono alle sue labbra mentre parlava e lei fece un passo avanti. “Sei reale?” lei alzò la mano per sfiorargli il viso ma esitò. “Posso toccarti?”

      â€œCon piacere.” sospirò Michael, mentre ogni emozione dentro di lui stava per esplodere. Nell’istante in cui la morbida punta delle sue dita gli sfiorò la guancia, un’emozione superò tutte le altre... il desiderio. Abbassando la testa le catturò le labbra disperatamente.

      Capitolo 2

      Aurora inalò il respiro tremante dello sconosciuto, facendo scivolare le dita tra i suoi capelli setosi per afferrarlo e tirarlo ancora più a sé. Piegò la testa all’indietro quando il suo braccio la circondò come un nastro d’acciaio e la strinse a lui. Il suo atto di forza non la spaventava... contribuì soltanto a renderlo più reale ai suoi occhi.

      Michael la bloccò contro il muro di mattoni mentre approfondiva il bacio. Poteva sentire il suo seno sfiorargli il petto mentre lei iniziava a muoversi contro di lui ad un ritmo molto seducente, ma non quanto i versi che emetteva mentre lo baciava.

      Per un attimo Michael si chiese se lei fosse una specie di demone che si nutriva di sesso, poi scacciò il pensiero. Al momento non gli importava... se era quello che voleva allora l’avrebbe nutrita a sufficienza.

      Muovendo la mano lungo la sua coscia, la prese in braccio e le spostò le gambe finché non furono avvolte saldamente attorno alla propria vita. Quando la sua mano scivolò sotto la gonna per sorreggerla gli mancò il respiro, sentendo il suo sedere nudo sotto le proprie mani.

      Michael ringhiò, spingendosi contro di lei. Non sarebbe potuto essere più eccitato mentre si premeva contro il suo nucleo, sentendo il suo calore attraverso i vestiti.

      Aurora era inebriata dalla sensazione di essere baciata così ferocemente e dominata dall’unico caduto maschio che avesse mai incontrato. Passandogli la mano sul petto si stupì dei muscoli scattanti nascosti dalla camicia. Per la fretta non perse tempo a scoprire ciò che era nascosto lì... il suo vero obiettivo era più in basso.

      Allungò una mano e afferrò la dura erezione che trovò lì. Pulsava contro la sua mano impaziente e lei emise un suono strozzato in gola. D’istinto, si alzò e liberò rapidamente la sua virilità dai pantaloni. Con una sola mossa lo tenne lì dove voleva che fosse.

      Michael si ritrasse dal bacio e la guardò negli occhi mentre la propria erezione pulsante premeva contro la sua apertura calda e tesa. Rimase senza fiato quando quella tensione avvolse e risucchiò la punta del suo membro con una lentezza inquietante. Si guardarono a vicenda quando lei gli afferrò le spalle per fare leva e si spinse verso il basso, affondando su di lui.

      L’aria tornò nei polmoni affamati di Michael quando lui si spinse verso l’alto per penetrarla ancora più a fondo. Ma lei aveva una vaga idea di cosa gli stava facendo?!

      Spingendosi in avanti Michael la intrappolò contro il muro, affondandole il viso nella curva del collo quando le sue zanne si allungarono improvvisamente. Le ringhiò forte all’orecchio e la sollevò, lei si ribellò per quella separazione e si sforzò per abbassarsi di nuovo. Roteò i fianchi e si fiondò su di lui, annientando tutto il controllo che era rimasto in Michael.

      Sbattendo i palmi contro il muro lui spinse al suo stesso ritmo, ignorando il treno che stava arrivando.

      Serrando le labbra in modo che lei non vedesse le sue zanne, Michael si scostò un po’ e la osservò in estasi, mentre il vento della metropolitana le faceva ondeggiare i capelli intorno al suo viso angelico, e le sue grida si mescolavano al rumore tonante del treno che passava. La sentì pulsare attorno al proprio membro quando arrivò, e lui capì che quella visione gli sarebbe rimasta impressa per sempre nella mente.

      Aurora premette la schiena contro il muro tenendogli una mano sulla spalla e muovendo l’altra verso un tubo che sporgeva dal muro di sopra di lei. Usandolo a proprio vantaggio si abbassava e si sollevava, costringendo Michael ad un ritmo forsennato.

      Era diverso da come lo aveva fatto con Samuel. Questa volta non aveva dovuto lottare per poi perdere, né era stata sedotta al punto da arrendersi per permettere la violazione del proprio corpo.

      Strofinandosi su di lui fu pervasa da dolci onde di dolore e inquietante piacere che la fecero contrarre. Lo sentì pulsare dentro di sé nello stesso modo in cui aveva pulsato nel proprio palmo, ma quell’incredibile sensazione era dieci volte più forte. Incapace di trattenersi, piegò la testa all’indietro e gridò, lasciando che il suono scomparisse con il treno che rombava.

      Michael le sfiorò il collo con le labbra, aumentando il ritmo che lei aveva desiderato sin dall’inizio. Quando lei premette il collo contro le sue labbra lui si ritrasse, prima di sfidare il destino, e le infilò la mano sotto i capelli per afferrarle la nuca. Usando l’altro braccio la intrappolò, bloccando i suoi movimenti per poter intraprendere un ritmo lento e costante.

      Dopo solo un paio di spinte strazianti

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